Capitolo undici

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Mentre aspetto che un posto per asciugare i capelli si liberi sistemo tutta la roba nel borsone.

Metto i pantacollant grigi della squadra e infilo la felpa. Fuori comincia a fare freddo già al mattino, e dato che sono le sei di sera, è meglio vestirsi.

Quando Lara finisce di asciugare i capelli mi cede il posto per il phone. Mi guardo allo specchio e comincio a pensare che sia meglio  tagliarli. Sono troppo lunghi e non c'è la faccio più a farli stare dentro la cuffia e poi lavarli e asciugarli quattro volte a settimana.
L'unica fortuna è che essendo lisci e fini si asciugano molto in fretta.

Gli do una spazzolata veloce, recupero la mia roba, infilo le scarpe e salutando tutti esco dalla palestra.

È già buio.

Guardo il cielo che si sta spegnendo lentamente e la luna è già più visibile di quando sono entrata in palestra. Una, o forse due stelle si fanno spazio fra le nuvole bianche che il vento sta spazzando via.

Mi stringo nella felpa e metto le mani in tasca cominciando a camminare sul marciapiede verso casa.

"Ei Emma, c'è un bel fusto che ti sta guardando" - sento urlare da Lara

Mi volto immediatamente e noto subito la sua auto parcheggiata nel parcheggio della palestra. Il ragazzo adesso ha il cellulare fra le mani ma noto che sta sorridendo e poi alza leggermente lo sguardo verso di me.

Mi avvicino con un sorriso da ebete.

Noah si sistema la camicia di jeans che aveva addosso e sembra quasi pronto a fare un discorso.

"Chi è quel bellissimo ragazzo?" - chiede Scarlett, una mia compagna di squadra mentre le passo accanto

Idea.

"Solo il mio vicino di casa" - dico in risposta

Le sento bisbigliare fra di loro.

Sono vicino a Noah quando Lara mi chiede se è libero e io rispondo lasciando un dolce bacio sulle labbra del mio moro poi rispondo con un secco 'no'.

Salgo in macchina e Noah fa lo stesso. Metto la cintura e lui continua ad imitarmi, poi mette in moto e parte verso casa.

"Perché sei venuto a prendermi?" - chiedo curiosa

Appoggio la testa al sedile mentre continuo a guardarlo. Super concentrato alla guida.

"Perché non hai detto che sono il tuo ragazzo?" - mi domanda lui, ed è serio

Mi siedo meglio e sono nervosa.
Poi rispondo a tono.

"Mi sembra che avevamo deciso di non affibbiarci questo tipo di etichette" - dico- "Non ancora almeno"

Sta volta si gira lui verso di me mentre è fermo al semaforo.

Per strada non c'è nessuno, e dalla palestra a casa mia ci vogliono circa dieci minuti in auto ma adesso la strada mi sembra infinita.

"Emma, stavo solo scherzando" - dice, e poi ride

Scuoto la testa e mi lascio di nuovo andare sul sedile.

"Idiota" - commento il suo comportamento molto spesso con quel nomignolo ma a lui non sembra dare fastidio. - "E tu invece, perché non dici che sono la tua ragazza?"

Il cuore fa un balzo nel pronunciare quella parola.

"Oh cavolo, io pensavo che facessimo solo sesso e basta" - mi sta prendendo in giro ovviamente, o almeno, lo spero per lui.

Al di la di te -Noah Centineo- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora