Venti.

1.9K 100 38
                                    

Mise le mani sulle ruote, spingendo la sedia a rotelle da solo verso l'uscita. Il viso pieno di lacrime gli lasciava una vista confusa ed offuscata del paesaggio fantastico che gli si presentava davanti.

Buttò la testa all'indietro mentre si passava una mano sul viso, in segno di disperazione.
Si maledisse per averci creduto ancora una volta, per avergli permesso di entrare nella sua casa, nella sua vita, nel suo cuore.

Si guardò intorno spaesato mentre alle orecchie gli arrivavano il continuo vociferare della festa di persone felici e divertite che gioivano per un qualcosa in cui lui continuava a non credere.

Voltò la testa di scatto quando sentii una mano sulla sua spalla ed una voce che lo chiamava.

«Ti stai divertendo?» gli domandò portandosi una mano tra i ricci per poi palesarsi davanti a lui.

Il moro scosse la testa, abbassando lo sguardo sulle sue gambe. Non ricordava che dovesse rimanere paralizzato per tutta la vita.

«Perchè? Che succede?» chiese abbassandosi alla sua altezza, posando le mani sulle sue ginocchia coperte da quell'abito che sentiva troppo stretto.

Il suo sguardo si alzò per puntarlo in quello del riccio. Era proprio bello, con quella camicia bianca e la cravatta nera, aveva una luce capace di illuminare una città intera.
Era fortunata Silvia, ad aver sposato un uomo del genere.

«Me l'avevi promesso Ermal!» alzò la voce, muovendosi in modo composto sulla sua sedia «Mi avevi detto che non mi avresti fatto soffrire più!» urlò ancora ma la sua voce sembrava quasi inesistente.

«Ero solo ferito dai sensi di colpa, io la amo.» rispose con tutta la tranquillità del mondo «L'ho sempre amata.» disse alzandosi prima di lasciarlo solo «Con te è stata solo una finzione.» sorrise per ultimo camminando il più lontano possibile.

«Ermal!» urlò.

«Me l'avevi promesso, Ermal!» urlò ancora con tutta la voce che aveva in corpo ma il riccio non si voltò sparendo in quel posto che era improvvisamente diventato nero e tetro.

Non c'è niente di più fragile di una promessa. «MetaMoro»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora