capitolo 31

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Guardo Antonella con faccia disgustata, poi riporto lo sguardo su Paulo. Sono delusa.
Eppure una voce dentro la mia testa l'ha sempre saputo. Da quella litigata ho sempre pensato che Antonella ci avrebbe in qualche modo separati. Ma non pensavo in questo modo, e non pensavo che lui sarebbe stato d'accordo.

Inizio a correre. Ho fatto tanta strada per arrivare fin qui, per rivederlo, per riavvicinarmi a lui. Sono venuta qui per confortarlo e per sistemare le cose. Sono qui perchè volevo farlo felice. Eppure è lui che ha distrutto me.
Mi urla che non è come penso, che vuole spiegarmi, che non è stata una cosa programmata e che non hanno fatto niente di male, ma io non lo ascolto. Continuo per la mia strada senza neanche voltarmi. Mi sento tradita, vorrei solo che fosse tutto un brutto sogno, alzarmi domattina e trovarlo accanto a me che dorme come un orsetto, poi andare con lui a preparare la colazione e vederlo mentre brucia qualsiasi cosa metta sui fornelli. Mi do qualche pizzicotto ma sono sempre li, a camminare non so dove per il centro di barcellona, senza neanche la forza di piangere.
Da quando sto, o meglio dire "stavo" insieme a Paulo, lui è sempre stato la mia unica certezza. Non Fede, Martina, Claudio, no. Era colui che c'è sempre stato, che non ha mai detto una parola fuori posto, e anche io ho fatto tutto questo per lui, e ha deciso di ripagarmi cosí.
Mi volto appena arrivo di fronte alla stazione e vedo che Paulo mi sta seguendo, cosí entro velocemente e fortunatamente appena arrivo al giusto binario il treno è già li.
E mentre parto e vedo barcellona allontanarsi, sento che mi sto allontanando da Paulo, e stavolta definitivamente. Non stiamo più insieme.

Appena arrivo a casa è notte, è buio e io sono ancora stordita. Di fronte casa mia, seduti sul pianerottolo, ci sono Sara e Alvaro.

"È lì, guarda!" Gli dice Sara per poi venirmi incontro insieme allo spagnolo.

"Elisa, perchè non hai risposto alle nostre chiamate? Ci hai fatto stare in pensiero." Mi dice sara abbracciandomi.

"Va tutto bene. Potete andarvene?"
Entrambi mi guardano stupiti.

"Vi prego, andatevene" sento che sto per piangere.

"Okay, okay. Parliamo domani." Si limita a dire Sara, poi esce dal mio giardino e guida verso casa.

Anche alvaro viene ad abbracciarmi. E forse perchè lo conosco da una vita, forse perchè ormai avevo esaurito le forze, crollo tra le sue braccia.

"Ehi, calmati, Eli" mi dice carezzandomi la schiena ma io non riesco a fermarmi.
Mi porta dentro e mi fa salire in camera.

"Ti va di parlare?" Mi chiede mentre io smetto di piangere.
Scuoto la testa.

"Okay, quindi io all..."

"Voglio tornare a Torino" esclamo all'improvviso. Lui mi guarda con gli occhi spalancati, ma non dice niente. Solo dopo qualche minuto mi dice una cosa che non mi sarei mai aspettata.

"Posso venire con te?"
Lo guardo confusa.

"Solo per qualche giorno,intendo. Non voglio lasciarti sola adesso"

"Io voglio stare sola" affermo.

Lui si siede vicino a me.

"Lascia almeno che ti accompagni. Posso andarmene via anche domani sera. Ma voglio accompagnarti"
Annuisco.

E cosí, senza dire niente a nessuno, neanche a Fede, prenoto due biglietti aerei per Torino per domani mattina.
È incredibile quanto le cose cambino così in fretta. Un anno fa ho conosciuto Paulo, l'amore della mia vita. Sono venuta a Madrid per sostenerlo, perchè lo amo, ma qualcosa si è rotto.
E adesso sto per lasciare lui, la mia casa, e il mio lavoro. E mi sta bene cosí.

••••

Mi sveglio un paio d'ore dopo sentendo delle urla.

"Sei uno stronzo, cazzo. Le hai spezzato il cuore, lo capisci?"

"Ma che ne sai tu? Non sai niente,non sai come è andata, quindi lascia che io vada da lei!" È la voce di Paulo.

"Elisa torna a Torino oggi."

"Cosa?"

"Hai capito bene. E io la accompagneró"

"Tu non farai un bel niente."

"Voglio starle vicino e farla felice, al contrario di ció che hai fatto tu"

Paulo mi guarda mentre mi avvicino a loro mezza addormentata.

"Amore!" Mi dice avvicinandosi a me e io faccio due passi indietro.

"Non chiamarmi amore" gli dico quasi urlando.

"Voglio parlarti."

"E io non voglio parlare con te."

"Lascia che ti spieghi,io..."

"Non c'è niente da spiegare. Mi hai ferita, da morire. Non posso perdonartelo, eri consapevole che il tuo segreto non sarebbe durato per sempre"

"Non c'è nessun segreto, Elisa! Fam..."

"No, basta, per favore. Comunque Alvaro grazie, ma non importa che Paulo se ne vada"
Paulo mi sorride.

"Perchè me ne vado io"
Dico per poi tornare in camera e infilare in valigia le prime cose che mi capitano sotto gli occhi.

Paulo mi segue e inizia a parlarmi  ma per la seconda volta non lo ascolto.

Appena ho finito dico a Paulo di lasciarmi il mio tempo per pensare a cosa fare, e forse, in un giorno lontano, potró perdonarlo.
Ma tornare insieme, nah, che se lo scordi.
Dopodichè io e Alvaro andiamo verso l'aereoporto e finalmente prendiamo l'aereo che ci riporta verso casa. La mia vera casa.

••••

"Come stai?"
Mi chiede mentre entriamo nella sua vecchia casa a Torino: viveva qui quando giocava nella juve. Dato che non volevo ancora dire a nessuno che sarei tornata, ha deciso di ospitarmi li.

"Secondo te?" Mi lascio cadere sul divano.

"È da anni che non venivo qua, sai?" Mi dice mentre va in cucina a prendermi un po' d'acqua.

"Anche io. È ancora accogliente peró" dico ad Alvaro.

"È tutto merito della donna delle pulizie"

Sorrido e poi prendo il bicchiere d'acqua che mi porge e inizio a bere.

"L'acqua non mi aiuta per niente" sbuffo.

"Hai bisogno di qualcosa che ti faccia dimenticare dei problemi: l'alcool" Mi dice, sorridente.

Alzo un sopracciglio. L'ultima volta che ho bevuto sono finita in coma per due mesi, è meglio evitare.
Peró... non devo guidare, no?
E poi ho bisogno di staccare da tutto, e dato che le uniche due cose che mi fanno questo effetto sono Paulo e l'alcool... beh, mi sa che mi tocca scegliere la seconda opzione.

Annuisco, e seguo Alva in cucina. Lui mi porge una bottiglia di vodka lemon e beve insieme a me uno shottino.
Poi due, poi tre e poi sette e poi...
Inizio a ridere senza motivo.
Sono felice e spensierata, e dopo tanto tempo, non sto pensando a Paulo. L'ho dimenticato.
E anche se so che è solo colpa dell'alcool, e che domattina starò anche peggio a causa della sbornia, non mi importa, e decido di godermi questo momento.
Anche perchè so che dimenticarlo del tutto sarà difficile.
Impossibile.

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora