Capitolo 6

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Era già arrivato il giorno antecedente alla prima prova del Torneo, ed Erika e Fred stavano passeggiando in riva al lago (avrebbero dovuto studiare, ma Fred aveva insistito per fare prima un giretto).

"Quindi cos'è che mi dovevi dire di così importante da superare la pratica di Trasfigurazione?" Chiese ad un certo punto Erika, raccogliendo qualche sassolino piatto e iniziando a scagliarli nel lago.

"So cosa sarà la prima prova" annunciò Fred, con una lieve nota di importanza nella voce.

"Davvero?! Come?" Chiese la riccia, sgrandando gli occhi e smettendo di giocare coi sassi.

"Mio fratello Charlie, quello che lavora in Romania coi draghi, è qui con quattro draghi che sono la prima prova. L'abbiamo persuaso io e George a dircelo e alla fine l'ha detto anche a Ron e ci ha chiesto di aiutare lui e i suoi colleghi a sistemarli; ci è mancato poco che l'Ungaro Spinato e il Petardo Cinese ci ustionassero. Ma il più pericoloso è l'Ungaro"

"Oh Merlino! Ma a che servono quattro draghi? A fare un'arrosto di Campioni?" Domandò sconcertata Erika.

Fred scoppiò a ridere e rispose: "Sono solo quattro femmine in tempo di cova a cui aggiungeranno un falso uovo d'oro che Fleur, Cedric, Harry e Krum dovranno rubare per poter affrontare la seconda prova"

"Inizio a pensare davvero che questo Torneo sia una follia" commentò la riccia, sedendosi su un masso con l'aria pensierosa.

"Hey Ansia, saranno al sicuro, non preoccuparti" la rassicurò il rosso, sedendole accanto e mettendole un braccio intorno alle spalle.

In tutta risposta lei voltò lentamente la testa verso l'amico, alzò le sopracciglia e lo guardò come dire "al sicuro? Con quattro mamme drago in cova a cui rubare un uovo? Ma sei serio?", mentre lui si limitò a fare spallucce.

Poi Erika iniziò a mordersi il labbro inferiore, segno che o era preoccupata, o stava pensando intensamente oppure era nervosa: in questo caso lo faceva per tutte e tre le opzioni.

"Che succede?" Le chiese Fred, accorgendosi che l'amica si stava tormentando il labbro.

"Voglio capire come accidenti ci è finito il nome di Harry nel Calice, quindi sto consultando tutte le copie dei detenuti e dei ricercati segnalati dal Ministero, ma non ho ancora trovato nulla di compatibile con la teoria del professor Moody"

"Allora, frena un secondo: prima cosa, come cavolo fai ad avere quelle copie e seconda cosa, io non mi affiderei più di tanto alle teorie del vecchio Malocchio...bravissimo Auror e tutto quello che vuoi, ma sai che è svitato; anzi, è parecchio svitato"

"Le copie le ho semplicemente raccattate un po' da mio padre e un po' da Alex e Damian, con l'aiuto di Cam. E lo so che Moody non è più tanto a posto con la testa, ma sento che quella teoria ha un senso e che mi sta sfuggendo qualcosa"

"Dai, non è compito tuo capire questo macello, pensa solo a goderti lo spettacolo e il mucchio di regali che potrò farti quando io e George cominceremo a vendere gli scherzi che abbiamo passanto anni a brevettare e creare"

"Oh Fred, come posso non adorarti?" Esclamò Erika, gettando le braccia al collo dell'amico e sorridendo.

Lui rise e la strinse forte a te, rispondendo alla ragazza: "Non so come tu faccia a sopportarmi ancora, però sei tu che sei impossibile da odiare"

Si ritrovarono nell'ennesimo momento magico: i battiti a mille, gli sguardi incatenati e i visi che si avvicinavano sempre di più; entrambi desideravano un secondo bacio, magari un po' più lento questa volta, ma proprio mentre le loro labbra stavano per toccarsi sentirono le voci dei loro amici chiamarli.

Scattarono in piedi come fulminati, arrossirono e presero a incamminarsi verso il suono delle voci di Zoe, Angelina, George e Lee.

"Ma si può sapere dove vi eravate cacciati? È mezz'ora che vi cerchiamo" disse George.

"Non è che ci nascondete qualcosa, vero?" Domandò Angelina, con uno strano sorrisetto dipinto sulla faccia.

"Del tipo?" Chiesero all'unisono Fred ed Erika, un po' titubanti.

"Che state insieme o roba del genere" rispose Zoe, alzando gli occhi al cielo come se la risposta fosse ovvia (ed effettivamente lo era).

"Eh?! No, cioè, stavamo solo facendo un giro..." balbettò Fred, il cui viso cominciava a confodersi coi capelli da tanto stava arrossendo.

"Esatto, solo una normalissima passeggiata eheh..." bofonchiò Erika, evitando accuratamente di guardare Fred e di incontrare gli sguardi dei suoi amici, arrossendo un po' anche lei.

"Oooookeyyyy, forse ora è meglio andare a studiare, prima che la McGonagall ci trasformi in tapiri" disse Lee, nel tentativo di alleggerire la tensione, ma la cosa più notevole che ottenne fu un gran coppino da Angelina.

"AHIA, ma che ti ho fatto porco Merlino?!"

"Tu lo sai perché! Me lo rinfacci da quando è successo, ma non è colpa mia se mi sono distratta e ho trasformato la scrivania della professoressa in un tapiro invece che trasfigurare la mia penna in un pappagallo!" Sbottò la ragazza, sbuffando dalle narici indignata.

"Sì, che poi come cacchio hai fatto lo sai solo tu" commentò George, per poi notare lo sguardo assassino di Angelina e urlare: "Scherzavo, non mi uccidere ti prego!"

"Ok, la cosa sta diventando patetica: andiamo va" fece Fred, scuotendo la testa.

"Ma senti chi parla..." lo rimbeccò il gemello. Iniziarono a prendersi a spintoni, tirando in mezzo anche Lee; le ragazze, esasperate, li seguirono a debita distanza per evitare di finire spintonate da quei tre imbecilli.

Il giorno dopo, a prova finita, Erika era molto scossa per l'esibizione di Harry, che aveva rischiato seriamente di lasciarci le penne: "Io davvero non capisco come possano lasciarlo gareggiare! È un ragazzino di 14 anni, fenomenale e tutto, ma non ha già abbastanza pericoli addosso?!"

"Hey hey Ansia, calmati! Silente non permetterà mai che gli accada qualcosa di grave; e ricorda che ha bisogno anche di sostegno morale per farcela, se tutti la pensassero come te gli verrebbe molto più difficile, no?" La fece riflettere Fred, abbassandosi un po' e prendendole il viso fra le mani.

"Oh lo so, lo so...ma è da quando è iniziato questo stupido Torneo che ho una terribile sensazione" gli confidò, abbracciandolo.

"Qualunque cosa succeda, io e te rimarremo uniti. Promesso." La tranquillizzò lui, stringendola forte a sé.

"Grazie Fred, ti voglio tanto bene. Ora scusa ma devo andare, Zoe mi aspetta in dormitorio. Ci vediamo"

"Certo, ciao" disse lui e quando fu lontana abbastanza da non sentirlo più sussurrò: "Io non ti voglio bene...io ti amo" e dopodiché iniziò a passeggiare per il parco spazzato dal vento.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora