32. Affari

54 4 0
                                    

Diana è seduta su una panchina, nel cortile posteriore. È ormai buio, non c'è nessuno nei dintorni e le luci esterne situate sul prato illuminano il volto della ragazza dal basso con la stessa intensità di una candela. Le ombre che si creano sul suo viso evidenziano le borse sotto agli occhi e il rilievo della ferita sul labbro. Gli occhi scuri sembrano neri come il carbone e sebbene io non riesca a vederne i dettagli so che trasmettono un grande disagio.

Non so cosa io ci faccia accovacciata dietro al muro che separa l'interno dall'esterno, so solo che grazie a questa finestra posso osservare Diana rimanendo il più nascosta possibile.

Dopo pochi minuti vedo che si irrigidisce, corregge la postura e guarda davanti a sé leggermente verso l'alto. Dal mio punto di osservazione non riesco a vedere bene ma sono sicura sia arrivato qualcuno.

Diana annuisce un paio di volte, poi vedo le sue labbra muoversi leggermente. Mi chiedo di cosa stiano parlando.

Dopo aver ascoltato la probabile proposta del suo interlocutore, Diana annuisce nuovamente e mette una mano nella tasca dei suoi jeans.

Resto di ghiaccio quando vedo, strette nella sua mano, diverse banconote. La persona davanti a lei si avvicina e le afferra. Diana si alza e le due figure si incontrano in quello che sembrerebbe un abbraccio. Il volto di Diana, che emerge poggiato sulla spalla del misterioso personaggio, sembra teso.

Dopo essersi allontanati, riesco a scorgere un lieve sorriso prima che le loro strade si separino. Decido di allontanarmi in fretta per non essere vista.

Torno in camera correndo e mi sdraio sul letto. Dopo circa tre minuti Diana entra. Ho spento tutte le luci e ho chiuso gli occhi così da farle credere che io stessi dormendo. La ragazza si cambia e si mette sotto le coperte senza emettere un fiato.

Ho paura di aver appena assistito alla rovina di Diana.  Mi chiedo se tutto questo non abbia a che fare con gli "affari" di Chip. Quell'abbraccio era strano, innaturale. Dubito che fosse un incontro tra amici in tali condizioni...no, sicuramente non era un appuntamento di piacere. Diana ha comprato qualcosa con quei soldi.

Passa qualche ora senza che io riesca ad addormentarmi. Mi siedo sul letto e osservo la stanza. I miei occhi si sono abituati al buio e riesco a intravedere leggermente ciò che mi circonda.

I jeans di Diana sono ancora sul pavimento. Lancio un'occhiata al suo letto e la vedo girata verso il muro, ormai dorme da tempo. Senza pensarci due volte scendo dal mio letto e afferro silenziosamente i pantaloni. Non indossava una giacca, perciò, qualunque cosa nasconda, si trova in una di queste tasche.

Non trovo nulla di interessante se non una chiave. In un primo momento non penso sia importante, ma poi noto che il mazzo di chiavi di Diana che apre la nostra stanza è inserito nella serratura. Oltre a questo piccolo oggetto di metallo non c'è nulla in questi pantaloni.

Credo che l'investimento di Diana non riguardi questa chiave, quanto più ciò che quest'ultima è in grado di aprire. Decido per il momento di lasciarla nella tasca dei jeans.

Mi rimetto sotto le coperte ma il mio cervello non vuole spegnersi. Ci sono ancora troppe cose da chiarire: Paula in possesso dell'annuario, Brian con quell'occhio nero, Diana e i suoi loschi incontri notturni, il bracciale dorato ... devo procedere per gradi.

Innanzitutto credo che Brian e Diana si stiano coprendo le spalle a vicenda, e sono certa che entrambi si siano messi nei guai con Chip e i suoi "affari". Come fare per scoprirlo? Diana è un muro, insormontabile e rigido come la pietra: non parlerà, o almeno non per ora.

Paula, per quanto possa far finta di nulla, ha in mano il potere per rovinare la mia reputazione. Il fatto che abbia semplicemente deciso di non rivelare a tutti la verità non fa che insospettirmi. In più il bracciale che portava al polso non può essere una coincidenza.

Brian...Brian è riservato, indossa una maschera che ancora non sono riuscita a togliergli. Dovrei riuscire a capire se quel famoso arresto ha a che fare con gli ultimi eventi...ma se non vorrà dirmi cosa sta succedendo, dovrò trovare da sola le mie risposte.

Appena mi rendo conto di tutti i miei pensieri inizio ad agitarmi.

In queste due settimane è successo di tutto e inizio a pensare che la mia mente stia cercando di autosabotarsi.

Non sto bene, sono passata dall'avere allucinazioni sulla defunta Amber al giocare a fare la detective pur di tenermi impegnata.

Sarebbe più semplice lasciare che le autorità chiudano il caso, così come sarebbe più semplice allontanarmi da questi ragazzi che conosco da così poco ma a cui mi sento già così legata.  Sarei più tranquilla...ma non merito la tranquillità, non posso essere serena. È tutto così intenso che è come se Amber piano piano stia diventando uno sfondo per le mie nuove ossessioni. La mia brama di verità mi sta trasformando in un robot. Che sia meglio così? D'altronde è dal giorno dopo l'omicidio che non ho allucinazioni e attacchi di panico, eppure mi sento...vuota. Perché non ho più attacchi di panico? Dovrei averne, dovrei vedere...lei. Dovrei vedere il suo viso, perché non lo vedo più? Perché mi condanno come se fossi davvero coinvolta in ciò che le è successo?

Il fatto che sia stata io a trovare il cadavere non può e non deve legarmi a lei, non è così che si crea una connessione tra due persone...di certo non si può creare un legame dopo che una delle due persone in questione è stata uccisa.

La notte porta sempre con se i pensieri più oscuri. È sempre stato così per me, ma mai i miei problemi erano stati così macabri e angoscianti. Ho pensato ad Amber ogni giorno dopo ciò che è accaduto, ma era diverso tempo che non pensavo a lei in questo modo. Mi ostino a cercare di essere forte, ad evitare di affrontare le mie paure, ma dopo questa scarica di adrenalina sto subito iniziando a perdere energie. Tutti questi misteri da risolvere, un evento traumatico da dover superare... non per quanto sarò in grado di reggere questo peso.

CINQUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora