Capitolo 9; Qualcosa Da Dire

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Anche novembre si stava avviando alla fine e oramai tutta la scuola aveva capito che Fred, George, Lee, Angelina, Erika e Zoe erano diventati inseparabili.

Erika aveva notato da un po' di tempo che Fred non era così felice come fingeva di essere, così un giorno, dopo che le lezioni erano terminate, lo prese da parte e lo portò al campo di Quidditch.

"Come mai siamo qui?" Le domandò un po' spaesato.

"Sono giorni che ti chiedo se stai bene e tu dici di sì, ma sono sicura la 100% che mi hai sempre mentito. Sono certa che hai qualcosa da dire, quindi, cosa c'è che non va?"

"È solo stress, sai i compiti, tutto lo studio, le continue ramanze dei professori riguardo gli esami e cose così." Bofonchiò lui, senza guardarla negli occhi.

"Va bene. Andiamo a Hogsmeade." Disse Erika, in un tono che non ammetteva repliche.

"Ma come, adesso?" Esclamò Fred, sempre più stupito.

"Sì; detesto vedere i tuoi occhi spenti, quindi adesso andiamo."

"Che ne dici invece di fare due tiri con la Pluffa Ansia?" Propose Fred, sull'orlo di una crisi di risate.

"Direi che è un'idea meno scalmanata...mi fai un brutto effetto Weasley." Rise Erika, passandosi una mano nei capelli.

"Ah, prima che ne dici di giocare ad acchiapparella?" Domandò lui, ben sapendo che probabilmente lei non conosceva il gioco babbano.

"A che?" Si stupì infatti la riccia. Neanche due secondi che Fred le era corso in contro e l'aveva sollevata di peso, prendendola da sotto il sedere: "Presa!" Urlò vittorioso.

"Ma io ti ammazzo prima o poi, mi hai fatto prendere un colpo!" Lo rimproverò Erika ridendo e dandogli qualche schiaffetto sulle spalle.

"Vuoi la rivincita?" Chiese beffardo.

"Eccome! Mettimi giù, grazie." Esclamò lei, scombinandogli i capelli, che ovviamente lui non sistemò.

Si rincorsero come due bambini fino a quando Fred riuscì a prenderla di nuovo, sta volta sollevandola a mo' di sposa.

"Uffa, non vale! Hai le gambe troppo lunghe, è ovvio che mi prendi sempre!" Ridacchiò Erika, facendo il broncio per finta.

"Che bimba che sei. Dai, sono buono, ti lascio un'altra possibilità di rivincita."

"Davvero?" Chiese una volta per terra.

"No, ci sei cascata! Ho vinto io!" Esclamò Fred, prendendola una terza volta in braccio; questa volta però, Erika lo cinse in vita con le gambe.

Ridevano, anche senza un motivo particolare, ma ridevano tanto. Alla fine, lei appoggiò delicatamente la sua fronte a quella del rosso; in quel momento tutti i rumori e gli oggetti che li circondarono parvero sparire, come se l'unica cosa che contasse fosse il loro contatto visivo.

"I tuoi occhi...b-brillano adesso." Balbettò Erika, tutta rossa in viso.

"Mi fai un bell'effetto Erika." Rispose Fred, arrossendo a sua volta. In quella situazione vedeva il momento adatto per fare una mossa, come darle un bacio leggero sulle labbra per vedere se lei ne avrebbe cercati altri oppure no. Ebbene, aveva appena raccolto il suo coraggio e stava per agire quando qualcuno alle loro spalle parlò: "Erika, il professor Piton ha trovato il tuo libro di Incantesimi nella sua aula, devi averlo dimenticato."

"Oh che sbadata, grazie Rafael." Disse lei, sciogliendosi dalle braccia del rosso.

"C'ero così vicino, accidenti a questo stupido bellimbusto. Prima o poi lo picchio." Pensò arrabbiato Fred.

"Ho interrotto qualcosa per caso?" Chiese Rafael, facendo il finto tonto.

"No, stavamo giusto per raggiungere i nostri amici in biblioteca. Anzi, adesso dovremmo proprio andare." Rispose il rosso, cercando di mantenere il tono di voce calmo.

"O cavolo, è vero. Grazie ancora Raf, ci vediamo. Fred, vieni?"

"Arrivo, solo due secondi. Tu intanto avviati, non preoccuparti."

Non appena i due ragazzi furono rimasti soli, l'aria si fece improvvisamente carica di tensione.

"Stammi bene a sentire Weasley, lasciala perdere e ridammi ciò che mi appartiene." Ringhiò Rafael.

"Lei non appartiene a nessuno se non a sé stessa e per di più so che le tue scuse erano false, è tutto un trucco per tornare con lei. Potrai anche ingannarla, ma io non ci casco bello." Rispose Fred, serrando i pugni.

"Vale lo stesso per te Weasley, lei forse non lo vede, ma io mi sono accorto che ti piace e anche tanto. Peccato che in bellezza in confronto a me tu sia pari a zero, perciò la sua scelta è quasi scontata." Rise malefico, per poi spingere a terra il rosso.

Lui si arrabbiò ancora di più, ma invece di perdere la testa pensò velocemente a come vendicarsi senza sfociare in una lotta; gli venne un'idea quando Rafael si stava girando per andarsene: allungò una gamba in modo che il Serpeverde ci inciappasse sopra e quando cadde Fred si rialzò vittorioso, si pulì velocemente dalla polvere e ghignò con fare astuto: "Sai, le ragazze come lei spesso preferiscono il cervello ai muscoli." E detto questo se ne andò, lasciando l'altro steso a terra, stupito e incavolato nero.

Quando arrivò in biblioteca non era più nervoso, infatti tutti credettero alla scusa che aveva accampato, dicendo che era andato a prendere il dizionario di Antiche Rune che aveva scordato in aula. Rimasero lì fino all'ora di cena a studiare e svolgere temi ed esercizi, poi mangiarono quasi più in fretta di Ron e tornarono in biblioteca, per poi restarci fino alle dieci.

"È normale che il libro di Storia della Magia mi sembri improvvisamente un ottimo cuscino?" Domandò Lee, sbadigliando sonoramente.

"Sì, è normalissimo." Bofonchiarono i gemelli, stropicciandosi gli occhi che si chiudevano da soli.

"Io dico che per oggi basta così." Affermò Angelina, chiudendo con poca delicatezza il libro di Erbologia.

"Assolutamente d'accordo." Disse Erika, scaraventando con altrettanta poca delicatezza il libro di Cura delle Creature Magiche nella sua borsa.

"Sono d'accordo anch'io, ma se qualcuno fa ancora rumore ci troveremo la Pince col fiato sul collo." Commentò Zoe, sistemando la sua roba il più silenziosamente possibile.

Come di consueto si congedarono alla Scalinata Principale e poi ognuno raggiunse la propria Sala Comune.

Erika si preparò distrattamente per andare a dormire e rimase seduta sul letto ad accarezzare Rufus accucciato accanto a lei e a fissare il vuoto. Zoe se ne accorse e le schioccò le dita a pochi centimetri dal viso per risvegliarla: "Hey ma che ti prende?" Domandò preoccupata.

"Stavo solo pensando." Rispose monocorde Erika.

"D'accordo, questo l'ho visto, ma a che pensavi?"

"Nulla di importante, stavo solo ripetendo mentalmente per il test di Storia della Magia..."

"Ah, va bene. Buonanotte."

"Buonanotte."

Spensero le luci e nessuna delle due riuscì a dire più niente, dato che appena avevano posato la testa sul cuscino si erano addormentate.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora