Capitolo 15; Come Un Fulmine

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Il giorno dopo la fine dei G.U.F.O. Fred e George pensarono bene di mettere in atto uno dei loro migliori scherzi fino a quel momento: misero una piccola pallina esplosiva di loro invenzione nella serratura della porta dell'ufficio di Filch e si nascosero dietro un'armatura nell'attesa che il custode tornasse. Lee intanto, si assicurava che nessuno passasse per quel corridoio.

Dopo mezz'ora Filch tornò, seguito dalla sua spelacchiata gatta e non appena inserì la chiave nella serratura un boato assordante e una pioggia di coriandoli rossi e oro lo investì. Si spaventò così tanto che il suo urlo sembrava quello di una donna, in più cadde all'indietro dalla sorpresa; la gatta, d'altro canto, aveva soffiato terrorizzata e si era arrampicata sul muro, fino a raggiungere il braccio di una torcia. Si accovacciò lì, tremante.

I gemelli e Lee se la diedero a gambe ridendo, ma per loro sfortuna incrociarono la McGonagall che aveva sentito il boato e vedendoli così eccessivamente allegri intuì che il rumore (e molto probabilmente il danno) era causa loro.

La donna li graziò da una punizione solo perché oramai era inutile, dato che la scuola sarebbe finita l'indomani; comunque non evitò loro una bella sgridata.

Anche dopo di essa continuarono a ridere sguaiatamente finché non raggiunsero il parco, dove li attendevano Angelina, Erika e Zoe, che li guardarono di traverso.

"Allora? Ha funzionato il vostro simpatico scherzo?" Domandò Zoe, alzando un sopracciglio.

"Eccome!" Esclamarono Fred e George, con le voci strozzate per il troppo ridere.

"Dovevate vedere il volo che ha fatto Filch! Ha preso proprio una bella botta sulle chiappe!" Disse Lee, asciugandosi le lacrime.

"Ma povero dai!" Disse Erika, in tono di rimprovero.

"Ma cosa povero?! Sta antipatico a tutti!" Sbuffò Fred.

"Il fatto che sia simpatico come un enorme sacco di fertilizzante di drago non vi autorizza a fargli prendere un infarto!" Esclamarono Erika e Zoe.

"Dai piccola, era solo uno scherzetto" disse Lee alla mora, con la voce mielosa, il sorriso innocente e uno sguardo da cucciolo.

Finirono di discutere dello scherzo e passarono l'intero pomeriggio a giocare a Spara Schiocco e a Gobbiglie.

L'ultima mattina di scuola Erika Trasfigurò Rufus nella collana e, mentre si assicurava che tutto fosse nel suo baule, Zoe entrò ansimando come se avesse appena corso per mezza scuola.

"Erika...il professor...Lupin...vai...nel suo studio...adesso!" Disse senza fiato.

La castana, allarmata, si precipitò nell'ufficio del professore; spalancò la porta senza bussare e si trovò davanti Lupin che preparava le valigie.

Stranamente, non si era girato o spaventato quando la ragazza era entrata con la delicatezza di un Troll obeso.

"Erika, a cosa devo il piacere di questa visita?" Domandò, sempre restando affaccendato sui bagagli.

"Come mai fa le valigie?" Domandò preoccupata la ragazza.

"Non hai sentito...non sai ancora che..." balbettò, adesso guardandola negli occhi.

Sospirò e le fece cenno di sedersi: "Erika, promettimi che qualunque cosa ti dirò mi lascerai finire prima che tu dia di matto o voglia interrompermi."

"Ok, glielo prometto." Giurò lei, sempre più allarmata.

"Io sono un lupo mannaro. Severus mi ha preparato per tutto questo tempo la Pozione Anti-Lupo, che mi rende innocuo, ma purtroppo ieri sera ho scordato di prenderla ed ero pericoloso; potevo mordere qualcuno o, peggio, uccidere qualcuno. Quando ti ho detto che volevo vedere Greyback ad Azkaban è perché è tutta colpa sua se sono un licantropo. Lui mi morse prima che arrivassi ad Hogwarts e Silente dovette escogitare un piano per potermi permettere di studiare. Ora mi ha anche dato lavoro, ma chiaramente adesso che i ragazzi sanno cosa sono i genitori non vorranno che uno come me insegni ai loro figli; soprattutto tuo padre non vorrebbe. Quindi mi sono licenziato"

"Ma lei non può andarsene! A lei non piace mordere le persone o ucciderle, lei...lei è diverso, è buono!" Esclamò Erika, con un tremendo groppo alla gola.

