Capitolo 4; Quasi Beccati Dai Fratelli Caposcuola

4.2K 209 27
                                    

I due amici erano appena giunti ai piedi della cupa staccionata della tenebrosa ed inquietante Stamberga Strillante.

"Fred...ho un po' di paura" disse Erika, osservando l'imponente e vecchia costruzione.

"Non preoccuparti, ti starò vicino per tutto il tempo. Se vuoi prendimi per mano, magari ti senti un po' più sicura" la tranquillizzò lui, tendendole nuovamente la mano.

Lei la afferrò senza pensarci due volte e si lasciò condurre per il ripido sentiero che portava all'ingresso della casa. Quando aprirono, la porta fece un cigolio acutissimo e sinitro.

"Qua non possono esserci stati dei fantasmi. A me sembra che ci sia stato un drago inferocito" commentò Erika, osservando la sala da pranzo: il pavimento, il tavolo, le sedie e tutto quanto erano pieni di graffi o erano spaccati.

"Già, è quello che abbiamo pensato la prima volta che ci siamo stati" concordò Fred.

Mentre stavano per muoversi ancora, sentirono la scala scricchiolare sotto al peso di qualcuno...o qualcosa. Gli si gelò il sangue nelle vene e con tanto coraggio guardarono cosa si era appena posizionato alle loro spalle: grazie al cielo era solo un grosso cane randagio nero.

"Tu guarda, sembra il mio amato Rufus" rise sollevata Erika, alludendo al suo labrador nero dagli occhi rispettivamente azzurro ghiaccio e verde chiaro nascosto nel suo dormitorio.

"Cane cattivo, ci hai spaventati!" Lo rimproverò Fred.

Il randagio, come se avesse capito la sgridata, fece un musetto dolcissimo e qualche guaito dispiaciuto; un mix al quale i due non potettero resistere, così gli fecero un po' di carezze e poi Fred la condusse in quella che doveva essere la cucina, o per meglio dire, quel che ne restava visto che era messa peggio della sala da pranzo.

Andò in un angolo e aprì una botola: "Ok, adesso accendo la bacchetta e mi calo, poi vieni anche tu così ti aiuto a scendere va bene? Oh, e accendila anche tu" disse Fred, prima di immergersi nel buco.

Erika fece esattamente quello che le era stato detto e quando si calò nella botola quasi scivolò; per fortuna che c'era Fred.

"Il tunnel è meno lungo rispetto a quello della statua, ma poi abbiamo un bel pezzo di giardino da fare" le disse il rosso, spazzando via un ragnetto che penzolava dal soffitto.

"Posso dirti una specie di segreto?" Chiese all'improvviso Erika, infilando di nuovo la mano in quella del suo amico.

"Ma certo" rispose curioso.

"Sono una Metamorfo Mago. In realtà io sarei mora e liscia come i miei fratelli, non castana e riccia e poi avrei gli occhi o marrone scuro o neri come loro invece di averli grigi. Ho ereditato quest'abilità da mia mamma. Lei tecnicamente era bionda e liscia con gli occhi grigi, ma visto che non le piacevano i capelli se li è fatti come me. La mia metamorfosi è successa involontariamente dopo aver appreso la notizia della sua morte e non ho più voluto, anzi, non ho più potuto cambiare" raccontò la ragazza, avvolgendo attorno alla bacchetta un ricciolo.

Lui la guardò così sorpreso da quella rivelazione che non si accorse di una ragnatela che gli si era impigliata nella chioma rossa e ribelle.

"Wow" fu tutto quello che riuscì a dire.

Dopo qualche minuto in cui inziarono a parlare di scuola, videro la tenue luce della luna fare capolino davanti a loro.

"Ok, adesso devo solo immobilizzare sto albero infernale e poi possiamo uscire. Immobilus!" Disse Fred, e poi con un balzo atletico uscì dalla cavità dell'albero.

"Tutto bene? Non si muove vero?" Domandò lievemente preoccupata Erika, non vedendo più l'ombra del ragazzo e mentre si arrampicava fuori.

"Tutto a posto, non preoccuparti ansia!" Esclamò ridendo il rosso e tirandola fuori di peso; lei meccanicamente gli avvolse le gambe attorno ai fianchi, finendogli definitivamente in braccio.

"Non sono un'ansia!" Lo ripiccò Erika, ancora in braccio a lui.

"Invece sì; da oggi ti soprannomino Ansia" scherzò Fred, cominciando a incamminarsi verso il castello.

"Dai, mettimi giù; guarda che so camminare" disse lei quando oramai avevano varcato la soglia dell'ingresso della scuola; in cuor suo sperava di poter stargli in braccio ancora un po'.

"Mmmh, nah, mi tieni al caldo. Magari adesso passa sulla schiena" continuò il rosso in tono scherzoso, mettendola giù.

Stavano per svoltare un angolo, quando sentirono dei passi avvicinarsi a loro. Si nascosero immediatamente dietro una grossa statua e poi qualcuno parlò: "Ehi Weasley! Come mai in giro?" Chiese una profonda voce maschile.

"Oh no, è Damian!" Sibilò Erika a Fred, che la guardò spaventato da quella notizia.

"Ah, Turner. Cerco uno dei miei fratelli; credo sia Fred, ma non posso dirlo con certezza visto che è uno dei gemelli. Tu invece che ci fai in giro?" Rispose a Damian una voce pomposa.

"Oh porco Basilisco! L'altro è Percy! Speravo fosse George che mi cercava o Ron a fare chissà che" imprecò Fred.

"Siamo completamente fregati!" Sbottò Erika.

"Beh, mia sorella è sparita e credo sia in giro. Stranamente, non è in biblioteca nel Reparto Proibito" rispose Damian

"Ci diamo una mano tra Capiscuola?" Propose Percy.

"Ottima idea. Controlliamo il giardino." Accettò Damian.

Una volta che Fred e ed Erika furono certi che i loro fratelli se ne fossero andati, uscirono dal nascondiglio e schizzarono verso i sotterranei. Passarono di corsa le cucine, la Sala Comune di Tassofrasso e stavano per giungere alla Sala Comune di Serpeverde, quando Erika esclamò: "Oh buon Merlino! Potevamo usare un incantesimo di invisibilità e sgusciargli alle spalle!"

"Cos...ma che cavolo, è vero!" Sbottò Fred, battendosi una mano sulla fronte.

Finalmente giunsero davanti al suntuoso ed elaborato arazzo che nascondeva l'ingresso alla Sala dei Serpeverde.

"Spero che ti sia trovata bene come me. Buonanotte" si congedò il rosso, abbracciandola.

"Moltissimo, grazie di tutto. Buonanotte anche a te" disse la castana, ricambiando l'abbraccio; senza pensarci gli diede anche un rapidissimo bacio sulla guancia e poi entrò nella Sala Comune, lasciando Fred piacevolmente spiazzato.

Quando si riprese, partì di corsa verso la torre che ospitava la Sala Comune di Grifondoro. Entrato nel suo dormitorio, si lanciò sul letto ancora vestito e si addormentò così.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora