Capitolo 35

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-primo mese-

Okay, razionalizziamo.
Sono incinta. Dentro di me c'è una creatura, un bambino, che tra 9 mesi nascerà, e io dovró prendermi cura di lui, o di lei insomma.
Ho sempre voluto avere un bambino, ma sinceramente speravo che quel momento sarebbe arrivato più in là. E invece è proprio qui, dentro di me. Mi accarezzo la pancia e sorrido.
"Mi prenderò io cura di te, piccolo"
Penso a come sarebbe se ci fosse qua Paulo. L'avrebbe presa bene sicuramente, mi avrebbe detto di rimanere a letto come se fossi malata, si sarebbe preso lui cura di entrambi.
Oggi Paulo verrá qui, a Torino, per parlarmi. Glielo avevo promesso.
Lo sto aspettando seduta sul divano pensando al mio futuro, pensando a quanto mi manca stare tra le sue braccia.
Il campanello suona.
Un brivido mi percorre la schiena come mai prima d'ora, faccio un respiro profondo e vado ad aprire la porta.
Me lo ritrovo davanti mentre si sistema i capelli. La mia voglia di saltargli addosso è immensa, ma mi trattengo.
"Ciao" mi dice con voce dolce, ma io rispondo con freddezza. "Ciao. Entra" mi accosto di lato per farlo entrare in casa.

"Non sapevo tu stessi da Alvaro. Potevi stare a casa mia, è libera" mi dice mentre si siede sul divano.
Mi siedo accanto a lui.

"Non mi sembra il caso"
Lui mi fissa negli occhi per qualche secondo.

"Sei bellissima"
Sbuffo.

"Paulo, non iniziare. Dirmi cose carine non cambierà le cose perciò parliamo e basta. Inizia tu"
Rimane spiazzato dal mio atteggiamento, ma poi inizia a parlare.

"Non mi hai fatto spiegare quel giorno ma credimi, con Antonella non è successo niente di niente. Io sono andato incazzato negli spogliatoi, Cristiano mi ha seguito e mi ha detto che Antonella era scappata via piangendo, dicendo che è colpa tua se non ha più me, che avrebbe voluto essere lei a consolarmi..."

"Okay, puoi andare al punto per favore?" Avevo afferrato il concetto, non mi importano i dettagli. Continuo ad ascoltare interessata.

"Si, scusa, ecco... ha detto che sarebbe andata nella casa in cui prima vivevamo io e lei, la casa di mio padre.!Avevo paura di ció che voleva fare, così ho cercato di raggiungerla subito. Ho detto a Cris di dire che avevo bisogno di tempo solo per evitare ciò che è successo effettivamente. Non volevo che tu venissi lì a cercarmi per poi vederci insieme e fraintendere tutto in questo modo; mi dispiace che tu sia entrata proprio nel momento sbagliato, sicuramente non volevo ferirti. Ma fidati di me: non farei mai niente che possa farti del male"
Faccio fatica a credere a questa storia, ma lo lascio parlare.

"Quando sono arrivato aveva rotto una finestra, ed era sul pavimento a piangere. Sono entrato più velocemente che potevo e lei mi ha chiesto scusa, ha detto che è stata una bambina e che è felice per me. Io non l'ho perdonata perché odio le persone come lei, odio lei. Perché è andata a finire che mi ha portato via te"
Rabbrividisco di nuovo.

"Perché era vestita con solamente un asciugamano, Paulo? Questo come lo spieghi?"
Mi porto le mani alla faccia.

"Stavo per tornare a casa. Mi ha detto che aveva bisogno di farsi una doccia e mentre stavo per uscire... sei arrivata tu. Il resto lo sai" mi dice con i lucciconi agli occhi.

Non so se credergli o meno. Effettivamente quando sono arrivata lui era vestito, ma boh...è comunque scappato senza avvertirmi per andare dalla sua ex, mi sembra un ottimo motivo per essere arrabbiata con lui.

"Okay, sono contenta di averti ascoltato e mi dispiace non averlo fatto prima ma ero troppo arrabbiata. Questo non significa che non sono più arrabbiata con te. Ultimamente andava tutto male tra noi e non stavo più bene in ogni caso. Non torneremo insieme, questo lo sai?
Annuisce.

"Ho fatto una stronzata, e mi dispiace, perderti era l'ultima cosa che volevo fare."
Deglutisco.
Quanto.
Mi.
Manca.

"Io ho bisogno di chiederti una cosa: tu mi ami ancora?" Mi chiede all'improvviso.

"Vuoi la verità o la bugia?" Chiedo sorridendo.

"Bugia."
Gli carezzo la mano con un pollice.

"No, non ti amo"
Lui sorride.

"Ma paulo, anche io devo parlarti" dico tornando tesa e pensando che devo dirgli del bambino.
Mi fa un cenno con la testa per dirmi di continuare.

"È che non so come dirtelo. È complicato, io..."

"Eli, non ti preoccupare, tu dimmelo tutto d'un fiato, senza pensarci."
Prendo un respiro profondo.

"Okay, allora... sono incinta."
Paulo sbianca.
Non dice niente.

"E tu sei il padre, ovviamente"

"Io, io..." balbetta, e io lo interrompo.

"Si lo so che è un momento del cazzo, abbiamo appena litigato, ci siamo lasciati, e proprio adesso rimango incinta e tu sei il padre. È un casino vero?" Dico andando nel panico, forse perché non ci avevo mai pensato fino in fondo. Lui se ne fregherà sicuramente dato che non è più il mio fidanzato.

"Eli, ma cosa dici, io..."

"No, infatti, so che tanto adesso scapperai in Messico, lo fanno tutti!" Dico buttandomi sul divano.

"Io penso che tu stia guardando troppi film. Elisa... sono felicissimo. Non mi importa se non stiamo insieme, io ti amo e aspetti un bambino, che è anche il mio. È il nostro. Non ti lascio proprio ora" si avvicina a me e mi prende la mano.

"Se fosse stato per me non lo avrei mai fatto"

Ora ne ho la conferma: Paulo è ancora la persona di cui mi sono innamorata un anno fa.
Questo peró non cambia le cose. Lascerò che mi aiuti col bambino, ma non ci torneró insieme.
O almeno... non adesso.

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora