•Extra 2•

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"Oh se ti prendo non sai che ti faccio" gridava Levi rincorrendo quella piccola peste per tutto il salone.

"Prima dovrai prendermi Papà!" Gridava la bambina facendo esasperare Levi, che ormai correva dietro alla figlia da quella che sembrava un'eternità.

"Ti supplico fermati, ti giuro che ti aiuterò io se vieni qui!" gridava l'uomo cercando di fermare la fuga della figlia.

"Non è vero! E poi papà non ho voglia di pulire la mia camera! È troppo noioso" disse la bambina cercando di soffocare una risata vedendo lo sguardo stremato del padre.

"Deve aver preso dalla madre, non certo da me"

Pensava Levi mentre provava a non mandare a soqquadro l'intera casa.

La bimba con uno scatto fulmineo uscì fuori continuando a correre per il prato cercando di scappare dalle grinfie del padre che l'avrebbe, di sicuro, obbligata a pulire la sua cameretta da sola.

Arrivò alla foresta di alberi giganti che si ergeva vicino alla loro casetta e, abilmente si arrampicò su un albero.

Levi, stremato, corse ai piedi dell'albero e guardò in alto.

"Raven Ackerman! Ti obbligo a scendere subito da quell'albero!" urlò a gran voce facendo spaventare uno stormo di uccellini che si godeva, fino a pochi minuti prima, la pace di quel boschetto.

La bambina si affacciò dal ramo dell'albero guardando in direzione del padre per poi scuotere la testa e fare una linguaccia.

"Sei impossibile" sospirò Levi a terra scuotendo la testa

"Ti farai male lassù! Scendi dai!" disse cercando di far scendere la figlia.
Ma lui sapeva che Raven veniva in quel bosco praticamente ogni giorno della sua giovane vita.

La bimba aveva imparato prima ad arrampicarsi che a parlare.

Levi si ricordò ogni giorno passato li degli ultimi 6 anni, le prime volte che Raven saliva su un albero era pervaso dall'ansia e dalla preoccupazione ma ogni volta si ricredeva.

"Papà! Non fare lo sciocco... Perché non sali anche te piuttosto? Non dovevi prendermi?" disse Raven in tono di sfida.

Levi degluti un paio di volte, bofonchiò un "va bene" e prese a salire.

D'un tratto però fu costretto a fermarsi, il suo piede si era incastrato e lui non riusciva a uscire.

"Oh santo cielo Levi? Ma cosa stai facendo?!" disse una voce femminile prima di scoppiare a ridere.

"Hanji! Che ci fai qui? Anzi non mi importa AIUTAMI" disse il corvino cercando di staccare la gamba dalla corteccia.

"Come diavolo ci sei finito qui?" disse Hanji andando verso il corvino.

"Ciao zia Hanji!!" urlò Raven dal ramo scuotendo energicamente la mano

Finalmente Levi riuscì a liberare la sua gamba e salì a prendere Raven che lo accolse con un sorrisetto.

Levi si caricò la figlia sulle spalle e scese giù andando verso Hanji.

La bambina saltò al collo della mora che le scompigliò i lunghi capelli corvini.

Tutti e tre andarono a casa dove Levi costrinse la figlia a rimettere in ordine la sua camera paragonandola ad un quartiere malfamato del sottosuolo.

Hanji si sedette al tavolo mentre Levi si mise a fare del tè.
Portò due tazze al tavolo e si sedette davanti alla mora.

"Allora Hanji, a cosa devo la tua visita" disse sorseggiando il suo tè.
"Beh ecco si tratta di... Raven" disse e il corvino per poco non si strozzò col tè.

"Oh..." disse trovando sempre più interessanti le sue scarpe.

"So che non ne parli volentieri, anche io ho sempre questo peso sullo stomaco ma vedi... Mentre pulivo le grondaie al castello ho trovato questo" disse Hanji tirando fuori un libro rilegato e piuttosto conciato male che Levi riconobbe subito.

"Non so come ci sia finito ma non potevo tenerlo e così visto che siete... Eravate fratellastri ho... deciso di dartelo" disse.

Gli occhi del corvino scrutavano il libro con le lacrime agli occhi.

Lo accarezzò col dorso della mano prima di posarlo sul tavolo in legno.

Il silenzio regnava su di loro fin quando Hanji non avvolse le sue braccia intorno a Levi, sbilanciandosi sulla sedia.

D'altro canto lui trattenne al meglio le lacrime ma sapeva che prima o poi sarebbe esploso.

"Mi dispiace..." sussurrò Hanji con la voce rotta.
"Avrei potuto evitarlo" disse tirando in su col naso.

Restarono in quella posizione per non so quanto poi si alzò asciugandosi col dorso della mano le lacrime prima di andarsene.

"Ciao Levi" disse sulla soglia della porta.

Era rimasto solo.

Guardò con gli occhi lucidi il libro e aprì la prima pagina.
Una risatina isterica uscì dalla sua bocca vedendo l'immagine di Raven da bambina mentre faceva facce strane.

Accarezzò coi polpastrelli la carta ingiallita finché non notò una lacrima cadere sul libro.

Lo chiuse di scatto lasciandolo sul tavolo mentre corse su per le scale cercando di non inciampare.

Arrivò fino in camera sua mettendosi a sedere sul letto, prendendosi la testa con le mani e piangendo cercando di fare piano.

"Papà?" disse la bimba bussando alla porta.
"S-si?" disse Levi cercando di apparire normale mentre la figlia apriva la porta.

"Ti sei fatto la bua?" disse lei andando verso il ginocchio del padre e appogiandoci la testa.

"No p-papà sta bene tesoro" disse accarezzando dolcemente i lineamenti della piccola.

"Papà?"
"Si?"
"Non si dicono le bugie" disse la bambina con sguardo serio.

Il padre la prese in collo facendola sedere sul suo ginocchio.

"V-vedi quando ero più giovane incontrai una ragazza, era davvero fantastica. Era dolce, spiritosa ed era molto bella... Era anche una piagnucolona! Piangeva anche in momenti felici! Ma faceva di tutto per far stare allegre le persone che amava.
Io mi ero innamorato di lei e poi... È andata via..." la sua voce si inclinò, sapeva che stava per piangere.

"E allora volevo andare via anche io sai, per stare con lei ma lei mi avrebbe odiato, voleva che vivessi la mia vita, che mi facessi una famiglia... Cosi ho conosciuto tua mamma, anche lei mi piaceva molto però era diverso... Ho sofferto tanto quando è morta però mi ha dato te e io ho deciso di chiamarti come il mio unico e vero amore, Raven."

Dagli occhi di Levi uscivano lacrime, lacrime represse per troppo tempo.

La bimba strinse il padre tra le sue piccole braccia e gli accarezzò dolcemente i capelli ascoltando il suo pianto.

Levi d'altro canto si strinse tra le braccia della piccola lasciandosi finalmente andare, piangendo quelle lacrime che non aveva mai pianto sperando che il peso sul suo petto diminuisse.

Si staccò dalla figlia che aveva cominciato a piangere

"Oh dai Raven non piangere ora papà sta bene" disse asciugando le lacrime alla figlia.

"Vieni andiamo a rimettere in ordine la camera, sono convinto che sarà ancora in disordine"

"Invece no papà! Ho rimesso tutto in ordine!" disse la bimba felice lasciando uno sguardo perplesso sulla faccia di Levi.

"Oh cavolo, cosa facciamo allora?" chiese Levi alla figlia.

"Tè?" chiese Raven

"E che tè sia" disse Levi prendendo in braccio la bambina.

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora