Capitolo nove

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Quando quel lunedì mattina suonò la sveglia mi sembrò il rumore più odioso che avessi mai sentito in tutta la mia vita.

Spostai le coperte dal mio corpo e mugugnai qualcosa incomprensibile anche a me stessa.

Mi misi seduta sul letto. Appoggiai i piedi sul pavimento gelido e automaticamente le mie gambe si mossero da sole verso l'armadio.

Infilai un paio di jeans chiari, la t-shirt della divisa e la giacca con il mio nome ricamato sopra. Molto simile a quella della squadra di football, ma uguale a quella di tutto il resto della scuola.

Presi lo zaino che avevo già preparato la sera prima e scesi le scale dirigendomi poi verso il bagno.

Mi guardai allo specchio ripetutamente, spostando il viso da destra verso sinistra.

Mi sembrava di aver pianto tutta la notte. Occhi stanchi e gonfi. Mal di stomaco e un gran mal di testa.

Cercai il mascara nel cassetto dei trucchi e misi anche un po' di rossetto. Tirai i capelli in una coda spettinata e poi uscii dal bagno.

La sera prima avevo detto a Noah che sarebbe stata mia madre a portarmi a scuola e lui mi aveva risposto che andava più bene, con una emoji che piangeva.

In realtà non era per niente vero. Avevo chiesto ad Emily se poteva passare lei, e senza troppe domande mi disse di si.

Sentì il clacson della sua auto suonare due volte mentre mi infilavo le scarpe da ginnastica bianca e poi uscì di casa chiudendo la porta a chiave.

Camminai velocemente lungo il vialetto e salì in macchina della mia amica. Misi la cintura e mi lasciai scivolare sul sedile.

"Posso sapere che cos'è successo?" - mi chiese lei mettendo in moto

Alzai le spalle - "Probabilmente c'è un'altra" - dissi solamente

"E non potevi chiederlo direttamente a lui?" - mi chiese di nuovo

Scossi la testa. - "Non voglio fare la parte di quella gelosa dato che non siamo niente"

Siamo già arrivate nel parcheggio della scuola e non c'è quasi nessuno. Tranne lui, accanto alla sua auto insieme a Jamie e Jason.

"Merda" - dissi cercando di nascondermi

Emily mise di nuovo in moto spostandosi nel parcheggio del retro dell'edificio e mi fece scendere in fretta.

"Forza vai" - mi disse - "Dirò che avevo dimenticato una cosa a casa e sono tornata indietro"

La ringraziai ed entrai dall'entrata del retro della scuola.

***

Avevo evitato Noah per tutta la mattinata. Non ero neanche andata in mensa insieme ad Emily proprio per evitare domande.

I suoi messaggi erano quasi al limite dell'esasperazione.

Continuava a chiedermi dov'ero. Se ero a scuola. Se andava tutto bene. Perché lo ignoravo.. e via dicendo.

Un comportamento infantile da parte mia lo so, ma come avrei spiegato poi il fatto di essere gelosa? E se lui si fosse arrabbiato perché avevo guardato il suo telefono?

Non puoi saperlo se non gli e lo chiedi.

Vero, ma no.

Avevo pranzato in biblioteca. Proprio dov'ero anche in nel preciso istante in cui mi arrivò un messaggio dalla mia migliore amica.

Al di la di te -Noah Centineo- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora