Il freddo popolo del ghiaccio

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Capitolo 59

"Allora guardami negli occhi e dimmi che tra noi due non esiste più niente." "No,non c'è più niente , Cassiopea. Niente da adesso."

"No!" Grido svegliandomi credendo di poter fermare la fuga di Nyco, ma lui non c'è. Permetto al mio battito di rallentare e sorreggo la testa dolorante. Sembra che abbia ricevuto una decina di colpi in testa, dannazione. Mi concentro su ciò che mi circonda e , a parte le ragazze e Sem ancora privi di sensi, mi ritrovo davanti il mio riflesso su un'enorme parete di ghiaccio. La sfioro e al tatto con le mie dita gocce d'acqua scivolano giù. Siamo in una cella e non credo che chi viene rinchiuso in una di esse sia ben gradito. "Grandioso...Ragazzi svegliatevi! Ei, forza!" Scuoto tutti quanti e la prima a dare segni di vita è Chiara. "Pea? Ma che è successo?" Si guarda attorno "E soprattutto dove siamo?" "E' una specie di cella." "Non... non potevano accendere i riscaldamenti." Si lamenta Sem infreddolito che cerca le mani di Chiara. Anche Aurora si sveglia. Un attimo, manca Lena il che è strano, perché ricordo perfettamente che lei fosse con noi quando siamo caduti in trappola. "Dov'è Lena?" chiedo,ma nessuno sembra saperlo. "È stata presa anche lei, però." ricordo. "Beh, non possiamo starcene con le mani in mano,no? Perciò tutti in piedi che vi faccio uscire." Aurora si posiziona davanti alla parete di ghiaccio per poi poggiarci le mani sopra ed ecco che piano piano si fa sempre più trasparente e meno spesso, andando poi a precipitare al suolo sotto forma di acqua. "Adesso possiamo..." spunta senza preovviso Cronos , spinto davanti ai piedi di Aurora con le mani legate dietro la schiena ed un essere dal colorito morto e gli occhi bianchi che lo tiene per il colletto della maglia. Suppongo uno degli abitanti del popolo del ghiaccio. Gli occhi di Aurora s'illuminano "Cronos? Stai bene!" "Essere questi tuoi amici?" Chiede l'omone blu. "Sì, signore, in persona. Ora, per piacere,mi slega?" "Taci" Cronos sbuffa esausto. "Che ti è successo?Che ti hanno fatto in fronte?" Chiara osserva il sangue che scorre lungo la fronte di Cronos preoccupata e lui non sembra esserne contento. Al contrario, percepisco paura in lui, come se quel sangue derivasse da un segreto. "Ma...ma stai bene,no? E dov'è Nyco?" Aurora cambia improvvisamente discorso, il che conferma la mia ipotesi. Quella cicatrice ha una forma strana che il sangue non mi permette ancora di definire e Aurora ne sa qualcosa. Se aggiungiamo anche la fascia chr porta direi che tutti i pezzi cominciano ad incastrarsi. Il bestione blu prende la parola al posto suo. "Vostro amico stare bene. Noi liberarvi adesso e condurvi da Yac" "Yac?" Chiede Aurora. "Nostro saggio capo che giudicare voi. Seguite me" l'essere comincia a farsi strada senza tuttavia rinunciare alla presa sul povero Cronos. "Ma non mi slega?!" "Taci o denti distruggo!" "Non riesco trovare la logica di questa storia! Non ho fatto nulla!" "Cammina!"
Rivolgiamo tutti sguardi dispiaciuti al povero Cronos, o almeno il mio viene scambiato per roba del genere. E' pensare a Nyco che mi genera terrore in corpo. Lena ha detto che era nei guai, aveva bisogno di noi... dov'è adesso? Starà bene? Ed il mostro? Prego di rivederlo il prima possibile. "Scusi ma prima potremmo sapere dove siamo?" Chiede Chiara con estrema gentilezza considerando la situazione di Cronos ed il nostro nuovo amico sembra apprezzarla. "Siete all'interno di ghiacciaio di Kien, nostra grande divinità. Qui nostro popolo è protetto da tutti pericoli."
Sollevo lo sguardo ,ma siamo totalmente sommersi nel ghiaccio per poter vedere il cielo. Sopra di noi abbiamo solo il nostro riflesso deformato dalla discontinuità della superficie del ghiaccio perfettamente pulito e quasi luminoso. Per quanto non mi piaccia il freddo, ammetto che questo posto mi affascina. Proseguiamo per gallerie molto somiglianti, quasi indistimguibili le une dalle altre,incontrando spesso altri componenti del popolo del ghiaccio che , se mai ci rivolgono lo sguardo, è colmo di disappunto. Quando finaente veniamo introdotti nel cuore dell'immenso ghiacciaio, capiamo che più che indifferenza questo popolo prova vera e propria paura per noi: i bambini vengono portati in casa dalle madri - con Case intendo aperture nelle immensi pareti di ghiaccio che circondano questo posto-, gli uomini mormorano qualcosa di negativo contro di noi stringendo tra le mani magari qualche coltello o qualsiasi attrezzo utilizzato per il lavoro e tutti gli sguardi che ci vengono rivolti vorrebbero sicuramente guardare altrove. Rimango stupefatta dalla forza di questi esseri che con un semplice colpo di mano riescono a spezzare intere lastre di ghiaccii, qualcuno scolpisce, altri aprono in due i corpi di poveri pinguino, suscitando la nausea di Chiara che distoglie lo sguardo. Sembra di essere al centro di un mercato vero e proprio. Sento le voci ed i pensieri di questi esseri.

Unione di elementi -il destino di un Daimio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora