32.Ballo di fine anno

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Scendo dalla macchina facendo attenzione ad non inciampare nel mio vestito, prendo Chris sottobraccio e insieme raggiungiamo la palestra.

Fa un caldo infernale qui dentro, vi prego buttatemi adosso un litro d'acqua ghiacciata.

"Sto morendo di caldo" dico con voce alta per parlare sopra la musica.
"Vuoi qualcosa da bere?" Annuisco e lo aspetto appoggiata al muro.

"Signorina Prescott" alzo lo sguardo. "Professor Taylor" dico sorpresa.
"Ha pensato riguardo alla borsa di studio?" Sposto il mio sguardo su Chris e sospiro piano.
"Si, ho deciso di accettare"
"Bene" dice, Chris mi raggiunge porgendomi un bicchiere con del liquido giallo scuro.

"Si diverta signorina Prescott" dice e se ne va.

"Cos'è?" Indico il bicchiere.
"Succo d'arancia" Sospira.
"Non ti scoraggiare, non siamo in un locale qualsiesi in giro per New York ma ad un ballo scolastico, è normale che non ci siano alcolici" Lo guardo con sufficienza, vengo distratta dall'arrivo di quella stupida della mia migliore amica.

"Wow, Em sei uno schianto!" Mi guarda sorridendo.
"Anche tu, Nat"

"Vuoi ballare?"Mi sussura all'orecchio.
"Mh mh" annuisco.

Mi appoggio al suo petto e balliamo.

Non so quanto tempo sia passato, finché sono tra le sue braccia sono sempre felice e non m'importa del tempo che passa.

Alzo il vestito con le mani ed usciamo, sto davvero soffocando.

Ci sediamo su in muretto difronte alla palestra e guardo il cielo, mi appoggio alla sua spalla.

"Gli incontri più importanti sono già stati combinati dalle anime prima che i corpi si vedano" dico.
"Eh?"
"È una frase di Paulo Coehlo, la trovo molto bella e sembra proprio che sia il nostro caso"

Mi alza il mento e mi bacia.

"Ti amo" Mi sussura dolcemente.
Annuisco.
"Anche io" Mi riappoggio alla sua spalla e chiudo gli occhi, mi mette un braccio attorno al collo.

"Ti va di andare in un posto?" Chiede. Alzo lo sguardo.
"Si" rispondo.

Mi prende per mano e andiamo verso la macchina.
____

Tolgo i tacchi e accarezzo dolcemente la sabbia con i piedi.
Alzo il vestito e cammino fino alla riva.

L'acqua non è né fredda e ne calda.

"Adoro tutto questo e so che mi mancherà" Mi rattristo al pensiero
del college.
"Ehi, va tutto bene non è un addio" Mi abbraccia.
"Probabilmente hai ragione" dico.

Osservo la luna che da una luce belissima all'acqua.

"Ti rendi conto di quanto sono cambiato da quando ti ho incontrata?" Chiede e mi solleva da terra, metto le gambe attorno al suo bacino e le braccia al collo.

Gira leggermente.

Il nostro incontro era già stato segnato, non era un caso che quel giorno io fossi li come lui, era destino, o meglio era il nostro destino.

Soffrire, amare, arrabbiarsi fa tutto parte del nostro destino.

"A che pensi?" Chiede.
"Al destino" Mi giro in modo da essere difronte a lui e gli metto le mani sul petto.
"Al nostro destino" specifico, abasso lo sguardo e sorrido.
"Capisco, sarebbe inquietante se ti dicessi che stavo pensando alla stessa identica cosa?" Chiede con una faccia strana.
"Un pò" annuisco e rido seguita da lui.
"Però è anche romantico" alzo lo sguardo e guardo il mare.

"Ti andrebbe di uscire domani?" Mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Si certo" Mi affretto a rispondere.
_____

Un appuntamento con Chris non certo cosa da poco, almeno non per me.

Sono già pronta da mezz'ora, anche se stiamo insieme da un pò sento comunque l'agitazione come se fosse la prima volta.

Raggiungo la sala.

"Emily, dove stai andando?" Giro lo sguardo su i miei genitori.
"Sto uscendo" dico. "Con Chris" Sospiro.
"Divertitevi" Canticchia mia sorella dalla cucina.

Oh mio Dio!

Prendo l'ascensore ed esco di casa.

"Ciao" Si avvicina e mi da un bacio.
"Ciao" sussuro.

"Ehi dove mi porti?" Chiedo curiosa.
"È una sorpresa" dice felice.
"Eddai, Chris!" Mi lamento, stringo i pugni.
"Su Emily, non fare la bambina e vieni" indica la moto.
Sospiro e annuisco.

Mi aggrappo alla sua vita e appoggio la testa contro la sua schiena. Sorrido, certo che il destino è proprio strano.

"Siamo arrivati" dice.
"Chiudi gli occhi" faccio come ha detto. Mi prende la mano e mi aiuta a scendere.

Sembra sia passato tantissimo tempo da quando siamo arrivati.

"Apri" sussura al mio orecchio.

Riconosco il tetto dove mi ha portato la sera della sfilata.

"Questo posto è davvero bellissimo" dico.

È un posto abbastanza isolato, certo al buio fa più effetto ma anche di giorno è bello.

C'è una coppietta e una famiglia.

"Senti Chris" Inizio, abasso lo sguardo su i miei piedi
"Quando partirò per Harvard, mi prometti che mi informerai di tutto quello che succede qui in mia assenza?" Chiedo.
"Certo." Mi prende le mani.
"Te lo giuro, Emily" dice.

Butto le braccia attorno al suo collo e affondo il viso contro il suo petto.
____

Ridacchio e sposto lo sguardo dietro di lui.
Ma...

"Chris" Lo chiamo. "Quella non è tua madre?" Indico la donna con un uomo.
"Si che lo è" sembra sorpreso.
"Hai idea di chi sia l'uomo?" Chiedo.
"No" scuote la testa.

Sembra felice insieme a lui.

"Vieni" Mi prende per mano.
Vuole davvero interrompere la loro conversazione?

"Mamma?" Chiede.
"Chris" la donna lo guarda curiosa.
"Che ci fai qui?"
"Sono uscito con lei" Mi indica.
"Oh Emily cara" Mi sorride, ricambio.
"Lui è Lucas, ha un negozio di antiquariato"
"Sono Chris, suo figlio" Gli porge la mano che stringe.
"Lucas"
"Io sono Emily, sono la sua ragazza" dico indicandolo, sorride.
"Piacere"

"Noi andiamo" dice Chris.

Il tragitto dura poco e arriviamo a casa sua in poco tempo.

"Pensi che ci sia qualcosa fra loro due?" Chiedo.
"Sembrava molto contenta" Sospira.
"Lo pensi anche tu allora" dice.
"Chris, ti darebbe fastidio se tua madre trovasse qualcuno con cui condividere la sua vita?" Chiedo prendendogli la mano.
Sembra pensarci su.
"Non lo so, siamo sempre stati solo io e lei." Dice. "No penso che mi renderebbe felice" Lo vedo sorridere.

Si siede sul letto e dopo mi prende per i fianchi e mi fa sedere su di lui. Avvicina la bocca al mio orecchio e sussura:"ora occupiamoci di noi, che ne dici?"

"La trovo un'ottima idea" sussura cercando il lembo della sua maglietta.
______

"Ehi domani c'è il diploma, giusto?" Chiede.
"Si" dico terrorizzata all'idea di dover parlare a più trecento persone. Ho una paura fottuta.

"Agitata?"
"Spaventata" Lo guardo per un secondo e sposto lo sguardo sul soffitto bianco.
"Andrai bene, ne sono sicuro" dice, sento che mi sta guardando.
"Spero che tu abbia ragione, non voglio fare una figuraccia"

"Poi il discorso lo so a memoria"
"Posso sentirlo?" Ridacchia.
"No, dovrai attendere" dico.

Voglio davvero che il mio discorso gli piaccia, se così non fosse non me lo perdonerei mai e poi mai.

The Princess and The Thug [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora