3. Gerarchie

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-Oh cazzo...-, mi lascio sfuggire, generando una risata generale.

-Ragazzi, basta!-, li riprende il professore.

-Scusi, ehm, volevo dire...-

-Ok, la lezione finisce qui. Andate, è ora di pranzo-.

Tutti gli allievi si alzano diligentemente e mi passano accanto intenti ad uscire dall'aula. Faccio per seguirli, ma il professore mi invita a raggiungerlo in fondo alla classe.

-Cercava qualcosa?-, mi domanda.

È un uomo affascinante, molto alto, sulla quarantina. Ha i capelli castani pettinati alla perfezione, la barba curata, un paio di occhiali spessi poggiati sul naso dritto. Indossa un jeans e una giacca informale. Ha gli occhi scuri, quasi neri, e le sopracciglia folte.

-Io...mi scusi, professor...-

-Sanders-, si presenta.

-Scusi, professor Sanders. Cercavo la mensa, mi sono persa...-

-Lei è nuova, signorina?-

-Io...ecco, si, signore-.

-Non sia così tesa!-, esclama scrollandomi dalle spalle. Devo ammettere che mi ha fatto venire un colpo tanto è stata impulsiva la sua reazione.
-Lei frequenterà il corso di psicologia, Miss...?-

-Mia Laurence, professore. E si, fa parte del mio orario-.

-Bene, signorina Laurence-, dice stringendomi la mano con foga. -Allora sarà una mia allieva. Sarà un piacere trovarla in una mia aula non per errore. Se vuole andare in mensa, una volta uscita da qui, deve andare a destra, poi sempre dritto-, sorride.

-Grazie mille-, balbetto. -E scusi ancora per l'interruzione-.

Con le guance rosse come pomodori, mi dirigo a passo svelto verso la mensa. Il mio stomaco supplica di essere riempito.

Finalmente, riconosco la folta chioma di Scarlett in lontananza. Per un attimo ho temuto di dover pranzare da sola.

-Ehi, com'è andata la tua prima lezione?-, le domando, piombando alle sue spalle facendola sussultare.

-Mi hai spaventata-, dice lei, ridendo. Ci mettiamo in fila con i nostri vassoi per prendere da mangiare.
-È andata molto bene. La professoressa di scienze è una tipa particolare, ma sembra sapere il fatto suo. La tua missione di esplorazione come procede?-

-Discretamente-, dico, rivolgendo una smorfia di disgusto verso la poltiglia che mi stanno mettendo nel piatto. -Ho una cosa che potrebbe interessarti-.

Ci dirigiamo verso un tavolo e ci sediamo, quindi tiro fuori dalla tasca dei miei jeans il volantino per i provini da cheerleader.

-Dovresti tentare. Eri la più brava a scuola-.

Scarlett legge con attenzione, i suoi occhi si illuminano.
-Mia è fantastico. Ma non so se...-

-Avanti!-, dico, incitandola. -Sappiamo entrambe che lo vuoi-.

Scarlett mi osserva e sorride.
-Farò una prova. Grazie di aver pensato a me, Mia-.

-Figurati-.

-Perché non provi anche tu?-

-Non fa per me...-

-Oh, Mia, smettila. Se è ancora per le tue insicurezze sul fisico sei fuori di testa. Hai la pancia piatta, un bel sedere, due belle...-

-No, no!-, la interrompo. -Non è per quello. Non sono molto agile, tutto qui. Ma verrò a vederti per darti sostegno-.

-Quindi verrai ad un provino per cheerleader a fare... la cheerleader per me?-, dice alzando un sopracciglio ed addentando una carota.

-Si, ma...da seduta-, sorrido compiaciuta.

Scarlett ride.
-Ci rinuncio-.

La nostra attenzione si sposta su un gruppo di ragazzi appena entrati nella sala. Sembra un esercito, un ragazzo molto alto cammina davanti a tutti gli altri mentre tre ragazzi e due ragazze lo seguono a ruota.

Camminando, il "capo" fa cadere il vassoio di un povero studente magrolino lanciandolo per aria. Lui ed il suo gruppo ridono. Il malcapitato guarda il suo cibo sul pavimento con evidente sofferenza.

Mi guardo intorno. Tutti li stanno guardando. Chi con ammirazione, chi con timore.

Mi volto, alzando gli occhi al cielo.
-Non sopporto questi atteggiamenti-, borbotto.

-Purtroppo i bulli esistono un po' ovunque-, aggiunge Scarlett, appoggiando il mio parere.

-Pare che il college non sia così diverso dal liceo-, affermo.

-In effetti no. Solo che ci sono più lezioni...ma anche più feste, più ragazzi, più avventure-, dice Scarlett eccitata.

Scuoto la testa e sorrido. È sempre la solita.

-A proposito...-

-No...-

-Si...dai Mia, sarà divertente!-

-Ma...Scarlett, come hai fatto a farti invitare ad una festa già il primo giorno che sei qui?-, domando sconvolta e scocciata.

-Con i miei poteri-, ammicca. -Tu verrai con me-.

-Non se ne parla!-

-Non mi farai andare da sola spero!-

Come al solito, Scarlett attacca i miei sensi di colpa da migliore amica. Ora non posso rifiutarmi.

-E va bene, ma non tornerò tardi!-

Lei batte le mani entusiasta.

-Ora ti lascio, devo continuare il mio tour-.

La mia prossima tappa è la biblioteca. Rimango meravigliata da quanti volumi vedo sugli alti scaffali in legno. Mi avvicino ad una ragazza dai capelli ricci con le cuffiette intenta a leggere un libro abbastanza sottile.

-Scusami-, sussurro. Chiaramente infastidita, rimuove uno dei due auricolari e fa roteare lentamente lo sguardo dalle pagine fino a guardarmi negli occhi. Ha un'espressione apatica, mi mette quasi in soggezione.

-Sapresti dirmi dove trovo i grandi classici?-, sorrido.

La ragazza rimane immobile per un po'.
-E io che cazzo ne so-, dice poi con tono annoiato, prima di rimettersi le cuffie e ignorarmi totalmente.

Rimango di stucco. Senza dire nulla mi allontano. Che maleducata.

Dopo aver vagato a lungo nella grande stanza, finalmente trovo il reparto che sto cercando. Afferro un libro e mi siedo ad un tavolo, immergendomi nella lettura.

Ad un certo punto , sento una mano poggiarsi sullo schienale della mia sedia.

CINQUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora