V.

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"Ok ragazzi; un solo colpo basso, e dico uno solo, e vi sbatto fuori dalla squadra. Andate a lamentarvi da chi volete poi, tanto io non cambierò idea nemmeno se me lo ordinasse Silente in persona, figurarsi poi se dovesse farlo la Umbridge. È chiaro?" Cominciò il discorso pre-partita Erika. Tutta la squadra annuì riluttante, ma sapevano bene che non scherzava.

"Adesso che vi ho avvisati, voglio dirvi un altro paio di cose: vi siete allenati duramente e bene, ognuno di voi ha saputo tirar fuori un po' di potenziale per cui meritiamo di vincere, ce lo meritiamo davvero"

Ora i suoi compagni la guardavano con altri occhi, più felici e grintosi di quando li aveva ammoniti. Dopodiché uscirono dall'ufficio del Capitano, tutti tranne uno: "Che ti è successo ai capelli Turner?" Domandò la voce di Malfoy

"Nulla di cui tu debba preoccuparti Draco. Ora va a finire di prepararti, per favore" rispose secca Erika

"Mi sembri quasi una Weasley"

"Già...adesso sul serio, vai di là a cambiarti"

"Perché tu che sei una Purosangue devi metterti a frequentare un traditore del proprio sangue come lui?"

"È amore, Draco. Non puoi comandarlo, non puoi comprarlo, non puoi scegliere di chi innamorarti; finché non ti succede non puoi capirlo a pieno. E adesso va"

Il ragazzo la guardava, ma era come se non la vedesse; sembrava quasi riflettere su ciò che gli aveva appena detto il suo Capitano. Poi però, si limitò a scrollare le spalle e a uscire.

Scesi in campo, Angelina e Erika si diedero la mano; era la prima volta che tra serpente e leone non c'era uno stritolamento di dita invece che una vera stretta.

"Buona fortuna" le disse Angelina

"Anche a te" le rispose la rossa

Durante la partita Fred sembrava deconcentrato; George era dovuto intervenire due volte per salvargli dei Bolidi facilissimi e nel frattempo Erika aveva segnato due volte.

"E siamo venti a zero per Serpev...che diavolo stanno cantando?" Disse Lee al suo solito megafono magico

Erika tese l'orecchio e si rese conto che stavano insultando Ron attraverso quella canzone, il che lo rendeva ancora più nervoso.

Gli altri due Cacciatori di Serpeverde segnarono ancora un goal a testa, ma subito dopo Katie Bell segnò: in quel momento erano quaranta a dieci per Serpeverde.

Ad un tratto Harry e Draco si tuffarono verso il terreno nella metà del serpente; tutti si accorsero che era il Cercatore di Grifondoro ad averlo preso.

Erika si guardò intorno nervosa e, come temeva, uno dei due Battitori della sua squadra stava per lanciare un Bolide a Harry: "Fermo!" Tentò di bloccarlo, ma non ci riuscì. Per fortuna Potter aveva trattenuto il Boccino e non sembrava essersi fatto troppo male.

I Grifondoro urlavano festanti, acclamarono Harry, ma fu in quel momento che il vero problema si presentò; Malfoy fremeva di rabbia, quindi decise di iniziare a prendere in giro gli avversari.

Fece il grosso errore di insultare pesantemente i signori Weasley e i gemelli non persero tempo per reagire: Harry tratteneva a stento George, mentre gli sforzi di Angelina, Katie e Alicia non sembravano bastare a immobilizzare Fred, quindi Erika corse in loro aiuto.

"È quello che vuole stupido, vuole farvi finire nei guai!" Esclamò, poggiandogli le mani sul petto spingendolo indietro con quanta forza aveva.

Il rosso smise di dimenarsi: "Che hai fatto al tuo aspetto?"

"Non è dipeso da me Fred. Ma credo che lo sapessi già"

Non poterono continuare la conversazione, perché Harry aveva lasciato andare George e insieme a lui era saltato addosso a Malfoy.

"George, Harry, no!" Urlò Fred, che però era ancora bloccato dalle quattro ragazze e quindi si trovava nell'impossibilità di intervenire.

Malfoy aveva insultato anche la mamma di Harry; in ogni caso, nei guai c'erano finiti lui e George, non il Serpeverde.

Appena usciti dagli spogliatoi Fred corse da Erika, che cercava di andare al castello senza essere fermata: "Piccola aspetta, ti prego!" La chiamò lui.

A quel soprannome lei si bloccò e gli permise di raggiungerla: "Che c'è? Vuoi dirmi che anche quello che è successo oggi è colpa mia?" Non voleva essere così dura con lui perché lo amava, ma l'aveva anche ferita; e un Serpeverde ferito parte sempre con le mani avanti.

"No. Tu...avevi ragione, non sei in grado di controllarli tutti, non è colpa tua se sono sei imbecilli. E anche io, George e Harry siamo stati imbecilli oggi; se tu e le altre non mi aveste fermato gli sarei saltato addosso per primo. E riguardo al coro era disgustoso, ma tu che c'entri? Ho sbagliato piccola e fidati, questa volta imparerò dal mio sbaglio. Ti prego, torna da me"

Ogni parola di Fred le aveva creato un brivido lungo la schiena, perché in ogni parola ci aveva messo quanta più sincerità aveva in corpo.

Si voltò piano verso il rosso, poi si fiondò tra le sue braccia: "Ti amo stupido" disse, con la testa appoggiata sul suo ampio petto.

"Ti amo Ricciolina" rispose lui, baciandole la testa.

Effettivamente era tornata al suo aspetto, ovvero coi capelli mori e ricci e gli occhi verde chiaro.

"Sai che ti dico? I capelli me li tengo lunghi...mi piacciono di più" commentò, osservandosi i ricci ricaderle ben oltre le spalle

"Come vuoi, ti trovo bellissima lo stesso"

I due fidanzati, finalmente riappacificati, si avviarono verso il Lago, dove iniziarono a baciarsi talmente a lungo che sembrava quasi volessero recuperare a tutti i costi il tempo che avevano trascorso separati

"Ce lo facciamo un giretto nella Stanza delle Necessità?" Domandò malizioso Fred

"La trovo un'ottima idea...anche se non te lo meriteresti" rispose Erika, appoggiandogli le braccia sulle spalle e riducendo di molto la distanza tra le loro labbra.

Il rosso scosse la testa ghignando e la baciò per l'ennesima volta, dopodiché andarono nella "loro stanza" al settimo piano.

Molti minuti dopo Fred era sdraiato a pancia in su, le mani unite dietro la testa e la coperta adagiata fino agli addominali, lasciando il petto interamente scoperto; sul viso aveva un'espressione molto rilassata.

Erika invece era girata sul fianco sinistro, e con il braccio di quello stesso lato si sosteneva la testa, mentre con la mano destra accarezzava il petto del fidanzato. Teneva le coperte tirate fino alle ascelle, in modo da coprirsi il seno, ma lasciando di conseguenza mezza schiena scoperta.

"Forse dovrei andare a vedere che è successo a George...spero che la McGonagall non l'abbia trasformato in un rospo" disse d'un tratto il rosso

"Sì, forse è meglio...spero non sia stata troppo dura con quei due, non era interamente colpa loro" rispose la riccia

Si rivestirono, si salutarono davanti alla Scalinata Principale con un bacio e poi ognuno andò nella propria Sala Comune.

Amore sul campo da Quidditch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora