Epilogo

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19 anni dopo

Erika era nervosa all'ennesima potenza, Fred correva da una stanza all'altra per cercare di sistemare bauli e cose varie e, di tanto in tanto, sbatteva da qualche parte imprecando.

"Queen, miseriaccia, prendi la tua maledetta scopa e vieni a caricarla in macchina!" Sbraitò Fred. Non era molto da lui urlare, ma la mattina del primo settembre sin dal primo anno di Queen era un macello.

"Arrivo che diamine, stai calmo! Chester, levati dai piedi!"

"Ma vaffan..."

"CHESTER!" Urlò Erika, per poi continuare: "Damian, Iris, ci siete? Dai, sbrigatevi cavolo!"

"Siamo più in ritardo che mai...incredibile" commentò sarcastico Damian

"Fratellone, non mi sembra affatto il momento dell'ironia" lo ammonì Iris; lui guardò la sorella, poi incrociò lo sguardo di sua madre parecchio furiosa, perciò decise di starsene zitto e obbedire.

Finalmente tutti e sei erano a bordo della monovolume leggermente incantata e frecciavano alla stazione di King's Cross.

Erika guardò attraverso lo specchietto della macchine i suoi quattro splendidi tesori: Queen era la più grande, stava per frequentare l'ultimo anno ad Hogwarts e stava per realizzare il suo sogno di diventare una Magizoologa. Era una ragazza molto esuberante, casinista e a volte un po' indolente, ma indubbiamente talentuosa e sveglia. Era anche molto audace, difatti era diventata una Grifondoro (e l'incubo della McGonagall, che ogni tre per due scriveva a casa la malefatta del giorno). Aveva due grandi occhioni vispi verdi militare, lunghi capelli ricci e rossi e una marea di lentiggini. Aveva il fisico molto simile a quello di Erika, ma era più alta di lei e non aveva ereditato le abilità di Metamorfo Mago. Era anche il Capitano della squadra di Quidditch e un'eccellente Portiere. Infine, era fidanzata da ben tre anni con il figlio di Lee e Zoe, Philip, anche lui Grifondoro e suo coetaneo deciso a diventare uno Spezzaincantesimi.

Damian, d'altro canto, era un ragazzo molto tranquillo e alla mano, stava simpatico a tutti e aveva un anno in meno di Queen. Era molto intelligente e a volte maniacalmente preciso, qualità che però gli avevano aperto le porte per una futura professione da promettente Pozionista, oltre che quelle della Casata di Corvonero. Nemmeno lui aveva ereditato le abilità di Erika, in compenso era riuscito a diventare Prefetto (cosa che aveva fatto un po' storcere il naso a Fred) e non gli sarebbe spiaciuto essere anche Caposcuola l'anno successivo. Era già alto come suo padre, ma molto meno spallato, aveva gli occhi grigio verdi e i capelli identici a quelli di Fred, ma non aveva neanche un po' di lentiggini.

Un anno indietro a Damian c'era Chester, l'unico ad aver ereditato l'abilità di cambiare il sul aspetto a suo piacimento dalla madre. Era molto vivace, originale, estremamente furbo e un pochetto ambizioso: Serpeverde era la sua strada. Quell'anno aveva i capelli rossi e un po' mossi, gli occhi uno verde chiaro e uno color nocciola e le lentiggini concentrate sul naso e sulle guance. Fisicamente era la perfetta copia di Fred, solo un po' più basso, ma l'altezza non gli aveva impedito di non essere un gran Battitore per la sua squadra e un futuro ottimo Capitano. Per il suo futuro lavorativo, era assolutamente deciso a diventare un Auror.

Iris, che aveva due anni in meno di Chester, era la loro quarta e ultima figlia. Era una ragazzina tranquilla, molto socievole e incredibilmente dolce, ma guai a chi provava a metterle i piedi in testa: rischiava di finire a gambe all'aria. Aveva i rossi capelli ricci perennemente legati in una coda bassa, gli occhi color nocciola sempre illuminati da una scintilla allegra e dispettosa e tante, tantissime lentiggini (pure più di sua sorella). Nonostante fosse ancora giovane per decidere che lavoro fare, da brava grintosa Grifondoro quale era, aveva già deciso che insieme a Ben (il figlio minore di George e Angelina) avrebbero portato avanti il negozio di scherzi dei gemelli e il cugino era ben più che d'accordo con lei.

Giunsero al Binario appena in tempo per riuscire a incontrare George e Angelina: "Ciao ragazzi, che bello vedervi! Date un abbraccio alla zia" esclamò contenta Angelina, mentre Erika abbracciava Roxanne, la sorella maggiore di Ben e inseparabile amica (e coetanea) di Chester.

"Hey Dam, cerca di fare un po' di casino quest'anno...ma non dire a zio Percy che te l'ho detto" scherzò George, mentre il nipote rideva e alzava gli occhi al cielo.,

Mentre Roxanne corse ad abbracciare Chester (subito dopo aver salutato gli zii e gli altri cugini), Ben, dopo aver abbracciato gli zii e salutato ancora una volta i genitori, era corso da Iris.

Nel frattempo Queen aspettava impaziente Philip, visto che George le aveva detto che Lee e Zoe non erano ancora arrivati.

Mentre il gruppo chiacchierava, anche la famiglia Jordan li raggiunse e si unì alle chiacchiere, ma poco dopo vennero interrotti dall'ultimo fischio di avviso per gli alunni che ancora dovevano salire sull'Hogwarts Express.

Si scambiarono quindi gli ultimi abbracci e poi i ragazzi corsero a cercare uno scompartimento, da dove poi si affacciarono a salutare allegri i parenti.

Una volta tornati a casa, Fred e Erika si scambiarono uno sguardo un po' nostalgico: "Questo silenzio che tanto volevamo quest'estate adesso è quasi triste" commentò Fred, lasciandosi cadere sul divano.

"Tranquillo, Natale sarà alle porte alla stessa velocità con cui dico 'Quidditch'..." rispose Erika, sedendosi accanto a lui e accoccolandosi al petto del marito.

"Hai ragione. Però cavolo, mi sembra sempre ieri il giorno in cui li facevo giocare sulle mie spalle o li facevo divertire facendo facce cretine e versi strani" ridacchiò il rosso

"Per non parlare di quando gli rimboccavamo le coperte e gli leggevo le favole" aggiunse lei, con gli occhi un po' lucidi.

"Eppure Queen sta per frequentare l'ultimo anno di scuola, Damian sta per "rischiare" di diventare Caposcuola, Chester farà i G.U.F.O. e Iris andrà già a Hogsmeade per la prima volta...quanto mi piacerebbe tornare indietro nel tempo e risentire le loro risate da piccoli" disse Fred.

"Anche a me piacerebbe. Ma in fin dei conti, loro sono e saranno sempre i nostri figli e l'affetto che c'è tra noi sei, compresi i vari battibecchi, è quello che ci rende la pazza e allegra famiglia che siamo" affermò Erika.

"Miseriaccia, hai ragione un'altra volta" rise suo marito, stringendola a sé.

Lei rise a sua volta e lo baciò con lo stesso amore di oltre vent'anni prima, quando ancora erano loro ad andare a scuola.

Quando si staccarono si guardarono negli occhi sorridendo, e insieme sussurrarono un dolcissimo: "Ti amo"

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora