•Extra 1•

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"Chiunque stia bussando alla porta, se ne vada via!" Disse la ragazza rossa ritornando a dormire schiacciando la faccia contro il cuscino.

"Andiamo Desi! Non puoi fare così tutti i giorni" disse Nate dall'altro lato della porta continuando a bussare.

Alla fine, stanco di bussare, il ragazzo entrò nella camera.

"Oh Desi come fai a vivere in questo disordine? Non ho mai visto tutta questa confusione in una camera! E poi si può sapere quante magliette hai?" disse indicando il pavimento completamente invaso da magliette di ogni genere.

Nate, non ricevendo risposta, andò verso la rossa che aveva ripreso a dormire profondamente.

Il moro fece un sorriso quasi impercettibile prima di scostare un ciuffo dalla faccia della ragazza.

"Ah sei impossibile" disse con un sussurro mentre cercava di rimettere a posto la camera.

Rimise a posto tutto con molta fatica ma una cosa lo incuriosì non poco.
Per terra, sotto uno spesso cumulo di magliette e vestiti vari, erano presenti delle piccole schegge di vetro.

Il ragazzo si chiese come ci fossero finite lì mentre con una mano cercava di raccoglierle tutte per buttarle nel cestino.

Dentro al cestino, però, trovò una cosa che mai si sarebbe aspettato di vedere lì.

Vide un foglio di carta a lui familiare, era stropicciato ma qualcosa si poteva a leggere.

Prese con curiosità il pezzo di carta appallottolato e cercò di renderlo di nuovo leggibile.

Quando si accorse di cosa si trattava sentì un tuffo al cuore, aveva ricevuto una lettera uguale qualche settimana prima,  stessa persona.

Levi. Così era scritto in fondo alla lettera.

La grafia era spigolosa, difficile da capire, alla prima occhiata. Serviva molto tempo e concentrazione per riuscire a leggere.

Nate si accorse subito che la lettera che aveva letto lui era più formale, distaccata.

Forse anche lui è così

Si ritrovò a pensare Nate la prima volta mentre iniziava a leggere la lettera.

Iniziò a leggere la lettera intestata a Desi.

“Desi,
Non ci siamo mai incontrati dal vivo ma spero che lei non si preoccupi quando le arriverà questa lettera.
Non sono il tipo di persona che scrive lettere, lo trovo irrispettoso a dir la verità. Eppure le abitudini cambiano e anche io con loro. Se le sto scrivendo ora, se sono ancora qui, lo devo a Raven. Conosce bene questo nome vero?
Mi parlava sempre di voi, siete stai fortunati a incontrarla, come me.
Direi che si è capito no? Raven non è più qui e la colpa è solo mia, delle mie debolezze e paure. Non sono riuscito a tenerla al sicuro, l'avevo pregata di restare al sicuro, non sapeva ancora maneggiare le spade ecco perché volevo che rimasse protetta dalle mura, eppure lei è stata una tale testona, deve saperlo più di me, no? Si merita di capire il motivo delle sue azioni, Raven era impulsiva, ma non stupida, come lo sono stato io.
Le ha mai fatto vedere quel libro di ritratti? Se lo portava sempre dietro, la rendeva felice eppure adesso non so dove sia. Non so se lo ha mai visto, l'uomo nei primi ritratti, ecco era mio padre.
Era mio padre ed era suo padre.
Eravamo già fidanzati quando lo scoprì e non c'è bisogno di dire che lei lo sapeva già, da qualche settimana disse, non ricordo.
Pregai che capisse lo stesso di restare al sicuro, era quello che volevo.
Voleva parlarmi, aggiustare le cose almeno è quello che ha detto Hanji.
La prego di non essere dura con se stessa, lo sono stato anche io, per troppo tempo, ma ora, solo ora, mi sono accorto che lei vorrebbe vederci felici e ora lo sono, anche per Raven.
Spero che verrete a trovare mia figlia quando nascerà.

Somebody to you || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora