Capitolo ventisei

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20 luglio 2016

Mi ricordo come se fosse ieri. Quell'estate faceva un caldo pazzesco, e io, appena sedicenne, ero in vacanza insieme a mia cugina, a dei suoi amici e quello che tutti pensavano fosse il mio amore estivo.

Malibú era la meta di tanti ragazzi appena finita la scuola e noi eravamo soliti a passare tutto il mese di luglio li. Tra spiaggia, sole, mare e divertimento.

Emily quell'anno non era potuta venire insieme a me perché i suoi genitori l'avevano obbligata ad andare in campeggio insieme ad altri suoi parenti.

Molto divertente, mi aveva detto cercando di auto convincersi.

Ero seduta sul mio telo mare quel giorno, quando Ginevra aveva avuto la grande idea di rubare un secchiello di plastica ad un bambino per cominciare a tirare acqua ovunque.

Ginevra, Gin per gli amici, era mia cugina di primo grado. Figlia del fratello di mio padre, era una gran bella ragazza. Alta, fisico slanciato, neanche un filo di cellulite, non una piccola smagliatura sui suoi glutei.

Quando si dice che la fortuna va sempre agli stronzi.

Eravamo molto legate fin da bambine, lei viveva a circa due ore da Santa Barbara ma ci vedevamo tutte le estati e a tutte le festività.

Quell'estate aveva deciso che per me doveva finire la storia dell'essere innamorata del mio migliore amico, e quindi, per lei ciò voleva dire: farmi conoscere qualcuno.

Malibú la sera era bellissima, piena di bar sulla spiaggia e feste ad ogni angolo.

Ricordo lo sguardo di quel ragazzo. Alto, moro, con due grandi occhi azzurri. Ginevra mi aveva tirato una gomitata per farmi notare che lui mi stava guardando ma lei non sapeva che già l'avevo notato anche io.

Si era alzata, era andata da lui, e gli aveva detto, indicandomi senza molta esitazione, che io ero single e se voleva unirsi a noi.

Leonardo.

Quello era il suo nome. Origini italiane, bellissimo, il classico ragazzo da feste e ragazze. Muscoloso e con un sorriso mozzafiato.

"Vuoi farmi stare ancora per tanto sulla porta?" - mi chiede in modo sfacciato adesso

La guardo alzando il sopracciglio e poi mi sposto facendola entrare in casa.

Dicembre vuol dire anche sopportare i parenti insopportabili.

"Cosa ci fai già qui?" - chiedo scocciata

Chiudo la porta e lei si toglie la giacca appendendola all'appendi abiti.

"Non sei felice di vedermi?"

"Sinceramente?" - dico, lei annuisce - "no"

Mi sposto verso la cucina e lei mi segue a ruota.

"Non è molto carino da parte tua, siamo cugine" - mi dice sedendosi

Il posto in cui aveva appoggiato il suo sedere era solitamente quello di Noah.
Mi vennero i fumi alle orecchie quando pensai che avrebbe dovuto conoscerlo prima o poi, ed ero furiosa, al solo pensiero che avrebbe potuto portarmi via anche lui.

"Anche da parte tua non è stato carino farmi uscire con Leonardo e poi dopo andargli a dire che sono una sfigata e scopartelo" - dico alzando la voce

Lei alza gli occhi al cielo - "andiamo.. ancora con sta storia? A te neanche piaceva davvero"

Scuoto la testa.

Al di la di te -Noah Centineo- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora