Capitolo 12

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"Sei sicura?" chiese Thor mettendomi una mano sulla spalla. "Sì. Qui per me non c'è più nulla. Ho perso tutto quello che mi legava a questo posto". "Lui ti amava davvero. Mi dispiace per aver detto che sei un'ingenua. Se ti avessi creduto forse ora...". "Non voglio parlare di se e di ma. Lui non c'è più. Questo mi basta".

Scesi dalla balaustra del mio terrazzo e tornai dentro. Dovevo dirlo a Frigga.

^Frigga, dove sei?^

^Nelle stanze di Loki. C'è una cosa che dovresti vedere^.

La raggiunsi e la trovai seduta accanto a un baule spalancato. Stava... Piangendo?

"Frigga... Tutto bene?". "S-sì... Vieni qui, e guarda".

Mi mostrò il contenuto del baule e per poco il cuore non mi si spezzò di nuovo.

Una bellissima armatura d'argento e oro splendeva dentro la cassa. Il cuoio era marrone scuro e sul petto era disegnata una rosa azzurra. Sopra, una piccola busta bianca.

Cara Sigrid.
Affido a questo pezzo di carta parole che non riuscirei a dirti a voce. Dal primo giorno in cui ti ho vista ho capito che qualcosa in te è speciale. Il tuo modo di fare, i tuoi sorrisi leggeri e sinceri, i tuoi occhi marroni che nascondono così tanto dolore.

Voglio essere la cura per quelle sofferenze, e voglio che tu sia la cura per le mie. Ti amo, Sigrid. Più di chiunque altro. Mi fai provare sensazioni che credevo impossibili, almeno per me.

Hai saputo vedere oltre il mostro che mi sono costruito attorno, oltre al Dio. Tu sei stata capace di vedere dentro di me, più profondamente di chiunque altro.

Questa armatura l'ho fatta costruire per te. È fatta dello stesso materiale di Mjolnir. Indossala, fallo per me.

Ti amo, luna della mia vita.

Calde lacrime bagnarono le mie guance, cadendo in tondi perfetti sulla carta e sbiadendo l'inchiostro.

"Io non resterò qui". "Vai su Midgard?". "Sì. Mi dispiace, avevo promesso che l'avrei salvato...". "L'hai salvato, infatti. Da sé stesso, dal suo odio e dal rancore". Sorrisi e l'abbracciai.

"Trova la tua strada, figlia mia". "Sì... Madre". Altre lacrime mi salirono agli occhi, ma Frigga le asciugò. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: "Ho sempre voluto avere una figlia".

Sorrisi e mi tolsi un braccialetto. "Tieni. Per tutto quello che hai fatto per me". Ci alzammo in piedi e la salutai per l'ultima volta, con un leggero bacio sulla guancia.

Per ultimo salutai mio padre. "Padre". "Figlia mia. Allora Heimdall aveva ragione". "Sì. Me ne vado". "Buona fortuna, allora. Ogni volta che vorrai, le porte di Asgard saranno aperte". Mi inchinai e strinsi una mano a mio padre.

Poi successe una cosa inaspettata. Odino mi tirò a sé e mi strinse in un'abbraccio. Era forte, nonostante l'età.

"Segui i tuoi sogni, figlia mia, e sii libera". Io annuii e raggiunsi casa mia. Aspettai qualche secondo prima di attivare la spada.

Loki... Non mi hai fatto vedere il tuo posto speciale.

Just a moment - Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora