•Capitolo 11•

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Corsi fino a trovare la mia stanza dove entrai sbattendo violentemente la porta.

Aprì di scatto l'armadio prendendo i miei vecchi vestiti e cambiandomi.

Usci da quella camera lasciandola completamente in disordine, poco importa.

Andai nella direzione opposta rispetto a quella da cui ero arrivata.

Delle scale portavano ad una porta che percorsi di corsa chiudendo la porta.

Mi guardai intorno.

Ero sul tetto.

Andai vicino alla fine del tetto e per un momento l'idea di lasciar perdere tutto e di lanciarmi nel vuoto mi sfiorò.

L'idea di fece rabbrividire.

Scossi la testa sospirando, uccidersi non avrebbe risolto la situazione, non mi avrebbe fatto rivedere la mia famiglia.

Mi sedetti sul muretto del tetto lasciando i piedi penzolare nel vuoto.

Alzai lo sguardo verso il cielo stellato.
I miei occhi si incantarono davanti a tanta bellezza.

Alzai una mano come per catturare le stelle e risi del mio sciocco gesto

Forse stai impazzendo Raven

Non so quanto stetti li.
Ma per una volta dopo tempo mi sentivo tranquilla.

La porta che dava sul tetto si aprì rivelando una figura maschile.

«ancora tu» dissi seccata guardando in direzione dell'uomo.
«non ti è bastato avermi umiliato? Cosa vuoi ancora? Le mie scuse?»
Dissi alzandomi e andando verso di lui.

«no» disse col suo solito tono apatico.
«ho esagerato prima, mi dispiace» disse stringendo i denti, si vedeva che li faceva costrettamente.

Tornai a sedermi sul muretto e poco dopo arrivo anche lui.

«perche indossi quei vestiti sporchi al posto della divisa?» disse guardando i miei abiti malconci.

«questi sono i vestiti che mi hanno regalato i miei amici quando stavamo del sottosuolo mettendoli e come se fossero ancora qui con me» dissi non staccando gli occhi dal cielo.

«vieni dal sottosuolo » disse lui guardando in basso.

«esatto e so che può sembrare assurdo ma vorrei tornarci, non per la povertà o per il cibo scadente ma laggiù potevo essere me stessa e potevo esserlo insieme alle persone più importanti della mia vita» girai lo sguardo sorridendo.

Tornai a guardare in alto
«qui mi sento di troppo» dissi malinconicamente.

«tieni questo è tuo» disse porgendomi il mantello che avevo lanciato a terra.
«oh ti ringrazio» dissi prendendolo dalle sue mani

«mi dispiace per lo schiaffo non avevo intenzione di mancarti di rispetto, scusami» dissi guardandolo

«fa niente la colpa è mia» disse alzandosi e andando verso la porta.
Seguì con lo sguardo i suoi movimenti finché non aprì la porta.

«aspetta, non mi hai ancora detto il tuo nome»

I suoi occhi color ghiaccio si soffermarono sul mio viso.

«Levi Ackermann»

Uscì dalla porta chiudendola subito dopo.
Lasciandomi li.
Da sola.
Sotto quel tetto stellato.

•~•~•~•~•~•~•~•
Ecco il nostro Leviii
*fan in delirio*
Ok la smetto
Al prossimo aggiornamento.
Byeee

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora