Prologo

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Il giorno in cui il mio futuro prese una piega inaspettata ero infatti sdraiata sul divano del mio salotto, intenta a masticare selvaggiamente l'ultima vascetta di gelato alla vaniglia che mia madre aveva nascosto nel suo comodino, con la convinzione che sua figlia non l'avrebbe scoperto prima che se lo mangiasse lei.
<Arriveranno nuovi vicini di casa, Jasmine...>
Leccai bene il cucchiaio prima di risponderle.
<nuovi vicini? Che sciocchezza stai dicendo?>
L'idea di avere nuovi vicini mi intimorì, da chiudere la vascetta di gelato.
<quella è la mia vaschetta?> chiese dubbiosa, avvicinandosi per controllare meglio.
Girai la vaschetta, porgendolo dal lato opposto ancora con il cucchiaio in bocca.
<Jasmine Tedua, tu mi hai derubata!>
Venne verso di me e mi strappò con forza la vaschetta, accarezzandola dolcemente, come farebbe una madre con il proprio figlio appena nato.
<queste cose ti fanno male!> mi disse, sapendo che anche per lei era lo stesso e identico ragionamento.
Risi per la sua tremenda affermazione, facendo ridere anche a mio padre.
<mi è sempre piaciuto il gelato alla vaniglia, perché privarsene proprio ora?>
Domandai, riprendendo ciò che ormai apparteneva alle mie splendide papille gustative.
<Non puoi riempirti di dolci a questa età, hai solo sedici anni. Pensa quando avrai i miei stessi anni, con gli zuccheri in eccesso.>
Rabbrividì alla sola idea.
<Lasciala perdere Jasmine, è solo gelosa delle sue proprietà.>
Rispose inaspettatamente mio padre, intento a dipingere sul suo quadro d'argento.
Lui era un pittore d'arte, i suoi quadri si vendevano nelle gallerie, dove si illustravano a tutto il mondo.
Credo che nel suo caso non sia solo un lavoro, ma bensì una vera e propria dipendenza.
<Come hai fatto a trovarlo?>
Mi affacciai dalla finestra, ignorando la domanda di mia madre ma ripensando ai nuovi vicini.
Vidi due macchine parcheggiate proprio di fronte a noi, dove i proprietari erano intenti a traslocare le loro cose personali.
Incrociai lo sguardo di un ragazzo, che poteva avere la mia età.
I nostri sguardi si incrociarono, ma appena lo fecero, feci un passo indietro e chiusi la tenda.
Il suo sguardo mi fece impressione, era come un fuoco dove vorrebbe entrare dentro un ghiaccio.
<Jasmine mi stai ascoltando?>
La voce di mia madre si fece più intensa, che si avvicinò a me con una mano sulle mie spalle.
<Scusami tesoro, non volevo offenderti, solo che non vorrei che ingrossassi a questa età...>
Il colpevole del mio sguardo cupo fu proprio quello sguado uscito dal nulla.
<Lo so madre, ma non è per te.>
Mi guardò astrusamente, tirando l'occhio a mio padre.
<Patrik, secondo te cos'ha nostra figlia?>
<Non saprei, chiediglielo a lei.> risposte immediatamente, come se fosse una domanda già preparata.
I miei genitori in quel momento si fecero dei dubbi mentali, mettendo in ballo una malattia psicologica nata da Kurt Lewin.
<smettetela, non ho nulla!>
Mio padre annuì e continuò a dipingere una vecchia scultura greca, mentre mia madre, mi prese per un braccio e mi trasportò in cucina.
<cosa ti sta succedendo Jasmine? Pochi minuti fa non eri così>
<solo un po di stress, mi mancano i miei vecchi vicini>
Mentì, ma da conoscenze madre, lei capì che non era una questione di mancanza, ma di qualcos'altro.
<Jasmine smettila, cosa ha visto di così tanto teribile da imbronciarti di quest'aria cupa?>
<lo sguardo di qualcuno, un ragazzo...>
Mia madre capì al volo, che mi fece un gesticolo con il suo occhio destro.
<lo sapevo, più o meno la tua età? L'ho notato anche io sai?>
Sorrisi, anche se quel ragazzo ancora sconosciuto, mi mandava scosse di elettricità molto forti. Poteva essere un brutto segno?
<facciamo così, io vado a presentarmi e cerco di sapere il suo nome, daccordo?>
<mamma...>
Dissi seccata, sapendo ciò che poteva venirle in mente per avere attenzioni su quel ragazzo.
<niente mamma, ormai è deciso. Mi sono stancata di averti ancora qui, devi trovarti un ragazzo>
Alzai gli occhi al cielo, ringraziando di non essere impegnata.
Certe volte mi capita di pensare al futuro, di come al mio compagno mia madre potè manovrare a suo piacimento, e di come potrà fare andare in rovina la mia reputazione.
Mia madre è una donna estroversa, molto gentile e disponibile con tutti. Peccato che queste specialità le possano usufruirne in molti, visto la sua bontà.
Lei uscì di casa, lasciandomi con il fiato sospeso.
La vidi attraversare con tutta enfasi, barcollando di qua e di la.
Decisi non dare retta alla situazione, andando nella mia vecchia postazione.
<ecco perché mi sono innamorato di lei>
Sorrise mio padre, sbucando per la seconda volta senza un preavviso logico.
<e non so da chi ho preso!>
Ho un carattere molto personale e silenzioso in certi casi. Molto timida e simpatica con tutte le persone che lo meritano.

Se unissi il carattere di mio padre e di mia madre, non so cosa ne uscirebbe da sotto. Lui è come un vulcano, chiuso ma se si smuove, può provocare danni.
Lei è un uccellino, non fa del male a nessuno, anche se solo in certi casi.
<sei unica Jasmine>

Mio padre mi guardò, e pronunciò quella frase, dove io lo raggiunsi per abbracciarlo e stringerlo tra le mie braccia, dove erano rigorosamente aperte per lui.
<così mi fai commuovere>
<se ci fosse tua madre al posto tuo, starebbe già scrivendo la data sul suo calendario della "pre dieta">
Mia madre parte sempre con la convizione che dopo le feste natalizie possa iniziare una dieta equilibrata, senza l'assunzione di grassi, ma non lo fa mai.
Ha un calendario dove segna cosa ha fatto nell'arco della giornata, ma non si trova neache un giorno dove ci sia scritto qualche legume o frutta.
<poi si lamenta che la figlia mangia cose grasse>
<perdonala>
Mi disse mio padre, con aria ironica.
<Logan Paul, Jasmine!>
Entrò mia madre, pronunciando un nome non del tutto famigliare.
<si chiama Logan Paul!>
Si avvicinò mia madre, scuotendo le mie spalle fragili.
<Logan...>
Mia madre annuì entusiasta, dando l'impressione di essere sotto qualche farmaco potente.
<ci hanno invitato domani, vogliono conoscerci!>
Volevo scuotere mia madre allo stesso modo di come lei abbia fatto con me pochi minuti fa, ma in modo molto più forte, da farle capire la gravità della situazione.
<non verrò!>
Mia madre girò i suoi tacchi, ignorando la mia risposta.
<tu verrai Tedua>
Rispose poco dopo.
Ignorando mia madre, andai su facebook, la mia piattaforma social per cercare questo misterioso ragazzo.
Rimasi sbalordita dalle enormi quantità di foto con ragazze o discoteche di vario genere. Lui era un gran bel ragazzo, ma dava l'aria di arroganza.
Vidi anche una foto con un ragazzo simile a lui, e quando aprì il tag, mi accorsi che era suo fratello.
Adrien Paul, anche lui un bel ragazzo, ma non mi ispirava.
Andai sul profilo precedente e rimasi lì, per ore, a notare la sua bellezza che mi incantò.

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