A stupid party

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"Wow, Mad, sei davvero uno schianto!"

Sbuffo sonoramente.
"Non credi che sia un po' troppo eccessivo?"

"Smettila di tormentarti, stai benissimo"

Sono a casa di Maya, nella sua stanza, e ci stiamo preparando per andare ad una festa.

All'inizio ho rifiutato, ma poi è riuscita a convincermi.
Che sarà mai, una semplice festa?

A momenti dovrebbe arrivare a prenderci Andrew, suo fratello.
Cazzo, quanto mi manca quel ragazzo.

Da piccolo era un buffissimo bambino, dagli occhi e capelli chiari, una copia di Maya al maschile.

Insieme abbiamo fatto i migliori scherzi di sempre, Maya era il nostro principale bersaglio.
Sorrido al ricordo.

Indosso un vestito grigio scuro a tubino, corto fino a metà coscia, abbastanza semplice.

Mi sento a disagio, non sono solita indossare questo genere di abiti.
Sono più una tipa da jeans e maglietta.

Maya, mi ha obbligato ad indossare un paio di tacchi neri.
Più che tacchi, li definirei trampoli.

Alzo gli occhi al cielo, mentre sbuffo sonoramente.
È una cosa che faccio spesso.

Ha insistito tanto per truccarmi, e alla fine ho ceduto, a condizione che però fosse un trucco leggero.

Mi guardo allo specchio, e cavolo! Sono così diversa!
Mi piace.

Ho un trucco leggero.
Ombretto di un rosa chiaro perlato, mascara, una linea sottilissima di eyeliner, guance leggermente arrossate dal fard e un rossetto color carne.

Per la prima volta forse mi piaccio davvero.

Usciamo dell'appartamento, e scendiamo le scale.
I miei piedi chiedono pietà.

Alzo lo sguardo, e vedo un tizio appoggiato ad una macchina nera. Capelli chiari, iridi come il cielo, e un sorrisino tenero.

Quanto è cambiato!
È diventato davvero un gran bel ragazzo.

Lo osservo meglio, ha un accenno di barba che gli incornicia il volto, ed è vestito niente male.
Mi avvicino cautamente.
Lui mi scruta e afferma: "Da quanto tempo, eh Mad?"

Poi si avvicina e mi abbraccia.
Mi sento come se fossi a casa tra le sue braccia che mi stringono.

Non in quel senso, non riuscirei a vedere Andrew in quel modo.
Lui è come un fratello per me.

Dopo attimi interminabili, Maya afferma scocciata: "Allora? vogliamo muoverci? La festa ci aspetta".
Mi stacco dal suo abbraccio, e mi siedo nei sedili posteriori, mentre

Andrew mette in moto, e piano piano ci allontaniamo.

Osservo fuori dal finestrino per tutto il tragitto, è davvero bella Los Angeles.

Non ha nulla a che fare con Londra. Certo, quest'ultima ha un certo fascino, ma Los Angeles è tutt'altra cosa.

All'improvviso mi rabbuio.
Sono indietro con le ricerche.
Non ho la minima idea di chi sia quel pezzo di merda, e nemmeno dove sia.

Ho deciso che avrei fatto tutto da sola, come sempre dopotutto, senza l'aiuto della polizia.

Alcune fonti mi hanno detto che si trovava a Los Angeles, ma non so quanto siano attendibili queste informazioni.

Magari lo hanno detto semplicemente per depistarmi dalle indagini.

Dannazione!
Non so neanche da dove cominciare. Non posso dire a Maya perchè sono qui, per quanto mi fidi di lei, non posso farlo.

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