"Erika, se commettessi di nuovo l'errore madornale di non prendere la pozione potrei fare davvero del male a qualcuno. Quando mi trasformo sono malvagio, non ragiono più, non sono più io, capisci?" Le disse in tono calmo, mettendole una mano sulla spalla.

"Però lei...insomma..." non potendo trovare nulla di valido per disfare quella tremenda verità, decise che era inutile trattenere ancora a lungo le lacrime.

Lupin si allontanò un attimo e tornò con un grosso pezzo di cioccolato. Prima di prenderlo, Erika abbracciò il professore, poi uscì e da quel momento non proferì più una parola; non parlò nemmeno durante il banchetto, ma sorrise quando vide Fred scattare in piedi ed esultare raggiante dato che Grifondoro aveva vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila.

"Dai Ansia, è solo una coppa" disse Fred, mentre uscivano dalla Sala Grande.

Lee e Zoe si stavano dicendo qualcosa e sghignazzavano, mentre Angelina e George fingevano di vomitare alle loro spalle; probabilmente si dicevano cose sdolcinate.

"Non è per quello che sono giù...e lo sai" borbottò Erika.

"Cercavo di sdrammatizzare. Comunque buonanotte e sorridi, che sei infinitamente più bella quando lo fai" la salutò il rosso, abbracciandola.

Lei arrossì violentemente mentre ricambiava e sorrise, poi augurò la buonanotte a tutti e tornò insieme a Zoe nella loro Sala Comune.

La mattina dopo, sul treno, i suoi amici riuscirono a consolarla e a farla tornare del tutto allegra.

"Beh, è stato un anno interessante" sospirò Zoe, appoggiata al petto di Lee.

"Io dico che è stato stressante. Avrò preso si e no cinque G.U.F.O., a dir tanto proprio" brontolò Lee.

"Io credo di averne perso uno solo; quello di Storia della Magia" rifletté Angelina.

"Io forse li ho presi tutti" fece Erika.

"Noi ne avremo presi otto...quattro a testa" specificarono i gemelli.

"Come quattro a testa?!" Esclamarono i loro amici.

"Beh, a che ci servono dei diplomi alti se vogliamo aprire un negozio di scherzi?" Chiese Fred, come se fosse una cosa ovvia.

"Esatto, l'importante è che ce la caviamo in Pozioni, Incantesimi e Trasfigurazione. Più Difesa Contro le Arti Oscure, ma non per il negozio" ribadì George, stiracchiandosi e abbandonando la testa sulla spalla di Angelina.

Arrivarono al binario e subito iniziarono a cercare i propri bagagli e i propri parenti.

"Fred! Hey Aramdio, vieni a darmi una mano con sto coso per favore" gridò Erika, cercando inutilmente di trascinare il suo bagaglio.

"Eccomi" disse lui, tirandosi su le maniche della camicia, pronto a sollevare il baule.

La castana si appoggiò al muro, per riprendere un attimo fiato; il rosso le si piazzò davanti e la schernì: "Eddai, non dirmi che hai fatto tutto sto sforzo"

"Oh, chiudi il becco! Faccio la Cacciatrice, non la Battitrice; se permetti non ho la tua massa muscolare" lo rimproverò ridendo.

Lui si avvicinò ancora, stendendo le braccia in avanti e appoggiando le mani al muro, proprio sopra le spalle di Erika. La guardò negli occhi e piegò le braccia, finendo a pochi centimetri da lei. La ragazza arrossì violentemente e si schiacciò ancora di più contro la parete, abbassando lo sguardo; Fred le mise due dita sotto al mento e le alzò il viso: sorrideva della sua tenera timidezza.

"Mi sembra quasi che tu abbia paura di me..." sussurrò il rosso con la voce stranamente roca.

"N-no, ma fi-figurati...l-lo sai che m-mi fido ciecamente d-di te..." balbettò lei, senza riuscie a schiodare lo sguardo dagli occhi del rosso, che sorrise.

"Beh, ci vediamo Ansia" disse. A lei brillarono gli occhi sentendo quel soprannome.

Lui sorrise ancora prima di fare ciò che sapeva che avrebbe dovuto fare da un pezzo: le diede un bacio a stampo sulle labbra e poi, veloce come un fulmine, si spostò e prese il baule della ragazza, portandolo da Damian e Cameron, che stavano cercando Erika, infine andò dalla sua famiglia.

"Ci vediamo Armadio" sussurrò al settimo cielo, prima di raggiungere i due fratelli.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora