"Sigrid, va' da Loki! Lui è il pericolo più grande!". "Sissignore!". "Datele copertura!". "Non serve". "Dovrai passare in mezzo ai soldati!".
Sigrid sorrise furbescamente. "Lo so. Ma non ho bisogno di copertura. Voi concentratevi sui motori, a loro penso io". Poi si appese i pugnali alla cintura ed estrasse la spada, portandosela alle labbra.
E per la prima volta in tutta la sua vita, cercò la Furia nel proprio petto. Non dovette nemmeno sforzarsi, bastò l'odore e la vista del sangue a risvegliare quell'istinto predatorio che credeva di aver sedato.
Strinse i denti, spalancò gli occhi e si gettò in mezzo ai nemici. Bastò un colpo, poi la Furia fece tutto per lei. Si muoveva rapida come una serpe, troncava arti e menava fendenti senza nemmeno guardare; una volta credette di udire la propria risata riempire i corridoi con un suono agghiacciante.
Alla fine raggiunse la zona detenzione, con Loki tranquillamente seduto all'interno della gabbia di vetro.
"Sigrid". La Furia le diceva di tagliargli la gola, di finirla lì, ma...
La rabbia scivolò via lentamente, sciogliendosi in un aspro rimorso come neve al sole.
Sigrid ripose la spada. Poi qualcosa la colpì alla schiena e lei perse l'equilibrio; rotolò via e afferrò la prima cosa che le capitò sotto mano, un lungo tubo di ferro. Lo strinse e menò un colpo, sentendo il familiare rumore dell'impatto del metallo contro un corpo solido.
Si mise in ginocchio, un rivolo di sangue che scendeva dalle labbra, e puntò il bastone contro la familiare figura di Loki.
"Credevo sapessi riconoscere un'illusione". "Bastardo". "Suvvia, Sigrid, più garbata". La ragazza si alzò in piedi e sguainò un pugnale, ma l'urlo di Thor la colse alla sprovvista. Si voltò e vide suo fratello biondo bloccato nella prigione di vetro.
E un altro Loki che lo osservava da fuori. "Possibile che tu ancora non abbia imparato?". Sigrid grugnì di frustrazione, muovendo una mano come per scacciare una mosca mentre l'illusione che l'aveva colpita si dissolveva. Cercò di prendere Loki alle spalle, ma qualcuno le puntò un fucile alla testa.
"Gli umani inventano trappole geniali. Dovremmo provarla?". "No!". Sigrid vide Coulson atterrare un'altra guardia. "Spostati per favore". Loki alzò le mani e parve obbedire.
"Ti piace?". Il fucile che Coulson aveva in mano era massiccio. "Abbiamo iniziato a lavorarci dopo che hai mandato il distruttore. Nemmeno io so come funziona. Vogliamo provarlo?".
Poi accadde tutto troppo in fretta. Un movimento alle spalle di Coulson, la gomitata di Sigrid alla guardia, il rumore di metallo che trafiggeva la carne, le grida di Thor e Sigrid.
La ragazza gridò di nuovo, e la sua spada si illuminò di fulmini argentati che scagliò violentemente contro Loki, mandandolo al tappeto.
Poi un dolore incredibile le perforò il fianco, proprio dove si univano due placche dell'armatura, e cadde; tuttavia ebbe la prontezza di afferrare un pugnale e colpire alla gola il bastardo che le aveva sparato.
Sbatté la testa, e la vista iniziò a sfarfallare. Seppe solo che a un certo punto Loki le si avvicinò. "Uccidimi" sussurrò lei. "Non posso vivere così, non ci riesco". Loki sollevò lo scettro e le sfiorò il petto, poi scosse la testa e si alzò in piedi.
"Perderai". "Davvero?". "È nella tua natura". Sigrid cercò di mettersi a sedere, ma riuscì solo a spostarsi su un fianco.
"I vostri eroi sono separati. La vostra fortezza volante sta cadendo dal cielo. Come farei a perdere?". "Manchi di convinzione". "Non credo che...". Poi ci fu un boom incredibile e Loki fu spedito all'indietro, sfondando una parete.
Sigrid strisciò lentamente verso Coulson, ritirando l'armatura. Sentì le lacrime pungerle gli occhi. "Mi dispiace...". "Non è colpa tua". "Sì invece... io... io sono fuori posto, non so che fare, sbaglio sempre al momento decisivo". "Forse solo tu puoi porre fine a questa guerra".
Sigrid ingoiò le lacrime. "Non so nemmeno come porre fine ai miei sentimenti".
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Just a moment - Loki Laufeyson
Fanfiction"Come puoi difenderlo? Come puoi essere così ingenua?". "Io vedo cose che altri ignorano. E io so che lui è meglio di quello che finge di essere". "È bastato un momento, una frazione di secondo. E ho capito che sarei rimasta legata a te per sempre".