•Capitolo 26•

790 44 10
                                    

Raven's pov

Da quel giorno passò un mese, la spedizione era ormai imminente e io non ero ancora riuscita a dire a Levi come stessero le cose.

Tutto ciò mi faceva stare male ma avevo imparato a tenere con lui lo stesso atteggiamento che avevo un tempo, quindi non sospettava di nulla.

Varcai la soglia del castello gremito di soldati. Infatti poco prima ricevemmo l'ordine di recarci all'interno del castello.

Tra la folla riuscì a scorgere Levi e così, facendo zigzag tra vari soldati, riuscì ad arrivargli accanto.

Appena mi vide mi salutò con un bacio a stampo.

Il comandante Erwin entrò subito dopo chiamando più volte il silenzio.
Quando tutti fummo zitti il biondo iniziò a parlare.

«Bene ho voluto questa riunione per annunciare a tutti voi la data della prossima missione.
La spedizione avrà luogo tra 10 giorni e verranno anche le reclute del corpo cadetti di quest'anno, penso di aver finito tornate ad allenarvi.» concluse dirigendosi verso il suo studio.

10 giorni alla mia prima spedizione.

La giornata passò velocemente e la sera mi ritrovai, come mio solito, sul tetto con Levi.

«Come non dovrei venire?!» chiesi incredula all'affermazione di Levi.

«esatto è troppo rischioso, non sei ancora pronta. Potrai usare il fatto che sei stata ricoverata in infermeria per giustificarti» disse guardandomi

«ti prego» aggiunse poi

«e va bene, ma tu, quando sarai rientrato dovrei insegnarmi tutti i tuoi trucchi con le spade» dissi puntandogli giocosamente l'indice contro.

«va bene, va bene» disse alzando le mani in segno di resa.

Ridemmo insieme sotto il cielo stellato e poi quando si fece tardi ci salutammo tornando ognuno nelle proprie stanze.

Prima di dormire mi cambiai e mi misi a cercare il libro con i miei ritratti della mia famiglia.

Lo cercai in ogni dove rivoltando la camera da cima a fondo ma del libro, nessuna traccia.

Poi, come se una scossa elettrica mi attraversasse, ricordai.

Ricordai di averlo messo per errore tra i libri di Levi e di averli lasciati sulla sua scrivania.

Veloce come un fulmine corsi fuori dalla stanza dirigendomi velocemente verso la camera di Levi.

Appena arrivai davanti una sensazione mi attraversò facendomi venire i brividi.

Bussai alla porta ma non ricevetti alcuna risposta, bussai di nuovo ottenendo in risposta sempre lo stesso silenzio.

Allora aprì la porta e fu allora, fu allora che lo vidi con il mio libro tra le mani.

Scrutava l'immagine del ritratto dei miei genitori.

Lentamente alzò lo sguardo verso di me, notai allora le sue lacrime, poi con la voce rotta sussurrò
«t-tu l-lo s-sape-sapevi d-di e-essere m-mia s-sorella?»

Annuì con una faccia desolata tenendo lo sguardo basso.

«oh cazzo» disse passandosi una mano sulla faccia
«perche non mi hai detto niente...» mi chiese in tono triste.

«PERCHÉ CAZZO, PERCHÉ NON ME LO HAI DETTO. PORCA TROIA SEI MIA SORELLA» sbraitò continuando a piangere.

«Avevo intenzione di dirtelo, tante volte ma non c'è l'ho mai fatta» dissi tenendo lo sguardo basso
«avevo paura di farti soffrire...»

«GUARDAMI PORCA PUTTANA TI SEMBRA CHE IO ORA NON STIA SOFFRENDO?» Alzai lo sguardo puntando i miei occhi nei suoi color ghiaccio che, in quel momento erano inondate da lacrime amare.

Si mise di nuovo a sedere prendendosi la testa con le mani.

L'ho distrutto.
È colpa mia.
Perche sono fatta per distruggere tutto e tutti?!

«Scusami Levi...»
«ZITTA NON VOGLIO ASCOLTARTI, VATTENE, VATTENE VIA» disse tappandosi gli orecchi con le mani.

«d'accordo allora me ne vado...» dissi piangendo liberamente.

Presi il libro e aprì la porta.

«ti amo Levi...» dissi prima di chiudere la porta scivolando con la schiena.

Tutte le mie paure si sono avverate, le mie più tetre previsioni si sono impadronite della realtà, le mie azioni sbagliate si sono rivoltate contro di me.

Mi alzai correndo verso il tetto, il luogo dove fino a poco prima scherzavamo.

Salì in piedi sul muretto e guardando in giù lasciai cadere il libro.

L'idea di imitare il libro prese spazio nella mia mente e questa volta, al contrario della prima volta, non mi fece rabbrividire.

Magari questo mondo è davvero troppo complicato per me.

Così mi girai con il corpo in direzione della porta e piano piano feci piccoli passi indietro.

Arrivai sull'orlo del muretto e lasciai andare il mio corpo all'indietro.

Mi lasciai andare al vuoto del precipizio.

Continuando però a pensare a lui.

•~•~•~•~•~•
Le cose si stanno mettendo piuttosto male.
Vi volevo dire grazie per le 900 letture💕💕 e vi volevo anche avvertire che ormai manca poco alla fine.
Come finirà la storia secondo voi?

Ci vediamo al prossimo capitolo
Byeee

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora