Just a moment - Loki Laufeyson

Capitolo 18

Narratore esterno

Il vestito le stringeva troppo, non avrebbe avuto molta libertà di movimento.

Sigrid era al ricevimento da meno di un'ora, ma di Loki nessuna traccia.

Dove diavolo ti sei cacciato?

I suoi capelli, di solito rossi e disordinati, erano racchiusi in una treccia che fermava le ciocche nere in un'acconciatura stretta.

Spostò lo sguardo verso l'alto e lo vide. Indossava uno smoking che lo mimetizzava perfettamente in quell'ambiente, ma lei lo avrebbe riconosciuto fra mille.

Una fitta al petto le fece storcere il naso. "Lo vedo, credo che stia per agire. Cap, preparati" sussurrò dentro un minuscolo microfono.

Infatti, pochi istanti dopo, il Dio roteò il bastone che aveva in mano e colpì un uomo dritto in faccia.

Esibizionista, pure il giro di bastone...

Sigrid indietreggiò. "Cap, aspettalo fuori". Si nascose fra la folla e si mosse lentamente verso l'esterno, senza prestare attenzione alle mosse di Loki.

Quando ordinò loro di inginocchiarsi, lei lo fece. "Non vi sembra... Semplice?".

Cercò di ignorare la sensazione che si risvegliava in fondo allo stomaco al suono della sua voce.

"Vi inginocchierete sempre". A un tratto vide un uomo alzarsi in piedi. "Non davanti a uomini come te". "Non esistono uomini come me". "Esistono sempre uomini come te". "La voce saggia del popolo. Che lui sia d'esempio".

Prima che potesse colpirlo con la magia del suo bastone, Sigrid aveva sciolto l'illusione che la mascherava ed era saltata davanti al vecchio.

"Sei più codardo di quanto mi aspettassi". "Io codardo? Mi stupisce che proprio tu parli di codardia. Ti sei nascosta fino ad adesso... Cosa ti ha spinta a uscire dal tuo isolamento?".

Quelle parole la ferirono, ma lei non lo diede a vedere. Batté i polsi e la sua armatura le si materializzò addosso. Sguainò la spada, puntandola contro il dio.

Ma il suo braccio tentennava, non era ferma come avrebbe voluto. Loki ne approfittò per scagliare un raggio azzurro dal suo bastone, ma la familiare sagoma di Steve Rogers lo bloccò con lo scudo e lo rispedì al mittente.

Sigrid indietreggiò, iniziando a spingere via le persone. "L'ultima volta che sono stato in Germania, e ho visto un uomo innalzarsi sopra tutti gli altri, abbiamo scelto il dissenso".

Loki disse, rialzandosi: "Il soldato. L'uomo senza tempo". "A te ne è rimasto poco". Il jet armato guidato da Natasha non scosse minimamente il Dio degli Inganni, che iniziò a combattere contro il Capitano.

Sigrid non smise di allontanarsi, e a un certo punto si trovò schiacciata contro un muro. Il cuore le batteva forte nel petto, sotto l'armatura.

Mi sono ridotta a questo? A nascondermi davanti alla battaglia?

La Furia iniziò a risvegliarsi dentro di lei. Sigrid strinse la spada, poi estrasse un pugnale, mirò e lo scagliò verso Loki.

La lama recise con precisione una ciocca di capelli neri del dio, causandogli anche un graffio sull'orecchio, proprio come aveva previsto Sigrid.

"Arrenditi, Loki, non puoi batterci". Si scagliarono l'uno contro l'altra, iniziando a combattere corpo a corpo, spada contro bastone. Nessuno dei due intendeva usare la magia.

Sigrid lo colpì con un calcio allo stomaco, facendolo finire a terra, e fu allora che Stark intervenne.

"Fai la tua mossa, piccolo cervo"

Loki si limitò ad alzare le mani e a far svanire l'armatura. Sigrid lo guardò negli occhi, e lui ricambiò il suo sguardo.

^Non ho mai voluto ferirti^

^Non ti credo. E anche se fosse, è troppo tardi. L'hai già fatto^

Il dio abbassò lo sguardo, e Sigrid lo afferrò con forza per un braccio, mentre Iron Man lo ammanettava.

^Tutto quello che volevo eri tu. Ma adesso voglio solo che tu sparisca dalla mia vista^

^Non ti credo^

^Credi quello che vuoi, le cose stanno così^

Le faceva male anche solo pensare quelle parole, ma il dolore che aveva dentro di sé era troppo grande per essere ignorato o addirittura eliminato.

Eppure le mancava qualcosa di ancora più importante. Ma non voleva vederlo, perché sapeva già di cosa si trattasse.