capitolo 29

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Ci stacchiamo da quell'abbraccio lunghissimo, forse il più bello che ci siamo mai dati, perchè quello di un nuovo inizio.
Con Fede era andato tutto male, ma lo avevamo detto, che saremmo ritornati. E non importa quanto tempo ci è voluto, o come è ci siamo riusciti: è successo e basta. Son quelle cose che neanche programmi, ti ci ritrovi dentro e non sai come o perchè, ti ci ritrovi dentro e non puoi far altro che accettarlo.
Mi mancava. Tanto. E non si parla di mancanza fisica, non si parla del vedersi tutti i giorni, no: mi mancava la persona, la figura che mi è stata accanto per anni e che era scomparsa come per magia. Non vedevo l'ora che tornasse.

"Eli, io..."
Lo interrompo.

"No, Fede, è tutto okay, abbiamo parlato mille volte del nostro rapporto, non importa riprendere il discorso adesso. So solo che ho bisogno di te più che mai, e non ho più voglia di starti lontano"
Sorride.

"Stavi piangendo." Mi dice poi a un certo punto tornando serio.
Annuisco.

"Cosa succede? È per Paulo?"
Sospiro.

"Si, è per lui. E anche per me. È per noi, ecco"
Mi guarda confuso e cerco di spiegargli.

"Ti ricordi di Antonella, no? Ecco, adesso che siamo a Madrid è tornata a rompere i coglioni, dice cose che non dovrebbe dire e ho iniziato ad essere gelosa. Soprattutto il primo giorno di lavoro, l'ho incontrata dato che lavora lì e disse una cosa del tipo 《sono tornata a sentire il sapore delle sue labbra e bla bla》. Quando l'ho detto a Paulo abbiamo litigato come non avevamo mai fatto, e da lì le cose sono andate sempre peggio. Siamo distaccati e entrambi occupati con il lavoro, e non sono neanche più andata a vedere una partita, se non due o tre. Avevo deciso di trasferirmi qui per lasciare le cose così come stavano tra di noi e per stargli vicino, eppure lo sento sempre lontano. E questa situazione è più grande di me: con Marco era diverso, eravamo studenti, abitavamo vicino, non c'erano puttane rompipalle, insomma... non so come riuscire a cambiare le cose"
Mi giro verso Fede e gli sorrido.

"Hai capito, no?" Chiedo nella speranza che lui possa aiutarmi.

"Si?" Mi dice poco convinto.

"Lo so,è una brutta situazione. Ho provato a parlargliene, ma lui dice che non ha mai tempo, che è stanco oppure 《non è il momento》" faccio il segno delle virgolette con le dita.

"Parlare è l'unico modo per risolvere una situazione del genere. Perchè non lo accompagni alla partita di sabato prossimo? Cerca di sostenerlo, lui apprezzerà e cercherà di riavvicinarsi sicuramente. Poi sarà più facile parlargli"
Gli sorrido e lo abbraccio di nuovo.

Non è una cattiva idea, anzi: Paulo ama i piccoli gesti, e venire a sostenerlo alla partita è un ottimo modo per cercare piano piano di riavvicinarmi a lui. Questa situazione non la sopporto più.
Cerco di cambiare discorso.

"Ma a proposito di problemi di coppia... con Martina?"
Fede sbuffa e inizia a raccontarmi.

"Ci stiamo sentendo da un po' e mi sono finalmente deciso a baciarla, quando lei mi molla lì da solo come un cane e scappa via" si mette a ridere.

"Martina ha paura di questa relazione. Tu falla sentire a suo agio. Le piaci, Fede, e anche tanto" affermo, ricordandomi della chiamata di ieri mattina.

Sbadiglio e dico a Fede che ho bisogno di dormire, e dopo che sono tornata in camera, mi metto nel letto e mi addormento subito.

La mattina dopo accompagno Cla e Fede all'aereoporto.

"La prossima volta saremo noi a venire a Torino" sorrido ai miei due amici.

"Ciao Principino" abbraccio forte Cla, poi salto addosso a Fede.

"Mi mancherai tanto, troppo, chiamami appena puoi" gli dico, e non voglio lasciarlo andare. Devo recuperare tutti quei mesi persi.

"Anche tu mi mancherai."

Claudio ci scruta dalla testa ai piedi e alza un sopracciglio.

"Scusate, cosa mi sono perso?"
Io e fede scoppiamo a ridere.

"Storia lunga, te la racconto in aereo Cla, l'aereo che perderemo se non ci muoviamo adesso" dice Fede, e dopo averli salutati un'ultima volta con la mano, li vedo scomparire in lontananza.

Appena torno a casa mi accorgo che Paulo è in soggiorno.

"Ciao. Sei arrivato presto" gli dico sedendomi accanto a lui sul divano.

"Giá. Ciao" mi sorride.

"Paulo,mi dispiace per la scenata di ieri sera. L'ultima cosa che volevo era litigare" lui mi guarda e poi mi stringe a se.

"Non preoccuparti, lo fai perchè non vuoi perdermi e io lo so. Solo che devi fidarti di me"
Alzo gli occhi per guardarlo.

"Mi fido di te, lo sai. È di lei che..."

"Si, Eli, lo dici sempre. Ma se ti fidi di me al 100% non dovresti neanche preoccuparti di lei"
Ha ragione. Ma quella ragazza non me la racconta giusta e non posso farci niente: non mi piace, anzi, la odio proprio.

"E comunque scusami per averti rinfacciato in quel modo di non essere voluta venire con me" sorrido.

"Non devi scusarti, Paulo, hai ragione. Alla prossima partita ci sarò, okay? E farò il tifo per te."
Anche lui ricambia il sorriso.
Quel sorriso mozzafiato.

••••

La partita contro l'atletico sta andando malissimo. Sono seduta in tribuna con Sara e siamo praticamente alla fine.
Paulo ha giocato da schifo.
Perdeva palla, ha sbagliato una punizione, insomma, non era per niente concentrato. Quando si ha una giornata no, è normale non dare il meglio di sé stessi. Solo che nessuno sapeva il motivo del suo comportamento e soprattutto nessuno era d'accordo col suo comportamento. I tifosi hanno iniziato a fischiare, i compagni a dirgli di riprendersi, e Zidane è stato costretto a toglierlo alla fine del primo tempo. E vedere il secondo tempo con Paulo in panchina mezzo incazzato e mezzo deluso non è stato bello.
Stiamo comunque vincendo, è vero, ma non mi importa molto adesso. Vorrei solo parlargli e capire perchè fa cosí.
L'arbitro fischia tre volte e da fine alla partita. Paulo corre velocemente dentro lo stadio, probabilmente verso gli spogliatoi, e lo vedo sparire in 3 secondi, massimo 4.
Aspettiamo che tutti se ne vadano e poi entriamo anche noi per cercare i nostri fidanzati.

Mentre vado verso gli spogliatoi peró un'ondata di giornalisti mi travolge e inizia a farmi domande.
"È lei la fidanzata di Paulo Dybala?"

"Fa cosí perchè gli manca torino?"

"È colpa sua se sta cosí male? Cosa è successo?"

"Vi siete lasciati?"

"Ha perso la tecnica, altro che nuovo Messi!"

Mi arrabbio sempre di più, fino a che non mando tutti a fanculo e finalmente riesco a raggiungere i ragazzi insieme a Sara.

Quest'ultima entra e inizia a fare i complimenti a Cris, ma appena entro io, si voltano tutti a guardarmi con facce preoccupate.
Mi guardo intorno e mi accorgo di una cosa: Paulo non c'è.

"Dov'è Paulo?" I ragazzi si guardano tra di loro.

Cris sospira.
"Se ne è andato."

"È gia andato a casa?" Chiedo, abbastanza confusa. Paulo mi aspetta sempre.

"No. Se ne è proprio andato via. Via da Madrid" aggiunge.

Spalanco gli occhi.

"E dove è andato?" Mi trema la voce.

Cris guarda i ragazzi e poi, sospirando di nuovo, mi dice l'ultima cosa che speravo mi dicesse.

"Non ne abbiamo la più pallida idea"

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora