-Co...come scusa?-
Cerco di mantenere il passo, ma le mie gambe sono lunghe la metà delle sue.
-Ti faccio dormire sul letto del mio compagno di stanza. Poi ti toglierai dai piedi-.
-E perché faresti questo per me?-
Brian solleva le spalle, incapace di darmi una risposta.
-Grazie-, mi limito a dire.
Entriamo nella stanza. È spoglia, molto impersonale. Se non fosse per i vestiti sparsi qua e là giurerei che qui non ci dorme nessuno.
-Puoi metterti li. Io vado a farmi una doccia-.
Annuisco e mi siedo sul materasso. Quando Brian si chiude in bagno, mi distendo. Sento l'acqua scorrere fragorosamente e il suono è piacevole. I nervi, tuttavia, sono tesi come corde di violino. Mi ritrovo in una posizione rigida, con le gambe tese e le mani sull'addome. Le dita tamburellano sulla superficie.
Rivolgo lo sguardo verso il soffitto bianco. Mi da un senso di vuoto. È tutto ciò di cui ho bisogno ora: svuotare la mente. Devo dormire, poi potrò pensare a cosa fare.
Sorrido a me stessa. Posso farcela.
Chiudo gli occhi e per ora va tutto bene. Mi concentro sul rumore della doccia, ascoltando ogni singola goccia d'acqua che picchietta sul pavimento. Il mio respiro si fa più pesante, i muscoli si rilassano. Sto per addormentarmi.
Ma ecco lei. Quegli occhi blu. Il sangue. I volti di Brian, Diana, Woody ed Amy sporchi e terrorizzati. I loro occhi carichi di paura, disgusto e confusione. Le mani di Amber, così ossute e pallide, sporche di terra e del suo stesso sangue. Il vestito per la festa rovinato da grandi macchie rosse che si espandono su tutto il terreno.
Inizio a credere che l'aria che respiro non sia più sufficiente per i miei polmoni. Cerco di respirare più a fondo, ma ancora non basta. Mi metto a sedere, continuo, provo ancora. Mi porto le mani alla gola, graffiandomi il collo. È come se ci fosse una corda che stringe sempre di più. Provo a toglierla, ma non c'è nulla e l'aria continua a non bastarmi. Il mio battito accelera, mentre gocce di sudore scivolano sulla mia fronte e bagnano la zona tra le labbra e il naso.
Pacey sembra aver sentito il mio affanno. Esce di corsa dal bagno rischiando di scivolare a causa dei piedi scalzi ancora bagnati, ha fatto appena in tempo a coprirsi in vita con un asciugamano e a raggiungermi. Porta le sue mani lungo le mie braccia e le afferra saldamente, scuotendomi avanti e indietro.
-Rossa, che ti prende?-
Sembra allarmato, ma abbastanza lucido da capire come comportarsi. Mi sussurra di calmarmi, lo ripete tante volte con voce calda e cantilenante. Mi trasmette un senso di sicurezza. Continua a ripeterlo finché non sente i miei muscoli rilassarsi, così fa diminuire il volume della sua voce sempre di più fino a che non riesco più a sentirlo. Con i pollici compie dei movimenti circolari costanti, come delle piccole carezze, e allenta la presa sulle braccia.
Non sembra la prima volta che ha a che fare con una cosa del genere.
Assicuratosi che la mia respirazione sia tornata regolare, mi pone nuovamente la domanda.
-Che ti prende?--Credo...io...ho avuto un attacco di panico. Voglio dormire...lo voglio...ma la vedo. Non voglio vederla, non voglio...io...-
Inizio a piangere. Non mi sento abbastanza forte da portare un tale peso sulle spalle. Ho paura che questo nodo alla gola non se ne andrà mai.
-Rossa, devi calmarti. Hai seriamente bisogno di dormire, perché ora come ora non hai la mente lucida. Fai uno sforzo, il tuo corpo alla fine cederà. Ma non sperare di non vederla...perché è un'immagine che non se ne andrà-.
Mi asciugo le lacrime mentre lo osservo. I suoi occhi verdi sembrano privi di emozione. È come se avesse recitato un copione senza metterci enfasi, eppure ho captato il suo messaggio. Mi è sembrato sincero.
Chissà come fa a sopportare tutto questo. In fondo, anche lui ha visto ciò che ho visto io.
Brian si alza e torna in bagno, dopo avermi rivolto un ultimo sguardo per assicurarsi che la crisi sia passata.
Mi sdraio nuovamente, questa volta abbracciando l'idea che avrei rivisto quegli occhi.
Fanno parte di me adesso.
Al momento mi fanno solo paura, ma c'è qualcosa sotto che ancora non mi quadra. Quando finalmente riuscirò a riposare, sarò in grado di decidere cosa fare.
E tra un brivido e l'altro, mi abbandono ad un sonno profondo.
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CINQUE
Mystery / ThrillerBeccata sul posto sbagliato al momento sbagliato, Mia si ritrova nei panni di principale sospettata in un crimine con il quale, però, non ha avuto nulla a che fare. Ad essere colta con le mani nel sacco non è da sola: altri quattro ragazzi si trovan...