Capitolo V.

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I sei mesi seguenti al due maggio del 1998 Erika li aveva passati tra il Ministero dato che era tornata a lavorare, il San Mungo visto che Fred ci aveva messo ben tre mesi a svegliarsi dal coma e i restanti tre mesi avevano preferito tenerlo sotto controllo, e il cimitero dove adesso vicino alla tomba della madre c'era anche quella di Damian.

Syria era distrutta, ma da quando la piccola Aurora era nata tutte le volte che semplicemente la guardava sorrideva e si sentiva un po' meglio. Alex praticamente andava da lei ogni minuto del suo tempo libero, tanto che a un certo punto Syria le chiese di vivere lì con lei e la bambina. Visto che Alex sapeva cosa stava passando la cognata, oltretutto sola con una neonata, decise di accettare.

Finalmente Fred venne dimesso: "Oh, era ora cavolo" sospirò una volta fuori

Erika avrebbe voluto essere tanto felice di riavere a casa sano e salvo il suo ragazzo, ma non riusciva perché ancora non metabolizzava la morte di Damian: era un chiodo fisso nel suo cervello e non sarebbe stato facile rimuoverlo; il suo aspetto ne risentiva lentamente, dato che i capelli erano sempre meno ricci e gli occhi sempre più scuri.

Dopo soli due giorni fuori dall'ospedale, Fred si rese conto di dover dire qualcosa: "Erika, so cosa stai passando...anzi no, non lo so. Però lo posso immaginare. Immagino che faccia male pure più di un muro che ti crolla adosso (e quello so bene cosa vuol dire), ma Damian ti vorrebbe così? O ti vorrebbe vedere andare avanti? Ti vorrebbe vedere felice come ha sempre voluto, giusto? Puoi odiarmi per quello che sto dicendo e per quello che dirò: tu sei molto più forte di così e lo sai."

Erika lo guardò, scosse la testa e si alzò dal divano per andarsene in camera e restarci chiusa tutto il giorno.

Quando quella sera Fred entrò in camera vide la sua ragazza già sotto le coperte, con le spalle rivolte alla porta; non capendo se dormisse già o meno, decise di non dire nulla e di infilarsi sotto le coperte a sua volta.

"Avevi ragione sta mattina" sussurrò nel buio lei

"Come?"

"Damian non mi vorrebbe mai e poi mai così, sarebbe molto arrabbiato con me se mi vedesse reagire in questo modo. E sì, è vero, io sono più forte di così. Posso andare avanti con la mia vita pur non dimenticandolo e continuando a volergli bene lo stesso" mentre lo diceva si era girata: sorrideva, nonostante le lacrime che ancora le inumidivano il viso.

Il rosso gliele asciugò sorridendo a sua volta e le prese delicatamente il viso tra le mani: "È normale che tu soffra, col tempo farà sempre meno male. E poi, ricordati della promessa che ti ho fatto prima della battaglia"

"E chi se la dimentica" rispose. Lo baciò; finalmente quel calore che la felicità portava tornò a invaderle il corpo: si sentiva decisamente molto meglio.

Qualche giorno prima di Natale Fred, Erika, George e Angelina erano andati a casa di Zoe e Lee: parlavano di quando fare i matrimoni, anzi il matrimonio, visto che i gemelli volevano farlo insieme.

Decisero di farlo alla Tana il giorno del compleanno dei gemelli; gli inviti da fare sarebbero stati davvero tantissimi. Il discorso testimoni e damigelle probabilmente fu il più semplice: Fred e George scelsero Lee, Bill, Charlie e Cameron, mentre Erika e Angelina scelsero Zoe, Alicia, Alex e Ginny.

Il grande giorno arrivò più velocemente di quanto i quattro si aspettassero.

"Sai Fred, non dico di aver paura...ma ho un'ansia incredibile" disse George, camminando su e giù in quella che era stata la loro camera per ben diciassette anni. Entrambi erano in smoking, e sarebbero stati identici se non fosse che George aveva la cravatta rossa, mentre Fred aveva preferito una bordeaux. La cosa cambiava di poco, ma era sufficiente.

"Non me me parlare. Come cavolo faceva Bill a essere così calmo il giorno del suo matrimonio?" Sbottò Fred che era di fronte allo specchio nel disperato tentativo di pettinarsi

"Non ero calmo per niente e arrenditi, i tuoi capelli non starebbero a posto nemmeno con una magia" disse Bill, che era entrato proprio in quel momento seguito dagli altri testimoni. Charlie aveva un brutto graffio in faccia.

"Che hai fatto?" Gli chiese George

"Un cucciolo di Gallese Verde un po' iperattivo, niente di che" rispose con non chalance il fratello, sedendosi sul letto di Fred

"Muovetevi che gli invitati, incredibile ma vero, sono già tutti seduti" li avvertì Lee

"Merda" esclamarono in coro i gemelli

"Che francesismo" scherzò Cameron

"Adesso fate un bel respiro e calmatevi: non state andando al patibolo, state andando a sposarvi" cercò di calmarli Bill

"Giusta osservazione" commentò George, un po' più calmo

"Dai andiamo, se no Erika avrà da rinfacciarmi che anche al nostro matrimonio ero in ritardo" disse Fred, buttandola sul ridere e avviandosi alla porta.

Pochi minuti dopo che i gemelli erano all'altare anche le ragazze li raggiunsero: Erika indossava uno splendido abito bianco a maniche lunghe di pizzo e con la scollatura quadrata ampia, ma non volgare, che le lasciava scoperte le spalle. La gonna lunga ricadeva morbida lungo le sue gambe e sfiorava delle semplici ma eleganti décolleté bianche con il tacco alto. I capelli ricci erano stati fatti opportunamente lisci ed erano stati raccolti in un bellissimo chignon alto. Dalle orecchie le pendevano degli splendidi orecchini di diamante e al collo portava una collana di perle bianco panna, la stessa con cui si era sposata anche sua madre.

Angelina invece indossava un abito attillato con le spalline sottili e la scollatura a cuore non troppo esagerata. Il busto era ricoperto da uno strato di pizzo, mentre la gonna era intersecata di piccole perline bianche e brillanti. L'abito le fasciava perfettamente il corpo, ma le garantiva una libertà di movimento sufficiente da farla camminare con grazia ed eleganza sulle belle scarpe aperte col tacco argento che portava. Al collo aveva una catenina d'argento abbinata ai quattro braccialetti che portava a due a due su ogni polso. Aveva sciolto le solite treccine e aveva acconciato i capelli con degli eleganti boccoli.

La cerimonia fu molto commovente e la festa fu il massimo. Tra il cibo, le bevande, la musica, i balli e le chiacchiere i festeggiamenti finirono quasi all'una del mattino.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora