Epilogo.

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«Ma è possibile che sia in ritardo anche oggi?» sbuffò esasperato, gli occhi lucidi per via della troppa emozione. Le mani iniziavano a sudargli mentre si muoveva agitato sul posto spostando il peso del corpo da una gamba all'altra. Bloccò l'istinto di passarsi le dita tra i capelli per evitare di rovinare tutto il lavoro che il parrucchiere aveva fatto pochi minuti prima.

Marco sorrise ed abbassò leggermente lo sguardo quando quello del suo amico si alzò verso di lui. Vederlo in ansia per l'uomo che amava era la cosa più dolce che avesse mai visto ed era raro, per lui, vedere Ermal in un modo così vulnerabile.
Ci teneva particolarmente a farsi vedere pacato e composto davanti a qualsiasi tipo di emozione, ma quel giorno era la rappresentazione dell'eccezione più grande della sua vita.

«Amore.» la voce di sua madre lo fece voltare verso la sua direzione «Hanno detto che non siamo pronti per la cerimonia, non che Fabrizio non è pronto.» puntualizzò facendogli alzare gli occhi al cielo.

«Sarà sicuramente per quello, magari avrà cambiato idea.» disse a bassa voce camminando nervosamente per tutta la stanza per poi fermarsi davanti allo specchio.

«Non ha cambiato idea, amore.» sorrise piazzandosi davanti a lui, togliendogli la visuale di sé stesso allo specchio «E sei bellissimo, non serve che ti aggiusti ancora una volta i capelli o la giacca.» passò una mano ad accarezzare il suo viso «Fabrizio rimarrà a bocca aperta quando ti vedrà.» con qualche lacrima agli occhi, lo abbracciò per l'ennesima volta in quella mattinata.

Lui si lasciò stringere, facendosi trasportare dal profumo dolce che la pelle di sua madre aveva sempre emanato e annuì impercettibilmente, facendo finta che tutte quelle parole potessero aiutarlo a non pensare alle cose peggiori che sarebbero potute accadere in una giornata del genere.

Non era mai stato così tanto paranoico. Eppure quel giorno, la costante paura che qualcosa sarebbe potuta andar male non gli faceva godere a pieno tutte quelle belle sensazioni che invece avrebbe dovuto provare.

La gioia c'era e questo era inevitabile ma non era visibile nemmeno la metà di quanto lo era l'ansia. Quel sentimento così profondo e preoccupante lo stava completamente sovrastando facendo in modo che nessun'altra emozione riuscisse ad emergere.

Sperò con tutto il cuore che non appena avesse visto Fabrizio, i suoi dubbi e le sue incertezze svanissero all'istante come se non ci fossero mai state.
Quei minuti sembravano essere interminabili e la voglia di vedere il suo compagno cresceva ogni secondo di più. Era dalla notte prima che non vedeva i suoi occhi luminosi, il suo sorriso, che non sentiva la sua voce, che non riceveva i suoi abbracci, i suoi baci.
Erano passate poco più di dodici ore dall'ultimo momento in cui l'aveva visto eppure gli sembrava che non lo vedesse da sei mesi.

Avrebbe potuto fare tante cose in dodici ore, tipo ubriacarsi, tradire, cambiare idea.
Erano quelle le uniche cose a cui pensava la sua mente e gli sembrava quasi impossibile che Fabrizio avesse semplicemente dormito senza nemmeno aver visto nessuno.
Probabilmente era stato così, dato che il moro non avrebbe mai e poi mai fatto una delle cose che a lui sembravano possibili in quei momenti di completa paranoia.

«Ermal.» la voce di suo fratello irruppe nella stanza facendolo sobbalzare dallo spavento «Tra cinque minuti potete andare.» lo informò scomparendo qualche secondo dopo.

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«Dio Fabrì, sto cazzo di papillon è un inferno, te voi sta fermo cazzo!» la voce di Roberto lo fece agitare maggiormente mentre il suo respiro si faceva più pesante.
Non riusciva a smettere di muoversi in continuazione mentre il suo amico tentava in tutti i modi di stringergli il papillon sotto il colletto della camicia.

 «Robè vattene a fanculo, a Ermal piaccio così!» sbuffò, rivolgendo un'occhiata veloce a Giada che osservava la scena divertita.

«A Ermal nun piacciono i ritardi e te se non stai fermo nun te sposi.» lo riprese dandogli un leggero colpo sulla nuca prima di sbuffare per l'ennesima volta, ormai esasperato.

Non c'è niente di più fragile di una promessa. «MetaMoro»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora