Capitolo 36

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-Secondo mese-

Strofino le mani tra di loro per farle scaldare. Ho sempre detto ai miei di mettere almeno una stufa in casa loro, ma a quanto pare continuano a non ascoltarmi. Li sto aspettando da una decina di minuti, gli ho detto che devo parlargli di una cosa importante. Chissà come la prenderanno, insomma, mi vogliono un bene dell'anima, saranno sicuramente felicissimi per me, peró un po' di paura c'è, come quando l'ho detto a Paulo.
Finalmente sento il rumore di una chiave che entra nella serratura e poi la porta si apre.

"Tesoro! Come stai? Come è andato il viaggio? Quando sei arrivata? Oddio, sei così bella! Fatti vedere!" Mi dice mia madre mentre mi strizza le guance come faceva quando avevo due anni.
Alzo gli occhi al cielo ma sorrido.
Anche mio padre mi saluta, ma prima che la cosa degeneri, metto subito le mani avanti e inizio a parlare.
Gli racconto tutto, del fatto che sono a Torino da più di un mese in realtà, che mi sono lasciata e che, beh, aspetto un bambino.

"Amore, ma... non è un po' presto? E poi hai anche litigato con Paulo, come fai..."
Mi dice mio padre, il quale è visibilmente preoccupato.

"Non è un bel momento e ne sono consapevole, ma anche se io e paulo non stiamo insieme, abbiamo chiarito. Ha detto che vuole aiutarmi... lui mi ama papà, non mi lascerà sola"
Max annuisce poco convinto. Il fatto che si preoccupi per me mi fa sentire meglio, ma voglio anche che rispetti la mia decisione.

"Tesoro ma non hai pensato all'ipotesi di... abortire?" Chiede mia madre all'improvviso.
Spalanco gli occhi.

"Cosa? Assolutamente no. È mio figlio, mamma. Non è un errore, qualcosa da buttar via. Affronterò la questione a testa alta, che voi approviate o meno"
Sbatto le mani sulla tavola, per poi alzarmi e andarmene in un altra stanza.
I miei mi seguono.

"Ho solo detto che potevi prenderla in considerazione, non ho mai detto che non sono felice o che non ti appoggeró. Sei mia figlia, nostra figlia-dice indicando max- e ti meriti il meglio"
Questo era quello che volevo sentirmi dire.
Dopo abbracci e cose varie, li informo che da lì a poco sarei dovuta andare via perché ho la mia prima visita dalla ginecologa, per sapere se è tutto apposto.
Si offrono di accompagnarmi ma gli dico che ho già un accompagnatore.
No, non è Paulo. Lui si sta allenando a Madrid.
Mi accompagnerà un altra persona, molto importante per me. Il suo nome è Federico.

Appena arrivo allo studio della ginecologa, la dottoressa Ferrari, Fede è lì davanti alla porta che mi aspetta. Sta guardando il cellulare, ma quando porta lo sguardo su di me sorride.

"Ciao piccola mamma" mi dice abbracciandomi.

"Non esageriamo, idiota" lo stringo più forte.

"Non ti conviene offendermi. Sei in ritardo signorina"
Mi scuso dicendogli che ero dai miei, e mentre ci dirigiamo dentro gli racconto un po' come sono andate le cose.

Il mio turno arriva quasi subito, dato che effettivamente ero davvero in ritardo.
Sono agitata, ho paura che ci sia qualcosa che non vada nel bambino... ho preso pure una sbornia mentre ero incinta, lo stress e tutto, ste cose non hanno contribuito per niente.
Fede mi carezza la schiena per tranquillizzarmi e insieme entriamo.

"Ciao Elisa. Come stai?"
Sorride.

"Bene grazie, forse un po'agitata"

"Ma no, rilassati pure e siediti sulla poltroncina per adesso. Ti farò qualche domanda e poi ti stenderai sul lettino e procediamo con la visita"
Annuisco e dopo essermi tolta il cappotto, mi siedo e anche fede fa lo stesso.

"Da quanto tempo sa di essere incinta?"

"L'ho scoperto circa un mese fa, dopo aver vomitato ho fatto il test ed è risultato positivo. Non so da quanto tempo lo sono effettivamente peró" mi rendo conto che sto tremando.

"Prendeva qualche pillola?"

"No. Mai prese. Usavamo i preservativi"
Arrossisco, non sono abituata a parlare di queste cose davanti ad una sconosciuta. Di Fede non mi importa, sa tutto di me ormai.

"Okay, Elisa-si gira verso Fede- ma lei è... Federico Bernardeschi?" Dice quasi gridando.
Fede sorride.
"Ommioddio, è incredibile. Lei è il padre del bambino?"
Scoppiamo a ridere.

"Sono il suo migliore amico. Il padre è ad allenarsi a... Madrid"

"Non ci credo, ci manca solo che il padre sia Paulo Dybala e abbiamo una piccola famiglia di star" dice ridendo.
Arrossisco visibilmente, di nuovo.
Io e Federico ci lanciamo un occhiata complice, ma evitiamo di ridere per rispetto.

"Allora è tutto apposto, puoi stenderti sul lettino"

Mi tolgo la maglia e mi stendo sul lettino. La dottoressa mi unge la pancia con una sostanza strana e tanto fredda. poi accende un macchinario e lo muove su e giù dove ha messo l'olio. Quel coso è davvero troppo freddo.

Lo schermo davanti a noi si accende e vedo una macchia nera... non ci capisco niente.
Fede mi prende la mano.
E poi lo vedo, un piccolo pallino bianco. È ancora un fagiolino.
Sorrido e mi commuovo, Fede fa lo stesso.
È davvero bello sapere che tra poco quel pallino diventerà un bebè di cui io sarò responsabile.
Spero solo di essere una brava mamma.
Spero che lei o lui trovino la loro anima gemella.
Spero che trovi un migliore amico come Federico e una migliore amica come Martina.
Spero di non deluderlo/la.
Spero che sia felice, voglio che sia felice.

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora