capitolo 23

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"Piccola, Paulo è già fuori che ti aspetta, è ora di andare!"

Max sta gridando da stamattina, e sembra non aver voglia di smettere. Credo sia più nervoso di me.

"Arrivo Max! Dammi agio!" Grido pure io, e lo sento ridacchiare al piano di sotto.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio. I miei capelli sono in disordine come al solito,ma non ho avuto nè la voglia nè il tempo di riordinarli. La mia faccia preoccupata però è la cosa più evidente del mio riflesso, ma non posso spazzolarla per renderla guardabile come invece farei con i capelli, quindi l'unica cosa che posso fare è cercare di rilassarmi. Ma come? Insomma, sto dicendo addio a questa casa. La casa in cui ho vissuto da quando mio padre se ne è andato. Ho passato qui la mia adolescenza, è nella mia camera che ho dato il primo bacio a Marco. È nel mio bagno che io e Martina ci siamo preparate per ore, per poi uscire e combinare casini. È nel mio salotto che ho passato serate intere a guardare la juventus giocare, insieme a mia madre, dato che Max lo guardavamo in tv. Ed è nella mia cucina che ho passato il mio tempo a pensare a Paulo, il ragazzo che mi ha cambiato la vita, che mi ha fatta innamorare e adesso mi sta portando via con lui. Sono davvero pronta ad affrontare una nuova vita? Imparare la lingua è la cosa che mi spaventa meno. In realtà,non c'è niente che mi spaventa tanto quanto la mancanza della mia città, Torino. Ho pensato spesso a cosa potrà accadere durante la mia assenza ma sono arrivata ad una conclusione: pensare al passato o al futuro mi fa stare solo più male. L'unica cosa che mi resta è concentrarmi sul presente, stare bene con Paulo. Perchè, ora che ci penso, se sono con lui mi dimentico del resto.
Ritorno alla realtà quando sento il suono del clacson fuori dalla finestra. Afferro il mio cellulare e gli auricolari e corro al piano di sotto.

I miei genitori sono fuori che parlano con Paulo.
"Alla buon' ora, principessa" mi dice Max, ma so che sta scherzando, per questo ricambio con una linguaccia.

"Ho messo io le tue valige in macchina di Paulo. È tutto pronto"
Mi volto e vedo che effettivamente le valige che avevo lasciato all'entrata sono sparite come per magia.

Guardo i miei con occhi pieni di amore e corro ad abbracciarli.

"Grazie, di tutto. Mi mancherete."
I miei ricambiano l'abbraccio,per poi iniziare a dire frasi tipiche dei genitori, ma smetto di ascoltarli a metà dei loro discorsi. Tanto sono sempre le stesse raccomandazioni da anni!

Vado a salutare Paulo con un bacio.

"Sei bellissima."
Sorrido.

"E anche spaventata" aggiunge.

"Forse un po'. Ma mi hai promesso che staremo bene, e io di te mi fido. Con te andrà tutto bene."

Ci baciamo di nuovo per poi salire in macchina di Paulo. Saluto i miei con un cenno della mano e ci avviamo verso l'aereoporto. Sono le 2 del pomeriggio e abbiamo l'aereo alle 6, non capisco perchè è voluto andare così presto. D'altronde Paulo odia i ritardatari, quindi c'era da immaginarselo.

Mentre sto guardando fuori dal finestrino con la musica nelle orecchie, noto che Paulo sta facendo un'altra strada per andare all'aereoporto. Ho viaggiato molto con i ragazzi della juve e so per certo che questa non è la strada più veloce per andarci,quella la so a memoria.
Solo quando ci fermiamo davanti ad un edificio all'apparenza abbandonato, mi accorgo che i miei presentimenti erano giusti: non stavamo andando all'aereoporto.
Paulo scende dall'auto e io mi guardo intorno confusa: non conosco questo posto.

"Perchè siamo qua?" Chiedo incuriosita al mio ragazzo mentre ci incamminiamo verso l'edificio.

"Volevo portarti qua per stare un po' da soli prima di..."
Lo guardo poco convinta, ma poi viene interrotto da una voce all'interno della casa.

"RAGAA MA CHE MINCHIA FATE?"

Seguito da un'altra voce.

"OHI FATE PIANO SONO QUA FUORI! NASCONDETEVI!"

E dopo un po' di confusione generale, cala il silenzio più totale.
Scoppio a ridere vedendo la faccia sconvolta e arrabbiata di Paulo.
Si porta una mano sulla fronte.

Apre la porta e appena entriamo tutti i ragazzi della juve escono fuori da posti diversi gridando "SORPRESA!"
Io continuo a ridere e loro non capiscono il motivo.

"Grazie per il tentativo, ragazzi. Abbiamo sentito le vostre urla da animali da qua fuori" dice Paulo facendo il finto incazzato.

Miralem e Gonzalo indietreggiano con facce dispiaciute ma alla fine scoppiano a ridere anche loro, per poi urlare in coro "scusa capo".

I ragazzi sono la cosa più bella che mi sia mai capitata, dopo Paulo ovviamente. Sono legata a tutti e mi mancheranno da morire, specialmente Claudio, Mario, e si, anche Fede. In realtà mi manca il rapporto che avevamo,ma spero che con questa pausa la sua cotta per me finisca,così da poter tornare come prima.
Salutiamo tutti tra abbracci e lacrime da parte dei più sensibili,poi ci rimettiamo in macchina e stavolta ci dirigiamo davvero all'aereoporto.

All'aereoporto ad aspettarmi c'è Martina,ovviamente. Non posso andarmene senza prima non aver abbracciato la mia migliore amica.

"Non dimenticarti di me quando sarai una vip" Le faccio un sorrisetto malizioso come per dirle "ops, lo sono già!".

"E soprattutto non sostituirmi con la tipa di Cristiano!"
Sorrido, io e Sara ci siamo sentite spesso durante tutta l'estate e abbiamo già in programma un incontro al Bernabeu durante il primo giorno di allenamento dei ragazzi,nonchè la prossima settimana.

Il viaggio non dura molto, solo un paio d'ore, ed essendo ancora agosto non c'erano turbolenze a causa di pioggia o veri e propri temporali.

Ci dirigiamo verso l'autista che ci porterà nella nostra nuova casa, quando mi ritrovo in una situazione già vissuta e che non mi piace per niente: miss "tette rifatte" Antonella Cavalieri sta camminando verso di noi con un sorrisino falso sulla faccia.

"Le hai detto che saresti arrivato oggi?" Sussurro a Paulo.

Lui mi guarda confuso.

"In realtà no, e la cosa mi preoccupa."

"Paulitoo, non mi saluti?" La sua vocina irritante non è cambiata per niente in questi 3 mesi.

Si gira verso di me e sbuffa.
"Vedo che hai portato anche la tua ragazza, o qualsiasi cosa sia, dico bene?"
Si mette a ridere ma Paulo le lancia un'occhiataccia.

"Sto solo scherzando, non prendertela Lisa"

Qualcuno mi passa un coltello?

"E-lisa. Mi chiamo Elisa. Hai il cervello così piccolo che non ti entrano in testa neanche i nomi?"
Paulo mi tira una gomitata, ma si vede che è divertito pure lui.

"Che simpatica, Elisa!" Dice, accentuando la lettera E con la voce.

"Antonella, grazie della visita ma dobbiamo andare a sistemare le valigie a casa"

Antonella si offre di accompagnarci ma Paulo rifiuta immediatamente.
Mi chiedo se si siano sentiti ancora dopo quella volta all'aereoporto, ma non credo proprio. Insomma, Paulo me lo direbbe,no?
Anche se l'ultima volta che l'ho saputo lui non mi aveva detto che Antonella gli scriveva, ma...
Oh andiamo, Elisa! Sono soltanto le tue solite e inutili paranoie. Smettila e fidati di Paulo.

Sono ancora immersa nei miei pensieri mentre scendiamo dall'auto, e quello che vedo è qualcosa di... spettacolare.

"Wow."
È tutto ciò che riesco a dire.

"Ti piace?"
Mi chiede Paulo con voce speranzosa.

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora