Sentimenti profondi

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Certe parole ti possono offendere o farti piacere.
Oggi nel nostro mondo le persone tendono più ad offendere, forse loro non si rendono conto, ma se trovano una ragazza fragile queste parole possono essere un tonfo nel fuoco.
Noi tendiamo a ignorare e tenere tutto dentro, e ci giuriamo in futuro che la vendetta va servita sul piatto d'argento.
Se si è una persona buona, questa "vendetta" non la mettiamo mai in uso, perché come giusto che sia, il tempo ripagherà i loro malefatti.
Le persone che offendono sono immature, senza un briciolo di dignità. È purtroppo nel mondo, ne esistono molti.

Magari fossero come noi. Il mondo ora sarebbe un posto migliore, senza prese in giro, solo dignità e rispetto reciproco.

Sono molto delusa dal comportamento di Adrien, per colpa della sua gelosia morbosa che ha nei miei confronti, ha spinto a Logan di non rivolgermi mai la parola, ammalapena un "ciao". Una persona così può avere dei disagi psicologici, creati dalla mancanza reciproca di affetto.
Poco tempo fa Logan mi disse che, secondo lui, Adrien fosse innamorato di me, ma io stentai a crederci e andai avanti con la mia vita, serena e tranquilla.
Ma certe volte il destino non vuole una vita perfetta e serena, vuole complicanze e rassegnazioni da parte della persona, che il più delle volte, capita a tutti.
"Sono innamorato di te Jasmine" disse Adrien prima della mia scomparsa improvvisa.
Questo fu un colpo che mi spezzò l'anima. Sapendo che Adrien era innamorato di me, ora la mia vita con lui non aveva più senso. Fino a poco tempo fa ridevamo e scherzavamo, ed ora, non riuscirei neache a guardarlo in faccia.

"Gli amici possono essere veri quanto siamo, ma un giorno ti pugnialeranno le spalle senza che tu te ne accorga"

Cosa puó aver spinto Adrien a dire a Logan un segreto così personale?
Mille pensieri mi tormentano.
Sono per strada, in una stradina abbandonata dove nessuno sembra non esserci mai andato.
<hey tu!> mi chiamò un signore barbuto.
Affianco al signore c'era un barile con sopra fuoco, evidentemente si stava scaldando.
Decisi di andare, non sembrava un uomo che volesse farmi del male.
<ti sei persa?> mi chiese gentilmente il signore.
<n-no, posso restare qui?> chiesi sensa esitare. Non sapevo dove andare, avevo perso la condizione del tempo.
<perché una ragazza così giovane dovrebbe rimanere qui, in mezzo alla strada con un malvivente?>
<voglio restare un po sola, per pensare..>
<oh no, tu ora devi tornare da tua madre e da tuo padre!>
Non risposi, mi limitai a piangere.
<può darsi che tua abbia litigato con i tuoi genitori, ma può anche darsi con un amico o amica> disse il signore sincero.
<amici..> risposi asciugandomi le lacrime.
<oh cara, si risolverà tutto. Ma ora pensa alla tua famiglia, si starà preoccupando..>
Mia madre. Al solo pensiero di averla lasciata sola tutta la giornata senza neache avvisarla di dove mi sia cacciata, mi mandava in ansia. Non volevo procurarli un altro dispiacere.
Che guaio che ho combinato.
<non ci avevi pensato prima di scappare, vero?> chiese il signore facendo una smorfia all'angolo della bocca.
<non si pensa mai quando si fa una cosa, si compie e basta. Succedette tempo fa a me, ed eccomi qui, per strada..> disse lui dispiaciuto.
Quell'uomo sconosciuto aveva ragione. Dovevo tornare a casa. Al diavolo Adrien. Dovevo tornare da mia madre.
<hai ragione signore..mia madre sarà molto in pensiero per me..>
<anche tuo padre da lassù sta soffendo per te. Ricordatelo sempre, lui non è qui fisicamente, ma mentalmente ci sarà sempre>
<come hai capito che mio padre..>
<ho visto la tua anima affranta, ti manca qualcuno così tanto da farmi capire anche dalle tue pupille che vorresti stsre lì insieme a lui ora. Ma sai che questo lui non lo vorrebbe, devi restare con i piedi per terra ragazza, e andare avanti perla tua strada. Non devi pensare a nessuno tranne che a te stessa> disse sorridendo.
Io annuì e lo salutai. Dovevo andare a casa. Vidi l'ora ed erano le 01:34 del mattino.
Mi incamminai per le strade deserte di San Diego.
Fuori si congelava, era buio pesto e a quell'ora di certo non si andava in giro da soli.
D'improvviso una macchina si fermò davanti a me.
<ciao, cosa ci fai qui?>
La prima volta, non ci fai caso e aumentai il ritmo delle gambe.
<hey, vuoi venire?> chiese un ragazzo, sui 23 anni, avvicinandosi a me con la macchina.
Ugnorai e allungai di volta in volta il passo. Talmente fui presa dall'agitazione che non me ne resi conto che stavo correndo.
<ma dove scappi!> urlò lui inseguendomi sempre con la macchina.
Mi sono cacciata in un guaio serio, ed ero abbastanza distante da casa per mettermi a correre.
Quel ragazzo scese dalla macchina e mi inseguì.
Non feci in tempi a girarmi che era dietro di me, mi preseil polso e mi fermò.
Aveva una presa molto potente.
<hey, non voglio farti del male> disse lui con affanno e allenando la presa.
Forse.
<lasciami!> urlai, tanto non sarebbe servito più di tanto.
<ok scusami! Volevo darti solo una mano. Sai, perché una ragazza a quest'ora non si trova di certo in giro a cavolo tendando di essere anche violentata da qualche malfattore!> disse lasciandomi il polso e allontanandosi.
Forse voleva davvero aiutarmi.
<voglio solo stare per i fatti miei> dissi a bassa voce.
<a quest'ora? Ma dico sei matta?> chiese lui sbalordito.
Stavo inventando balle, ma di certo non potrei dire ad uno sconosciuto tutta la mia vita e spiegare perchè la mia mente è voluta scappare nel bel mezzo della notte, ritrovandosi per strada da sola.
<senti, facciamo che mi dici la tua via di casa,così ti accompagno senza che mi rimanga un nodo in gola per la triste storia di aver lasciato una ragazza in mezzo alla strada nel bel mezzo della notta? Mh?>
<perché mi dovrei fidare di te?> chiesi a braccia conserte, segno di chiusura.
<perché non ti farei mai del male, sono un protettore della guardia di finanza signorina> disse mostrandomi la carta nella sua ammissione.
<mi scusi signore..>
<io ora potrei portarti anche in caserma, e lo farò sa?>
<no! Non voglio avere altri problemi la prego..>
Lui si mise a ridere.
<allora sali senza fare esitazioni signorina, perché qui potrei andarci di mezzo anche io. Questo è il mio lavoro>
Annuì e salì in macchina, gli dissi la direzione e ci incamminammo.
<cosa ti ha spinto ad andarein giro oer strada a quest'ora?> chiese di colpo.
<ho litigato con un mio amico> dissi bleffando.
<solo? Non mi pare una motivazione valida> disse sghignazzando.
Simpatico.
<no, questo mio "amico", che ora non lo è più, mi  ha tradita dicendomi di essere innamorato di me, ma quando io lo rifiutai disse un segreto a suo fratello che sapeva solo lui e mia madre> dissi coprendomi la faccia.
Ora che noto dallo specchietto della macchina avevo gli occhi gonfi e rossi dal pianto. Guancia e fronte umide e violaceo.
Ero in una condizione orribile.
<quindi tu saresti innamorata di suo fratello?>
<esatto,da quattro anni...>
Lui annuì.
<quanti anni avresti?>
<17> dissi a voce bassa.
<s ti chiami?>
<Jasmine,tu?>
<Zac> sorrise girandosi dalla parte mia.
Io sorrisi a mia volta e mi girai dalla parte del finestrino.
<siamo arrivati, è qui>
Lui si fermò e mi accompagnò vicino al cancello di casa.
<miraccomando Jasmine, per qualsiasi cosa, chiamami>
Io annuì e lui mi porse un bigliettino con scritto il suo numero di telefono.
Sorrisi e lui se ne andò salutandomi.
Ora dovevo affrontare i miei problemi, una volta varcata la porta di casa dovrei spiegare tutto a mia madre.
Suonai il campanello e mi trovai d'avanti a me...
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Ciao ragazze, spero vi sia piaciuto il sedicesimo capitolo!
Chi sarà la persona che si ritroverà Jasmime d'avanti alla porta di casa sua?
Lo scoprirete rimandendo aggiornati sulla storia!
Un bacio,anto❣

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