Ottobre 2015

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Domenica 4

Come diavolo ho fatto a dimenticarlo? Dovrei picchiarmi da solo, fortuna che esistono gli smartphone...ma è Kara il mio smartphone vivente!
Lei mi ricorda tutto: date, compleanni, impegni, perfino con chi ho litigato o meno...però è stata furba a non ricordarmi il suo di compleanno. E io stupido l'ho trascinata qui a Miami.
Certo in questi giorni si e rilassata tra la piscina e la Spa dell'hotel, credo ci abbia infilato anche un paio di sessioni di shopping, ma passare il compleanno lontano dalla famiglia, dalla sorella e dagli amici non deve essere il massimo, specialmente per lei che è così unita a loro.
Farò in modo che non ne senta la mancanza però, me ne assicurerò personalmente. Chiamo la reception e chiedo di portarle una colazione completa, con tanto di fiori e biglietto, dritta nella sua stanza e inizio la mia personale ricerca nella città di Miami.
Ristoranti, locali, negozi dove passare la giornata.
Sono immerso in una lista dei migliori night club, quando un timido bussare alla porta mi distrae. Vado ad aprire e non trovo nessuno.
Sento di nuovo il rumore e giro di scatto la testa, proviene dalla porta condivisa con la stanza di Kara...un sorriso, sicuramente da scemo, si apre sul mio volto mentre vado ad aprire.
È bellissima.
Ha preso un po' di colore, cosa che fa spiccare i luminosi occhi azzurri e i capelli biondi...per un attimo perdo la capacità di parlare, perso nel suo sorriso timido e forse un po' imbarazzato.

"Buongiorno."
"Ciao...dormito bene?"
"Si, è opera tua?"
Indica il carrello della colazione ricolmo di ogni bontà...l'appetito di Kara è leggendario, l'ho vista mangiare di tutto e di più e mai una volta lamentarsi della linea.
"Forse."
"Perché? Potevo fare colazione giù, come tutte le persone normali."
"Ma è un giorno speciale."
"Davvero?"
"Pensavi non lo ricordassi?"
"Un po' ci speravo."
Sorride timida, come se non volesse attirare l'attenzione.
"Buon compleanno."
"Si sì...grazie."
Mi avvicino per darle un bacio sulla guancia, lei intuisce il gesto e mi porge il viso. Credo di vederla arrossire, ma forse è solo la mia fantasia.
"Avresti dovuto dirmelo sai?"
"Cosa? Perché?"
"Non ti avrei trascinata qui tanto per cominciare."
"Quindi non ti ricordavi..."
Sorride sorniona, come se le mie parole le confermassero qualcosa che solo lei sa.
"Beh...mi era sfuggito il momento specifico, ma so che ad un certo punto dell'anno è il tuo compleanno."
"Ma dai?!"
"Si beh, confido in te per le date e...beh praticamente per tutto. È stato un colpo basso non dirmelo."
"Magari non volevo festeggiare..."
"Perché? Il giorno della tua nascita deve essere celebrato."
"No invece..."
"Non volevo renderti triste."
Per un momento è persa in ricordi lontani che non riesco ad immaginare. Ha sempre detto di essere legata alla famiglia, quindi credo che sia legato ai genitori biologici...qualche brutto ricordo. Devo trovare il modo di farmi raccontare tutto, ma non adesso, non voglio rovinarle il sorriso di nuovo sereno.
"Non è niente. Fai colazione con me?
"Ma è il primo regalo per te."
"Non riesco a mangiar...primo regalo?!"
"Si, mettiti in forze. Passeremo la mattina al mare, ho già organizzato tutto. Pomeriggio andremo a fare shopping, devi scegliere il tuo regalo e poi stasera nel locale più esclusivo di Miami."
Mi guarda sconvolta e con la bocca aperta, non sa cosa dire.
"Avevi altri impegni per caso?"
"MonEl...hai...tu...tu hai il...coso...come diavolo si chiama...ah si, il convegno. Devi parlare."
"È domani. Oggi ci sono i medici. Sono tutto tuo."
La mia frase non suscita l'ironia sperata, in realtà continua a guardarmi come se le avessi fatto una proposta indecente.
"Kara...stai bene? Credevo potesse farti piacere."
"Perché?"
"Beh qui non conosci nessuno e non mi perdonerei mai di lasciarti sola il giorno del tuo compleanno, pensavo che potessimo passare la giornata insieme, magari in giro..."
Annuisce e poi ripete ancora perché.
"Cosa vuol dire perché?"
"Perché lo fai? Non sei obbligato..."
"Lo so, voglio farlo."
La mia risposta sembra non bastarle, credo voglia chiedermi di nuovo perché ma si trattiene, i denti affondati nel labbro inferiore ne sono la prova.
Le ritorna quel sorriso timido sul viso, Dio...potrei dire di sì a tutto per quel sorriso.
"Allora fai colazione con me? Neanche farmi mangiare da sola è carino."
"Mi sembra giusto."

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