capitolo 34

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"E tu invece che ci fai qua?"
Chiedo per cercare di distrarre Fede.
Lui nel frattempo ha chiesto una scatola di oki alla dottoressa che ormai ci guarda e ci ascolta come se niente fosse.

"Io ci vivo qua, scema. Non cercare di farla franca" mi dice e, dopo aver pagato, usciamo dalla farmacia.

"È tutto un casino, Fede. Non ce la faccio più". Fede mi fa questo effetto, quando sono con lui divento trasparente e le mie emozioni non riesco a nasconderle. Non so se è un bene oppure un male.

"Ehi, facciamo una cosa: adesso andiamo a casa tua e mi racconti tutto, okay? Così ti sfoghi un po'" mi dice asciugando le lacrime sulle mie guance con i pollici.

"Ecco vedi, non sto a casa mia. Sono nella vecchia casa di Alvaro" dico cercando di calmarmi.
Fa una faccia stupita.

"Ma che diamine combini quando non ci sono io?" Ride e io sorrido insieme a lui. Lo ripeterò altre mille volte: mi era mancato da morire.

Parcheggio la mia auto davanti casa mentre Fede parcheggia la sua un po' più indietro, dato che non c'era più nessun posto.
Lo faccio entrare.

"Però, carino qui" dice mentre si guarda intorno.

Gli faccio cenno di seguirmi e saliamo al piano di sopra. Mentre fede si siede sul letto, chiudo la porta alle mie spalle.

"Allora, prima domanda. Perchè sei tornata a torino?"

"Avevo bisogno di tempo per pensare. Ho ancora bisogno di tempo per pensare"
Lui mi guarda confuso.

"A cosa?"
Sospiro.

"Dopo la partita di Sabato Paulo è sparito non so dove, e anche la sua ex"

"Antonella?" Mi interrompe.
Annuisco per poi ricominciare a parlare.

"Cris mi ha detto che era andato a Barcellona, così l'ho raggiunto, e quando mi ha aperto la porta... ho visto Antonella dietro di lui con solo un asciugamano addosso. Mi ha uccisa"
Dico lasciandomi cadere sul letto.
Fede serra i pugni.

"Io quello lo ammazzo"
Gli accarezzo la schiena per tranquillizzarlo.

"Ehi ciccio, ti ricordo che l'ultima volta che hai cercato di ucciderlo la nostra amicizia è quasi finita per sempre. Non vorrai fare di nuovo casino"
Lui alza gli occhi il cielo.

"Quello è il passato, guarda come siamo adesso!" Mi dice per poi iniziare a farmi il solletico.

Lo faceva sempre prima, e da un lato sono felice che questa cosa ricominci. Dall'altra però vorrei solo che la smettesse perchè non respiro più dal ridere.
Quando ha finito mi guarda serio e capisco che vuole farmi un'altra domanda.

"Perchè non me l'hai detto subito?"
Fa il labbruccio.

"Perchè so che mi avresti assillato con 2000 domande, come effettivamente stai facendo. E non avevo voglia di parlarne"

"Okay, ti perdono" mi risponde con un sorriso a 32 denti.
"Ma adesso la domanda più importante: si puó sapere perchè hai preso un test di gravidanza?"
Cala il silenzio nella stanza.
Non voglio rispondere, anche perchè ora che me lo ha ricordato la paura è tornata dentro di me.

"Ecco, è una cavolata, stamattina ho vomitato quasi sicuramente per colpa dell'alcool, ma Alvaro ha pensato, beh..."

"Che tu fossi incinta?"
Alzo un sopracciglio.

"Che prespicace che sei!" Gli dico ridendo.

"Dai Eli, è una cosa seria. Se dovesse essere così, saresti pronta per un bambino?"
Già, lo sarei?

"Non lo so. Fino a due giorni fa lo ero, avevo lui. Adesso mi sento così sola e..." scuoto la testa.
"Ma non devo pensarci. Sono sicura che è solo un brutto presentimento di Alvaro, niente di più" dico cercando di autoconvincermi, ma in realtà, la mia paura cresce sempre di più.

"Beh, allora scopriamolo, no?"
Annuisco e vado a prendere la scatolina del test di gravidanza.

"Fede aiuto, io non so come si usa!" Chiedo al mio migliore amico mentre litigo con il manuale delle istruzioni.

"E secondo te io si?" Mi risponde ironico.

"Uff. Dunque: aprire blablabla, andare in bagno e blablabla, aspettare 5 minuti e blablabla, se c'è una linea non sono incinta,se ce ne sono due si. Semplice no?"
Dico a Fede di uscire dal bagno e poi faccio tutto quello che devo fare.

"Posso entrare?" Mi chiede dall'altra parte della porta.

"Ho paura, Fede. Tanta" dico, mentre metto il test capovolto sul lavantino.

"Qualsiasi sia il risultato, hai intenzione di parlarne con Paulo?"
Ci penso per qualche secondo.

"Si, certo. Voglio parlargli per permettergli di spiegarmi la sua versione dei fatti. E se ci sarà bisogno gli dirò anche di questo, sarebbe lui il padre e avrebbe il diritto di saperlo"
Dico mentre guardo l'orologio.

"Se per caso dovesse, ecco, risultare positivo... lo perdoneresti?"
Sussulto.

"Che cosa? No! Sono arrabbiata e... delusa. Non potrei mai. Mi ha ferita, troppo"
Anche Fede guarda l'orologio, poi si rivolge verso di me.

"In ogni caso, è il momento di sapere la verità"
Gli lancio un'occhiataccia di disapprocazione.

"Fede, mi sembra di essere dall' FBI" dico ridendo.

"Gira quel test!" Mi risponde lui, gridando.
Senza troppe esitazioni lo prendo in mano e...

Lo giro.

Una linea.

Non sono incinta.

Tiro un sospiro di sollievo, e butto fuori tutta la tensione accumulata nelle ultime ore. Avere un bambino sarebbe stata la cosa migliore del mondo, ma questo non sarebbe certo stato il momento adatto.

Salto addosso a Fede e anche lui sembra essere felice, per me.

Gli squilla il cellulare e risponde mentre io vado a mettermi una felpa dato che fa abbastanza freddo.

"Pronto? Ciao marti! No, tutto okay. Stasera dici? Mmh, ho un impegno, facciamo domani? Si okay, allora passo io alle 20. A domani piccola"
E riattacca.

Mi affaccio dalla porta del bagno e lo guardo maliziosamente.
"Piccola?" Chiedo avvicinandomi a lui.

"Ho seguito il tuo consiglio. Sto cercando di farla sentire a suo agio, spero che vada bene. Cavolo ,Eli, mi piace davvero"
Guarda in alto con sguardo sognante.
È bellissimo vedere Fede così felice, soprattutto se so che a renderlo tale è la mia migliore amica.
Mi sarebbe piaciuto fare un'uscita a 4 con loro, ma... ma vabe.

"Comunque, dove è il cestino? Così butto sto coso" mi dice sventolandomi davanti il test.

"Ce ne è uno là, vicino alla vasca" dico mentre mi lavo le mani.

Fede apre il cestino ma poi si ferma.

"Eli... sei sicura che il tempo di attesa fosse 5 minuti e non, ecco, 15 minuti?"
Mi chiede voltandosi verso di me.

"Credo di si... perchè?"
Mi tendo in avanti per prendere l'asciugamano ma cerco di tenere lo sguardo su fede.

"Perchè qua... ci sono due linee"
L'asciugamano mi cade dalle mani.

"Questo significa che..." chiedo con un filo di voce.

"Aspetti un bambino, Eli. Congratulazioni"

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora