•Capitolo 3•

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Una settimana dopo stavo ormai meglio e fui costretta a salutare sia Desi che Nate con i quali avevo ormai stretto amicizia, entrambi di erano rivelati molto premusori e gentili con me e mi sarebbero mancati un sacco.
Le serate passate a parlare con Desi o le dimostrazioni di affetto nei miei confronti di Nate mi sarebbero mancati più di tutto.
Entrambi, infatti, quando la mattina stavo per lasciare la casa avevano una faccia triste e desolata.

Desi soprattutto, mi abbracciò forte e si mise a piangere sulla mia spalla. Anche Nate sembrava triste anche se lo faceva vedere molto meno della rossa.

«mi mancherete ragazzi» dissi abbracciandoli entrambi.
«anche tu ci mancherai» disse Nate stringendomi tra le sue confortevoli braccia.
«grazie mille Nate senza di te chissà cosa ne sarebbe stato di me» dissi stringendolo forte a me.

Avevo anche scoperto che era stato proprio Nate a trovarmi e a portarmi a casa loro quel giorno, un'altra cosa di cui gli fui infinitamente riconoscente.

«bene ragazzi io vado» dissi aprendo piano la porta in legno producendo qualche scricchiolio.
«ciao» disse Desi scuotendo tristemente la mano mentre cercava di frenare le lacrime.
Le feci un sorriso e chiusi la porta scendendo le scalette in pietra che si trovavano davanti alla casa.

Camminai lentamente per le strade della città sotterranea, alzai lo sguardo e vidi solo un cielo di terra.
Sospirai continuando a camminare.

Arrivai dopo un paio di minuti alla mia "casa" una vecchia costruzione in pietra, presentava diversi buchi sia sul tetto che sulle pareti e all'interno c'era sempre presente un acre odore mischiato all'umidità.

Entrai a testa bassa pronta a vedere ciò che mi aspettava ogni giorno.
Un salone vecchio e polveroso con un camino ormai decrepito e la muffa alle pareti, una misera sala da pranzo con il tavolo in legno e qualche sgabello traballante e poi la mia camera, una camera piccola e buia arredata solo da un piccolo letto e un armadio scricchiolante.

Sul letto era ancora presente il libro con i ritratti della mia famiglia che avevo riguardato il giorno del mio incidente con quel mercante.
Mi sedetti sul letto prendendo l'oggetto tra le mani.

La copertina rossa era un po rovinata e pagine erano ingiallite a causa dell'umidità.

Sfogliai la prima pagine fissando l immagine dei miei genitori sorridenti.
Portai una mano sopra la loro immagine percependo la carta sotto ai miei polpastrelli.

Gli occhi si inumidirono.

La pagina seguente riportava il ritratto di me mio padre e mia madre, io ero molto piccola ed ero tenuta dalle braccia di mia madre.

La sua espressione era felice e rilassata, sulla sua spalla era presente la mano di mio padre felice, spensierato e maledettamente... Finto.

Chiusi di scatto il libro lanciandolo il più lontano da me, finì in un angolo della camera sbattendo prima contro la parete producendo un rumore sordo.

Chiusi gli occhi e mi abbandonai sul letto mentre le lacrime rigavano il mio viso.

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Ciau
Spero che vi piaccia il capitolo anche se è un po noiosetto
Lasciate una stellina e un commento per farmi sapere se vi sta piacendo la storia.

Al prossimo aggiornamento

Byee

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora