Capitolo 13; Una Grande Rivelazione

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Quel sabato arrivò in un lampo e Fred non era quasi riuscito a chiudere occhio per la gioia di uscire con Erika. Eppure la mattina era molto più sveglio e pimpante di George e Lee messi insieme. Quando arrivarono in Sala d'Ingresso nessuna delle tre ragazze era presente.

"Saranno in ritardo. Tipico delle ragazze" borbottò Lee.

"In realtà, siamo noi in anticipo" disse George, guardando un po' di traverso il gemello, che sorrise ampiamente.

La prima ad arrivare fu Angelina e neanche due minuti dopo anche Erika e Zoe spuntarono dalla scala dei Sotterranei.

"Hey, oggi è il primo giorno che saremo divisi come gruppo" esclamò Angelina.

"Vero. Madame Rosmerta rimarrà allibita quando le diremo che vorremo tre tavoli da due" rise Zoe.

"Oh, Ansia, non pensare di rimanere tutto il giorno ai Tre Manici di Scopa; oggi ti faccio disperare" disse Fred, con un ghigno.

"Va bene Armadio, ma guai a te se mi porti da Zonko" ribatté Erika, con un sorrisetto diabolico.

"Angy, io e te ci andiamo, vero?" Implorò George, facendo gli occhi da cucciolo.

"Sì, io e te ci andremo" acconsentì la ragazza, non potendo dire di no a quello sguardo tenerissimo.

Fecero colazione con calma e quando uscirono dalla Sala Grande per poco non presero un infarto a causa del professor Lupin, che stava entrando con passo abbastanza spedito. Si scusò con loro e gli augurò una buona giornata.

Arrivati ad Hogsmeade si diressero ai Tre Manici di Scopa e come aveva predetto Zoe, Madame Rosmerta si stupì moltissimo quando le chiesero tre tavoli separati. In ogni caso, li fece accomodare anche abbastanza lontani perché il locale era quasi pieno, quindi si persero anche un po' di vista.

"Sei proprio bella oggi, lo sai?" Disse Fred incantato, prima di bere un sorso di Burrobirra.

"Oh, grazie! Io invece trovo che quella camicia a quadri rossi e neri ti doni molto" rispose Erika, arrossendo compiaciuta. Lui sorrise fiero e non appena finirono la loro bevanda uscirono, passeggiando per il villaggio senza una meta precisa; infatti, senza accorgersene, si ritrovarono sulla via di ritrono al castello.

Anche lì vagarono senza sapere dove andare, finendo così nei giardini dietro le Serre. Si sedettero su una delle vecchie panchine in pietra e osservarono il sole fare capolino da dietro una nuvola.

"Fa caldo oggi, non trovi?" Chiese Fred, slacciandosi due bottoni della camicia, oltre ai due già aperti.

"Parecchio caldo. Ma se ti sbottoni ancora un po' la camicia rimani senza" rise Erika, senza però riuscire a evitare di arrossire.

"Ma no Ansia, ne ho aperti solo quattro; che esagerata!" Esclamò lui, passandole un braccio attorno alle spalle.

"Non sono esagerata, ho solo espresso il mio parere" rispose la castana, appoggiandosi al suo petto, sempre con un ampio sorriso dipinto sulle labbra.

Lui rise e le diede un bacio sulla tempia, dopodiché calarono in un silenzio sereno, come se in quel silenzio fossero racchiuse le parole che a voce non riesci mai a dire.

"Hey, facciamo due tiri al campo?" Domandò Erika a un certo punto, alzando la testa dal petto di Fred.

"Ottima idea, andiamo alla rimessa a prendere la Pluffa e le scope" acconsentì Fred, sorridente.

Lei trovò subito la sua Tornado Sette e prese la Pluffa, mentre Fred ci mise un po' per capire quale fosse la sua Tornado Cinque; quando vide quella col nome sbeccato e sbiadito (al contrario di quella di George, che era quasi impeccabile) la afferrò e poi seguì l'amica fino al campo di Quidditch.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora