Capitolo 4

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Non mi portai niente con me per non far capire che ero scappata, mi ero messa un vestito corto fino il ginocchio che era l'unico più adatto che avevo per correre.
Uscii di casa silenziosamente senza svegliare mio padre e corsi fino ai cancelli dove mi fermai subito notando che le guardie erano troppe da affrontare da sola.
Andai nel panico per il cambiamento di piano improvviso ma poi mi venne un'idea alquanto rischiosa e pericolosa.
"Se scappassi dalla voragine di Lucifero avrei possibilità di non essere vista e mai trovata.
Gli angeli non sanno dov'è l'entrata dell'Inferno e quindi starei al sicuro".
Corsi verso la voragine e mentre corsi pensai alle emozioni che provavo, paura, felicità, curiosità e soprattutto la voglia di essere libera.
Mi ritrovai davanti la voragine senza neanche pensarci mi ci buttai.
Era buio sapevo solo che stavo precipitando ad una velocità inaudita, ad un certo punto vidi una luce e poi mi schiantai a terra con meno velocità grazie alle mie ali.
Ero atterrata in mezzo ad una foresta, "perfetto" pensai.
Questo voleva dire che ero arrivata sulla terra ed ero vicina all'Inferno.
Nemmeno il tempo di alzarmi da terra, una voce dietro di me, mi parlò.
"Chi sei? E cosa vuoi?" Mi chiese.
Mi girai e vidi un uomo incappucciato con una tunica nera lunga fino i piedi,
di lui riuscivo a capire che era molto alto e magro e soprattutto emanava l'odore di un demone ma diverso da tutti gli altri.
"Chi sei?" Chiesi.
"Questo è il mio regno, le faccio io le domande e ora rispondi" disse, mi si gelo il sangue alla sua affermazione, questo voleva dire che avevo avanti a me il grande e potente Lucifero.
Si scoprì il viso e rimasi incantata dalla sua bellezza, capelli nero pece, labbra carnose e per non parlare degli occhi, erano un azzurro ghiaccio, aveva uno sguardo forte e sicuro.
"Allora?" Mi domandò scocciato, a quel punto non mi rimaneva che dirgli chi ero.
"Mi chiamo Katherine, sono un angelo e sono la figlia di Simon" gli dissi con tono deciso,lui mi guardò con sguardo interrogativo e di sfida.
"Ma guarda, guarda non me lo aspettavo, di solito voi angioletti non disubbidite mai alle regole, che ti ha spinto a venire qui e d'altronde senza preavviso?"
Mi domandò scocciato.
"Mi sentivo in gabbia, non potevo uscire dal Paradiso nemmeno una volta, mio padre mi faceva seguire addirittura in Paradiso perché sicuramente non si fidava di me.
Ho bisogno di un posto diverso, un posto che senta mio.
Quel posto non ha mai fatto per me, ormai lo sapevo da tempo, volevo scappare da tanto e finalmente ce l'ho fatta".
Dissi tutto d'un fiato e mi accorsi che mi guardava un po' meravigliato e con una punta di fierezza...?
Ora è pure lunatico?
A beh chi lo capisce è bravo.
"Mh va bene, sono colpito davvero, mai visto un angelo con così tanti problemi come te" disse.
Adesso fa pure lo spiritoso?
"Ah ah ah simpatico".
"E quindi sei venuta qui per?"
"Vorrei entrare negli inferi" dissi decisa.
Lui mi guardò sorpreso e poi mi domandò,
"sai che per entrare negli inferi dovrai diventare una demone?
Sei pronta a cambiare te stessa e a cambiare vita?"
Mi domandò, io gli risposi sicura delle mie parole,
"lo so e sono disposta a tutto pur di cambiare vita".
Lui mi guardò fiero e mi disse,
"Beh, allora benvenuta all'Inferno".
Sorrisi di gioia, e ci incamminammo verso non so dove ma di sicuro   vicino c'era l'entrata degli Inferi.
"FINALMENTE LIBERA" pensai.

DANGEL:Un amore quasi impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora