Capitolo 1

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Quel giorno l'aria profumava di muschio. Era un buon profumo, delicato e sfuggente. La ragazza rimise la propria spada nel fodero e si tolse la cintola, per poi passare alle placche dell'armatura.

Aveva finito l'allenamento, per quel giorno. Lady Sif era sempre più soddisfatta. "Continua così, Sigrid, e diventerai una grande guerriera".

Ma adesso era ora del riposo. Prese una veste semplice, color verde smeraldo e a maniche lunghe, e la indossò. Non le piacevano le vesti elaborate. Il suo era un corpo forgiato per la battaglia, nonostante non mancasse di formosità.

Sigrid si passò una mano fra i corti capelli, indossò gli stivali e fece per uscire, ma prima afferrò un corto pugnale e lo nascose in uno dei calzari.

Non si poteva mai sapere. Afferrò un libro al volo e si diresse verso il suo angolo preferito. Era un piccolo giardino con un grande albero al centro, ma a Sigrid sembrava il Valhalla.

Si sedette e iniziò a leggere. Era capace di non staccare gli occhi da un libro per delle ore intere, ma quel giorno il destino aveva altro in serbo per lei.

Udì delle grida e i rumori di una colluttazione, e un giovane dai capelli biondi prese per il collo un uomo. Sigrid non esitò un secondo.

Sapeva chi era. Thor. Principe di Asgard. E una delle persone più boriose che avesse mai conosciuto.

Scattò in piedi, estrasse il pugnale e con un movimento fulmineo lo puntò alla gola del principe. "Molla immediatamente quest'uomo". "Tu osi minacciare me? Thor, principe di Asgard? Dio del...". "Sì, so chi sei. E so altrettanto bene che un principe non dovrebbe attaccare briga con ogni uomo che non gli si prostri davanti. Ripeto. Metti. Giù. Quell'uomo".

Il biondo la ascoltò. Poi le afferrò il polso che reggeva il pugnale e lo torse. Sigrid si limitò a far passare l'arma nell'altra mano e a liberare il polso.

"Tsk... Andiamo via, Loki".

Lo sguardo di Sigrid incrociò per un solo istante due occhi color ghiaccio. Solo per una frazione di secondo.

Ma le bastò per sentire le farfalle nello stomaco. Loki.

L'uomo che aveva salvato le si prostrò davanti, ma lei lo fece alzare. "Non sono Thor. Io non mi faccio adorare".

Rimise a posto il pugnale e tornò al suo libro.

"Dove hai imparato a lottare così?". "Loki. Era un'illusione, giusto?". "In parte. Ero con Thor, ma per raggiungerti ho dovuto... Fargli credere di essere ancora lì". "La tua curiosità ti ucciderà, prima o poi". "Se accadrà, spero che porterai i fiori alla mia tomba". "Perché dovrei?".

Sigrid alzò gli occhi dal libro e incontrò quelli del Dio degli Inganni. Loki le si sedette accanto. "Qual è il tuo nome?". "Quello di mia nonna". "Non mi hai risposto". "Era una risposta. Non quella che avresti voluto tu, ma era una risposta". "Sei loquace". "Come te? Mi offendi". "E come mai, di grazia?". "Io sono molto più loquace di te".

Loki si zittì per un secondo. "Ma scommetto che non sei più brava di me nella lotta". "Vuoi scommettere?". "Certo". "Cosa?". "Se vinco mi dirai il tuo nome". "E se vinco io?". "Ti porterò in un posto molto speciale". "Ci sto".

Loki si alzò e in pochi istanti aveva addosso la sua armatura. "Oh oh... Il ragazzo vuole giocare al guerriero". "La ragazza vuole irritarmi". E le si lanciò contro. Lei si limitò a sparire.

"Ma che diavolo...?". La ragazza lo spinse da dietro e disse: "Non sei l'unico in grado di creare illusioni, Loki. Figlio di Odino". Il dio si rialzò e sorrise.

Adesso Sigrid indossava l'armatura completa. Solido metallo che ricopriva petto, gambe e braccia. Uno scudo al braccio e la sua spada in mano.

"Divertiamoci un po', Dio dell'Inganno".

Just a moment - Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora