Capitolo 7

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"Loki. Io vado da Sif. Sono sicura che sia incavolata come un Demonio". "Resta ancora un po'...". "Stasera. Stasera resterò con te. Ci vediamo".

Lo salutò con un bacio a fior di labbra e raggiunse l'amica. "Sigrid, finalmente! Thor è stato...". "Lo so. Me lo ha detto Loki". "Loki... Laufey ha detto: la casa di Asgard è piena di traditori. Un maestro di magia avrebbe potuto far entrare tre giganti a palazzo".

"Stai scherzando??? Loki non lo avrebbe mai fatto!". "Sigrid, ragiona! È stato lui ad avvisare la guardia che ca sua volta ha avvisato Odino! Non puoi credere che...". "Smettetela!". "Bene. Andremo a discuterne con il padre degli dei".

Prima che potesse avvisarli del fatto che Odino non era in buone condizioni se ne erano già andati.

La rabbia le faceva formicolare le mani. Non poteva, non doveva essere stato Loki. Poi si accorse che le mani stavano davvero formicolando, non solo in senso metaforico. Una specie di piccola corrente elettrica le attraversò le dita, e piccole saette argentate le comparvero fra le mani.

Le chiuse immediatamente.

Per le mutande di Heimdall, cosa diavolo sono io?

Fece un passo indietro e provò a concentrare l'energia nelle mani. Subito comparve un globo d'argento zeppo di fulmini, che scagliò verso il divano. Quello prese fuoco, così lo sollevò cercando di non scottarsi e lo lanciò nel caminetto.

E addio al mobile di legno pregiato.

Iniziò a respirare affannosamente, mentre la paura cresceva. I fulmini erano il potere di Thor...

Uscì dalla stanza e corse verso la sala addestramenti. Purtroppo era così distratta che si perse di nuovo. Fu fortunata, però, visto che vide una porta che conosceva molto bene. La socchiuse, e vide che il Dio dell'Inganno non era dentro. Esplorò con lo sguardo la stanza di Loki.

Era colorata con tutti i toni del verde e dell'oro, e Sigrid la trovava bellissima. Si sdraiò sul letto, con lo sguardo rivolto al soffitto, e le sue mani iniziarono a tessere un'illusione.

Sebbene non l'avesse mai visto dal vivo, c'erano alcuni testi su Asgard che ritraevano il cielo da Midgard. Un cielo limpido, con una striscia scura che lo attraversava. L'avevano chiamata Via Lattea.

Profuse una buona parte dei suoi poteri in quella magia, ma alla fine ottenne il risultato sperato. O quasi. Le stelle, infatti, non brillavano. Sigrid sospirò, poi aprì una mano. Piccole scintille si fusero all'illusione creata sul soffitto, illuminando gli astri di una luce argentata.

Chiuse gli occhi e prese dei profondi respiri. Si era stancata molto: era così esausta che nemmeno sentì la porta socchiudersi, percepì solo un corpo sdraiarsi accanto a lei. "È bellissimo".

Sigrid aprì gli occhi, incrociando quelli color ghiaccio di Loki. "Tu sei più bello". Il Dio dell'Inganno le si avvicinò e la strinse in un abbraccio.

"Mi dispiace. Per Odino". "Mi hanno dato il suo bastone. Adesso sono re di Asgard". "Quindi farai tornare Thor?".

Loki si irrigidì. "Io... Non me la sento di trasgredire l'ultimo ordine di mio padre. Non ancora". "Loki. C'è qualcos'altro?". "No. Tranquilla. Va tutto bene".

Sigrid gli diede un dolce bacio a fior di labbra, che Loki approfondì. Si strinsero, ma Sigrid sentì qualcosa.

Eccola. La furia, la rabbia sopita dentro di lei. La sentì venire a galla e rovinare quel momento magico. Si staccò dal dio, che la guardò confuso. "Ho fatto qualcosa di male?". "No... No io...". "Ehi, va tutto bene. Adesso abbracciami e ci riposiamo un po', va bene?".

Sigrid obbedì. Fu così che li trovò Frigga, quella sera. Abbracciati e sorridenti, felici di essere insieme.

Just a moment - Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora