Due anni prima...
Parte 1Mi sembrò di sentire il cuore ridursi in minuscole schegge di vetro.
Con gli occhi gonfi di lacrime ed un nodo alla gola che mi faceva mancare il respiro, mi diressi verso di loro con passo pesante. Lui si voltò subito e mi guardò.
Nei suoi occhi c'era un miscuglio di sensazioni: sorpresa, tristezza, pentimento, vergogna.
Provò subito a dire qualcosa, ma prima che potesse farlo sulla sua guancia arrivò lo schiaffo più forte che io avessi mai dato in vita mia. Non ne vado fiera, non avrei dovuto farlo. In quel momento, però, era come se non avessi il controllo delle mie azioni. La mia mente era confusa e le immagini erano distorte.
-Mia ti prego...-, mormorò posando una mano sulla guancia arrossata.
Lo guardai intensamente cercando di trattenere un pianto che ormai si era già fatto strada sul mio viso.
-Sei uno stronzo-, mi limitai a dire con un filo di voce.
-Mia, noi...io...-, mormorò lei, cercando di toccarmi la spalla.
Evitai il contatto e rivolsi il mio sguardo verso di lei.
-Credevo che tu non fossi come le altre-, le dissi.
Poco dopo mi ritrovai nel cortile della scuola seduta su una panchina. Tutti intorno a me si divertivano, si divertivano davvero tanto... Era sempre così quando la nostra squadra di football vinceva una partita. Quella, in particolare, era stata l'ultima partita del campionato.
Non riuscivo a capire come potesse essere successo tutto questo. Io e Max eravamo una coppia ormai da tre anni. Credevo che lui mi amasse, credevo che stesse bene con me, credevo che ci tenesse ai miei sentimenti e che non mi avrebbe mai ferita. Eravamo cresciuti insieme.
E lei...ero davvero convinta che fosse una mia amica. Sapeva benissimo che questo mi avrebbe fatto soffrire come non mai.
Mi asciugai le lacrime passando nervosamente i palmi delle mani sulle guance. Mi alzai e decisi di allontanarmi dal campo, dirigendomi verso l'edificio scolastico.
Iniziai a girovagare per i corridoi, non sapendo cosa fare. Mi feci scappare una risata nervosa. Non riuscivo più a smettere, probabilmente se ci fosse stato qualcuno mi avrebbe presa per matta.
-Fanculo!-, gridai, a braccia aperte.
Dovevo tirare fuori la rabbia dal mio sistema. Presi il cellulare e cominciai a scrivere un messaggio a Paula, la traditrice. Mi bloccai a metà dell'opera. Non mi andava di dirle così ciò che provavo.
Il giorno dopo, a scuola, mi sentivo come un fantasma. Non avevo voglia di parlare con nessuno, né di affrontare la situazione.
Verso l'ora di pranzo, in mensa, la mia amica Sophie del corso di teatro mi cinse una spalla e mi supplicò di unirmi a lei e al nostro gruppo di amici dopo che le avevo espressamente detto che quel giorno avrei mangiato da sola. Mi lasciai convincere e mi sedetti al loro tavolo, punzecchiando con la forchetta il pezzo di polpettone rancido che venne servito quel giorno.
"Dai, Mia, cos'è questo muso lungo?", domandò il mio amico Charles.
"Che succede?" Si aggregò il resto della combriccola.
"Nulla, ragazzi...ho scoperto che Max mi tradiva".
Tutti sembrarono sinceramente sorpresi da tale notizia, ed iniziarono ad insistere nel voler sapere chi fosse la ragazza con cui lo avevo sopreso. Quando sentirono il nome di Paula, quasi tutti rimasero immobili con la bocca spalancata.
"Che sfacciata!" Commentò Sophie. "Devi vendicarti, tesoro".
"No, non potrei mai. Non saprei nemmeno cosa fare..."
"Eravate molto amiche, no? Ci sarà qualche segreto che potrebbe rovinarle la reputazione" rispose con un sorriso sghembo, dandomi un colpetto con la spalla.
All'inizio scossi la testa. Non mi sarei abbassata a quel livello, non ne valeva la pena. Dopo poco si cambiò argomento.
Quando suonò l'ultima campanella, Sophie mi raggiunse di corsa prima che potessi varcare l'uscita.
"Vieni con me", disse, tirandolo per un braccio.
Mi fece entrare in un'aula e ci inginocchiammo dietro ad una fila di banchi.
"Cosa stiamo facendo?"
Lei mi fece l'occhiolino e non commentò, tappandomi la bocca quando udì dei passi.
Il bidello sbirciò dal vetro della porta per controllare che l'aula fosse vuota e poi se ne andò.
Dopo qualche secondo, Sophie mi fece cenno di alzarmi e seguirla. Mi portò fino all'armadietto di Paula, poi estrasse un pennarello indelebile dal suo zaino e me lo porse.
"Cosa dovrei farci?"
"Scrivi qualcosa!"
"Oh, no, Sophie. Non posso farlo".
Lei mi afferrò le spalle e mi guardò negli occhi.
"Tesoro, lei era tua amica. Era tua amica e ti ha tradita in questo modo. Che sarà mai una scritta sull'armadietto? È solo una valvola di sfogo!"Ci pensai un po' su. In effetti, mi aveva davvero colpita alle spalle, e un graffito insignificante non avrebbe ucciso nessuno. Tolsi il tappo dal pennarello e dopo qualche tentennamento iniziai a scrivere, con un sorriso stampato in volto.
![](https://img.wattpad.com/cover/161346946-288-k29110.jpg)
STAI LEGGENDO
CINQUE
Mystère / ThrillerBeccata sul posto sbagliato al momento sbagliato, Mia si ritrova nei panni di principale sospettata in un crimine con il quale, però, non ha avuto nulla a che fare. Ad essere colta con le mani nel sacco non è da sola: altri quattro ragazzi si trovan...