Capitolo 11; Il Traumatico Ritorno

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Le vacanze di Natale oramai erano finite e quando Fred e Geroge giunsero al binario, subito si misero a cercare i loro amici e la prima che videro da lontano grazie alla sua inconfondibile chioma riccia fu Erika, con suo padre e i suoi fratelli. Si avvicinarono un pochino e sentirono gli ultimi pezzi di una conversazione: "Mi raccomando, fate i bravi."

Disse il signor Turner, abbracciando prima Damian e poi Erika, a cui diede anche un leggero bacio in fronte.

"Certo papà. Giuro che mi impegnerò anche ad essere un buon fratello." Disse Damian, prima di salutare velocemente gli altri due fratelli e di scappare sul treno.

"Mi mancherai Alex" sospirò Erika, abbracciando una ragazza dai lunghi capelli corvini legati in una treccia stretta che ricadeva lungo la schiena e un'evidente cicatrice molto vicina all'occhio sinistro.

"Anche tu sorellina, ma ti scriverò almeno una volta al mese, promesso" sorrise Alex, sistemandole i capelli dietro un orecchio e accarezzandole il volto come avrebbe fatto una mamma.

"E io non ti mancherò streghetta?" Domandò un ragazzo riccio come lei, ma moro come Alex e Damian.

"Ma certo Cameron! Scrivimi anche tu spesso quanto lei, ok?" Esclamò Erika, gettandogli le braccia al collo.

"Ma certo Mal, non preoccuparti. Ti voglio bene e non fare come me, fai la brava!" Rise Cameron, lasciandola andare.

Quando Alex, Cameron e il signor Turner si smaterializzarono Fred e George le si avvicinarono di soppiatto: "Passate bene le vacanze?" Chiesero all'unisono e a voce alta, facendo fare ad Erika un salto dalla sorpresa. Si voltò, sorrise ampiamente ed esclamò: "Eccome!" Poi abbracciò entrambi.

"Voi tutto bene?" Domandò la castana quando si sciolsero dall'abbraccio di gruppo.

"Abbiamo fatto cinque scherzi a papà, sette a mamma, quindici a Percy e uno a Ginny, dato che dopo quello abbiamo rischiato la morte. In sostanza bene" raccontò Fred.

"Siete malati" rise la ragazza, scuotendo la testa.

"Lo sappiamo" rispose George, con un sorriso 'innocente', per poi chiedere perplesso: "Come mai tuo fratello ti ha chiamata Mal?"

"Abbreviazione di Malia, il mio secondo nome dopo che...beh, sapete, dopo quel fatto" spiegò brevemente Erika, riferendosi alla morte della madre.

"Ma te hai solo nomi fighi? Cacchio il mio nome intero è Frederik!" Brontolò Fred, però sperando di deviare discorso.

"Ah, almeno il mio è decente!" Lo schernì il gemello.

"Sì, ma il soprannome che ti da' mamma è da ragazza" ribatté l'altro.

"Avete finto di discutere su nomi e soprannomi?" Chiese una voce maschile alle loro spalle.

"Ciao amico, non ti avevamo visto!" Esclamò George, vedendo Lee.

Più avanti incontrarono Angelina e Zoe, che si guardavano intorno per cercarli; finalmente al completo, il gruppo cercò uno scompartimento libero e si sedette.

Erika era molto stanca dato che non aveva dormito bene infatti, dopo la prima mezz'ora sul treno, si addormentò. Nel sonno si mosse sul sedile e finì con l'appoggiarsi alla spalla di Fred, che arrossì tanto che le lentiggini quasi scomparvero.

"Fred, sembri un peperone scottato" rise Angelina.

"Oh, sta' zitta!" Sbottò lui, tirandosi il maglione fin sopra il naso.

George e Lee erano piegati in due dal ridere, mentre Zoe li osservava intenerita e commentò: "Sareste proprio una bella coppia"

"Oh dai, ma è così evidente che sono cotto di lei?" Bofonchiò da sotto al maglione il ragazzo.

"Abbastanza, ma solo lei non se ne accorge. In realtà, spesso l'amico o l'amica di cui sei innamorato non se ne rende conto" disse la mora, abbassando improvvisamente gli occhi, per poi sorridere nuovamente.

Il tempo passò e arrivò l'ora di pranzo; Erika aveva dormito come un ghiro fino a quel momento e si svegliò perché iniziava a sentire caldo, in più sentiva le spalle pesanti. Quando aprì gli occhi si ritrovò appoggiata al petto di Fred, che per comodità le aveva passato un braccio attorno alle spalle: "Ben svegliata. Fame?" Le disse il rosso, indicando Lee e George che facevano la fila al carrello.

"Scusa se ti ho dormito addosso, comunque sì, ho molta fame. Vado a dargli i soldi per qualche Cioccorana" e così dicendo si alzò, ma non prima di aver spettinato i capelli a Fred, che rise e come al solito non li sistemò.

"Ah, buongiorno eh!" Esclamò teatrale George, quando li raggiunse. Lei gli fece la linguaccia e gli consegnò qualche falce per tre Cioccorane, poi tornò a sedersi.

Inziarono a parlare di Quidditch e dell'imminente Coppa del Mondo, anche se Zoe dopo un po' si estraniò dalla discussione, visto che non era poi così appassionata, e si mise a ripassare Aritmanzia.

Quell'argomento li accompagnò ancora per una mezz'ora, poi parlarono di scuola (finendo anche col ridere dietro a qualche professore) e infine del più e del meno. Intanto, era calata la sera.

"Ragazzi, posso farvi una domanda?" Domandò Erika, dopo dieci minuti di silenzio in cui nessuno sapeva più che dire.

"Certo, spara" rispose Angelina, distogliendo lo sguardo dal pesaggio buio fuori dal finestrino.

"Secondo voi le scuse di Rafael hanno un secondo fine? Secondo me sì" disse lievemente preoccupata, mordendosi il labbro inferiore.

"Cosa ti fa pensare che sia così?" Chiese Zoe curiosa e stupita.

"Diverse cose, il mio sesto senso, la sua dolcezza esagerata, il fatto che lo conosco come le mie tasche e cose così" rispose la riccia.

"Scusa, il secondo fine sarebbe?" Fece confuso Lee.

"Che vuole tornare insieme a lei genio!" Esclamarono Fred e George, dandogli uno scapellotto contemporaneamente.

Lui gemette, diede una forte pacca sulle spalle a entrambi e poi disse: "Plausibile"

"Già, immaginavo. Ma tanto non abbocco, mica sono scema" rispose Erika.

"Più o meno..." scherzò Fred, sorridendo con fare innocente.

"Sarai sveglio tu" ribatté la castana, facendogli la linguaccia. Lui rise e iniziò a farle il solletico sui fianchi, mettendola contro al pezzetto di parete con cui terminava il sedile, in modo che non potesse sfuggirgli.

"Ti prego basta! Dai, spostati che sei un armadio in confronto a me!" Esclamò Erika, in preda alle risate.

"Sai che adesso che ho scoperto che soffri il solletico sei finita, vero?" Le chiese lui, con le lacrime agli occhi a causa del troppo ridere.

Anche gli altri ridevano come matti, tanto che Angelina e Zoe si tenevano la pancia e Lee quasi scivolava giù dal sedile. Erika appoggiò la sua fronte alla spalla di Fred, ridendo ancora più forte di prima. Nel tempo in cui si calmarono, mancavano dieci minuti alla stazione di Hogsmeade.

Si cambiarono e iniziarono a prepararsi psicologicamente alle pesanti lezioni che li aspettavano.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora