•Capitolo 14•

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Passò un mese, poi due, poi tre, poi quattro.

Finalmente potevo camminare, Hanji era venuta tutti i giorni a vedere come stessi e grazie a lei riuscì a dimenticarmi un po dei miei innumerevoli pensieri.

Venni affidata alla custodia di Levi e i primi giorni non fu affatto facile.

Volevo parlargli di quello che era successo ma non trovavo mai alcun momento opportuno.

Nei quattro mesi vennero a trovarmi Desi e Nate. Fu una gioia immensa rivederli e abbracciarli mi erano mancati davvero tanto.

Furono stupiti nel vedermi in un lettino di infermeria ma non avevo intenzione di esibire la mia scarsezza nel combattimento contro i giganti, per di più di legno.

Finalmente gli allenamenti erano terminati.
Tornai in camera e mi buttai a peso morto sul letto.

Non avevo fame anche se mangiare mi avrebbe fatto sicuramente bene.

Scartai l'opzione disfandomi della scomoda uniforme mettendomi gli abiti del sottosuolo.

Usci dalla camera lasciandola completamente in disordine e mi avventurai in quei bui corridoi che ora conoscevo un po meglio.

Arrivai davanti alla porta del tetto e l'aprì.

Il mio cuore sussultò

«Levi che ci fai qui?» dissi andando verso di lui. Eravamo li da soli l'idea di parlargli mi sfiorò.

Mi sedetti sul muretto alzando gli occhi al cielo. Come sempre migliaia di piccoli diamanti impreziosivano quel mantello color pece.

«Vedo che ti piacciono le stelle» disse continuando a guardare in basso.

«be si sono stupende, mi chiedo come fai a guardare in basso» dissi girandomi a guardarlo.

Passò qualche minuto di silenzio finché non mi decisi a parlagli, presi ogni briciola di coraggio che avevo in corpo e iniziai a parlare.

«Senti Levi ti dovrei chiedere una cosa» dissi iniziando a torturarmi le mani.

«ti eri preoccupato per me durante la prova, come mai?» vidi finalmente i suoi occhi sprofondare nei miei.

Per poi ritornare a guardare il basso.

«Non lo so, forse perché siamo molto simili» disse sospirando.

«simili?»

«anche io sono cresciuto nel sottosuolo e condivido pienamente quello che mi hai detto la prima volta qui sul tetto, laggiù era uno schifo ma c'erano persone che sapevano renderlo fantastico, mi piaceva vivere li dopotutto» disse continuando a guardare in basso.

Io scrutavo ogni dettaglio del suo viso e giurai di vedere una piccola lacrima scendere sulla guancia.

«i tuoi genitori per caso?» dissi curiosa.

Lo vidi indugiare come se dovesse decidere se dirlo.

«no per niente, mia madre è morta quando ero piccolo e mio padre dopo che si scoperto per quello che era se ne andò di casa, fece bene ad andarsene aveva tradito mia madre con una donna che poi rimase incinta, ma comunque no non era per loro che laggiù era piacevole.
Avevo incontrato due persone fantastiche»

«ah davvero dove sono?»

Lui non disse niente alzò solo un dito al cielo.

«sono lassù con le stelle, per questo ho sempre paura di guardarle, ho paura di poter vedere loro» dai suoi occhi iniziarono a cadere perle di tristezza che cercò di fermare con la mano. Spostai la sua mano dal viso e lo abbracciai con tutta me stessa.

Mi posò una mano dietro la testa
«grazie...» disse con la voce rotta.

E fu proprio li, mentre sentivo il suo respiro sulla pelle, sotto le stelle, che capì.

Capì che l'amavo.

•~•~•~•~•~•~•~•
Quanto è triste questo capitolo, ho allagato la camera a pensare ad Isabel e Farlan scrivendo.
Quindi Raven si è data una svegliata e ha capito di amare Levi.
Levi si è rivelato un uomo super triste *^* e in più suo padre (piccola cosa che ho aggiunto) è veramente un traditore.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento.

Byeee

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora