Capitolo diciannove

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25 novembre, venerdì.

La settimana era trascorsa molto velocemente. Il martedì ero ancora rimasta a casa a riposare anche se stavo decisamente meglio. La febbre era passata in meno di ventiquattro ore anche se il naso continuava a colare a distanza di giorni.

Ero insieme ad Emily quel pomeriggio. Mi aveva costretta ad andare al centro commerciale perché dovevamo assolutamente fare shopping.

Non ero mai stata il tipo da andare in giro per centri commerciali a fare shopping con le amiche e comprare vestiti su vestiti. Indossavo quasi sempre le solite cose e poi avendo la divisa durante tutta la settimana non avevo molto bisogno di altro, almeno per l'inverno.
D'estate il mio armadio esplodeva, e quando dovevo fare il cambio di stagione mia madre si rifiutava persino di aiutarmi.

Però effettivamente non era male l'idea che aveva avuto la mia amica. Oggi c'è anche il famosissimo black friday ma non sembra esserci molta gente.

"Secondo me hanno svuotato tutti i negozi stamattina presto" - esordisce lei tirandomi dentro un negozio

Dalla vetrina sembra carino, così mentre lei ha già fra le mani una ventina di cose tra maglioni e jeans io cerco qualcosa da indossare questo weekend.

I genitori di Noah erano di nuovo fuori casa e mi aveva già chiesto a inizio settimana se potevo andare a stare da lui due giorni.

Sapevo bene che era compreso anche il venerdì sera, quindi oggi dopo lo shopping terapeutico post malattia sarei andata da lui.

"Che dici di questo?" - mi dice aprendo la tenda del camerino ed uscendo un maglione indosso.
Le sue gambe erano completamente nude e bianche come il latte, il maglione blu le arrivava fino a sopra al ginocchio ed era veramente molto bello.

"Ti sta da dio" - dico - "come al solito"

Lei ride e chiude la tenda - "Dovresti provarlo anche tu" - mi dice poi uscendo già vestita

Scuoto la testa. Sa benissimo che non è da me uscire d'inverno con le gambe scoperte.

"Dai Em, ora decido un po' di cose da farti provare a tu le provi senza farne una tragedia, vedrai" - mi spinse dentro il camerino lasciandomi per qualche istante li.

Sbuffai, però sapevo che avrebbe scelto qualcosa di gusto almeno.

Aprì di poco la tenda lasciandomi una ventina di cose da provare. Spalancai gli occhi e appesi tutto all'appendino e cominciai a provare.

Mi aveva addirittura fatto provare due di quei maglioni che aveva provato lei, uno in blu e l'altro in rosso. Quello rosso era stupendo, oltre al fatto che è il colore che preferisco, era davvero qualcosa di meraviglioso.

Quando uscì dal camerino lei era seduta su una di quelle poltrone che sicuramente erano state messe li per i poveri fidanzati delle ragazze che stavano mezzo pomeriggio a provare roba nei camerini.

"Wow"- mi disse e si alzò. Prese una cintura nera da un tavolino e me la mise in vita stringendola leggermente, poi arricciò un po' il maglione così da non farlo cadere proprio dritto - "non trovi che ti stia bene?"

Mi guardai allo specchio e lei era dietro di me. Mi sciolse i capelli dalla coda che mi ero fatta la mattina e me li spettinò.

"Penso che ti assumerò come personal shopper"- le disse e lei rise

"Secondo me Noah impazzirebbe a vederti così" - guardai le mie gambe allo specchio, ancora leggermente abbronzate, il maglione con la cintura lasciava scoperte le gambe sopra alle ginocchia di dieci centimetri -"un po', vedo non vedo" - continua.

Al di la di te -Noah Centineo- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora