capitolo 25

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L'uomo di fronte a Paulo mi squadra dalla testa ai piedi, mentre si strofina il mento con la mano. Si avvicina a me e inizia a girarmi intorno come se fosse una vera e propria ispezione. Lo seguo con gli occhi continuando a non capire, e lancio sguardi perplessi a paulo, che invece mi sta guardando con un sorriso stampato in faccia.

Appena quello strano signore ha finito di guardarmi da ogni angolo della stanza, si posiziona davanti a me e mi porge la mano.

"Piacere,sono Florentino, Florentino Perez."

Oh, quindi è lui il presidente del real madrid? Lo facevo... diverso. E non saprei dire se in senso negativo o positivo.
In ogni caso è lui che comanda qui, quindi senza dire niente,mi presento anche io.

"Salve, sono Elisa Allegri."
Si mette a ridere.

Guardo Paulo e lui mima un *è stravagante* con le labbra.

"Il caro e vecchio Max ha una figlia quindi"

"Non proprio, ma è come se lo fossi."

Ora peró non ho voglia di spiegare a uno sconosciuto la storia della mia vita, anzi, ci terrei a sapere il perchè di quello che è avvenuto qualche minuto fa.

"Potrei sapere di cosa stavate parlando? Insomma si, quale lavoro intendeva dire Paulo, e il perchè della sua... ecco... ispezione" faccio il segno delle virgolette con le dita all'ultima parola.

Esita un attimo, poi spostando il peso da una gamba all'altra inizia a parlare. Evidentemente non riesce a stare fermo per molto tempo.

"Vede signorina allegri-" lo blocco immediatamente. Ho 19 anni, non 70.

"Mi dia del tu, signor perez"

Devo averlo colto di sorpresa,perchè mi guarda stupefatto, ma continua quasi subito il suo discorso.

"Bene, Elisa, io e Paulo stavamo parlando della sua campagna al Real, e dato che avevamo praticamente finito, gli stavo raccontando una sventura che ci è capitata due settimane fa"

Si blocca in attesa di una mia qualsiasi reazione ma non sapendo che dire,faccio la finta dispiaciuta.

"Oh, mi dispiace tanto. E di cosa si tratta?" Guardo Paulo per cercare un'approvazione da parte sua e lui ricambia con i pollici in su.

"La nostra modella principale, Judith, si è dovuta trasferire a causa del lavoro del marito e ci ha lasciati. Stiamo cercando una ragazza che può sostituirla, bella e ovviamente che sia disposta a fare tante foto"

Viene interrotto da Paulo.

"E mentre mi stava dicendo questo, sei entrata tu. È il destino, Eli! E poi sei in cerca di un lavoro, no? È una grande opportunità. Devi accettare"

Io e Perez ci voltiamo all'unisono per guardare Paulo, che ha quegli occhioni da cerbiatto a cui è difficile resistere.

"Che ne dici, Elisa?" Mi chiede poi,speranzoso.

"Io... non... ci devo pensare"

Paulo si fa serio, e posso sentire una punta di rabbia nella sua voce.

"Stai scherzando?"

"Vi lascio soli qualche minuto" ci dice Perez mentre esce dalla porta.

"Elisa, andiamo! Tu sei bellissima, e questo lavoro è perfetto per te. Potemmo anche vederci più spesso perchè potrai venire a tutte le partite. Cosa c'è che ti blocca?"

Ci penso un po', e poi arrivo ad una conclusione ovvia: non posso fare questo alla juve.

"Non capisci. Diventare la donna immagine del real ed essere praticamente di sangue bianconero... non è corretto, Paulo."
Gli dico tutto d'un fiato, ma appena pronuncio queste parole mi rendo conto che effettivamente è una scusa stupida e che il mio cervello l'ha pensata solo per nascondere il vero motivo. Evidentemente anche Paulo l'ha capito perché mi sta guardando in modo perplesso.

"Sai benissimo che non c'entra niente con la juve. E poi sarebbe solo per qualche mese, quindi non ti credo. Quale è il vero motivo?"

La verità è che da quando sono nata la mia autostima non è cresciuta neanche un po' insieme a me. Sono sempre la solita ragazza insicura di prima e non penso di essere adatta a fare la modella. Avere le macchine fotografiche puntate addosso ogni giorno, non so... mi crea un certo disagio.

"Non mi sento all'altezza" dico, stavolta più sincera che mai.

Paulo si avvicina a me e mi prende le mani.
Abbasso lo sguardo.

"Sei bellissima"
Non dico niente.
Mi prende il mento tra le dita e mi costringe a guardarlo negli occhi.

"E sei anche tanto testarda"
Sorrido.

"Ti troverai benissimo. Non devi temere di niente. Almeno provaci, se poi vedi che non è il tuo posto puoi anche smetterla, ma se non ci provi non potrai mai saperlo."
Ha ragione.
In fondo,il mio obiettivo era trovare un lavoro il più presto possibile. E cosa posso avere di meglio se non un lavoro che non occupa tanto tempo e mi permette di stare vicino a Paulo e gli altri?

"E va bene, lo faró"
Stiamo per baciarci, quando la porta si apre bruscamente ed entra Perez gridando "sii, che bello" e saltellando dalla gioia.
Si ricompone quasi subito.

"Non stavo origliando dietro la porta. E comunque parlate a voce alta"
Scoppiamo a ridere.

"Okay, Elisa. Puoi iniziare già da domani. Ovviamente i servizi fotografici saranno spesso con i giocatori. A te va bene no?"

"Certo" rispondo felice,avrei potuto fare amicizia con tutti più in fretta.

Quello che sembra non approvare qui è Paulo, il solito geloso.

"No aspetta cosa?" Chiede nervoso.

"Paulo, sono solo foto. Calmati" gli dico, poi gli giro la testa e lo bacio dolcemente. Di solito lo fa calmare.
Lui però si stacca e inizia a borbottare con Perez, così io ne approfitto per scivolare via dalla stanza e andarmene finalmente con Sara a prendere un caffè.

•••

La luce del sole caldo di Madrid entra dalla grande finestra di camera nostra. Paulo non c'è, è sicuramente uscito a fare delle commissioni per la nuova casa. Avrebbe iniziato gli allenamenti la settimana dopo, mentre io ho il mio primo servizio fotografico proprio oggi.
Non mi pento di aver scelto quel lavoro. Lavorare in compagnia dei calciatori e di altre ragazze come me non mi dispiaceva affatto. In fondo erano solo delle foto, se fossero venute male bastava rifarle.

Mi vesto sportiva, consapevole del fatto che mi avrebbero dato loro i vestiti con cui avrei dovuto posare.
Mando un messaggio a Paulo per avvertirlo che me ne stavo andando, poi mi dirigo verso lo studio.

Appena entro tutti mi guardano in modo strano. È il mio primo giorno,è tutto normale: erano abituati ad un'altra faccia. Mi avvicino dagli styilist e dopo varie presentazioni, mi porgono una maglia del real, la prima divisa per la precisione, così vado a cambiarmi nel camerino.
Faccio abbastanza in fretta, e mentre aspetto che comincino il lavoro, mi avvicino ad un tavolino con una bottiglia d'acqua e qualche bicchiere, ho sete e voglio bere un po'.
A un certo punto sento qualcuno che mi chiama alle mie spalle.

"Ehi, scusa, ragazza... hai mica visto..."
Mi volto per vedere chi fosse e mi ritrovo davanti Gareth Bale, che appena mi riconosce si blocca.

"Elisa! Da quanto tempo! Lavori qua adesso?" Già, da quanto tempo, e menomale.
Dentro di me speravo con tutto il cuore che il servizio fotografico non fosse con lui.

"Proprio cosí, Gareth. E a te come va? Come mai da queste parti?"
Dico con poco entusiasmo e fingendomi davvero interessata, mentre inizio a sorseggiare il mio bicchiere d'acqua.

"Tutto okay, sono qua per Antonella, la mia ragazza, che lavora qui. A proposito l'hai vista?"

Il cuore mi si ferma nel petto e quasi sputo addosso a Gareth l'acqua che ho in bocca. Mi limito a tossire.

"Oh, elisa, tutto bene?" Annuisco e sollevo i pollici.

Dio, ti prego, fa che sia solo un incubo.

un amore impossibile || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora