Prof.

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《Buongiorno ragazzi. Per questo mese sarò il vostro prof di italiano. Sono il signor Bennet.》Si presenta.
È lunedì. Sono a scuola. È ormai dicembre. Sono successe un sacco di cose in queste settimane.
Ho recuperato tutto quello fatto a scuola e i compiti.
Kyle è stato vicino a me tutto il tempo. È l'unica costante della mia vita.
Riguardo la situazione in generale. Io e Amy non ci parliamo più. O almeno io non parlo più con lei. Non voglio. Mi fa paura adesso. Sembro una fifona ma non ci possa fare nulla.
Dopotutto non conosci veramente una persona finché non ti sorprende.
Logan ha litigato con lei. Gli ha proibito di andare al cimitero da suo nonno domenica. Nessuno ha capito il motivo. Joe cerca di calmarla ma ultimamente è sempre in camera sua. Nessuno sa cos'abbia.
Beatrice...Beatrice se ne andrà. Ha trovato un'altra famiglia. Ho pianto tanto. Altre lacrime. Dovrei chiudere il rubinetto.
Beck passa tutto il tempo dal suo ragazzo e Jake passa un sacco di tempo con me e Kyle. Io e Jake ci siamo avvicinati un sacco.
Nonostante abbiamo avuto le nostre divergenze ora siamo vicini.
Il nostro prof di italiano si è rotto una gamba su un cavallo perciò è all'ospedale.
Avremmo avuto otto supplenti e finalmente un prof fisso. Finalmente, è un parolone. Ma almeno vedremo una sola faccia e non venti.
Kyle mi sfiora una mano. Mi giro verso di lui. 《Hai due soldi? Domani te li restituisco...sto morendo di fame...》Si lamenta.
Ridacchio e scuoto la testa.
《Voglio che facciate una vostra presentazione. Scrivete cosa vi piace fare e cosa odiate. Avete venti minuti. Imposto il cronometro.》dice il prof.
Ci mettiamo al lavoro.
Scrivo metà foglio. Come presentazione fa schifo ma spero che al prof vada bene.
Kyle ha scritto un facciata intera. Altri una facciata e un po' ed altri ancora un foglio intero.
Dopo venti minuti il cronometro suona e tutti posiamo le nostre matite.
《Jonson?》chiede il prof. Alzo la mano titubante.《Ha finito?》chiede. Scuoto la testa. 《Bene allora venga alla lavagna e legga cosa ha scritto. Ad alta voce.》
Mi ordina. 《Ho finito.》dico.
《Perfetto. Venga pure.》dice.
No, mi vergogno.
Visto che non mi muovo mi incita ancora.
《Jonson venga qui. Adesso. Non la farò uscire dalla classe e non le darò compiti extra. Le farò superare la sua paura. Forza. Io ho tempo da vendere, lei non credo, visto il ragazzo accanto a lei.》dice e tutti ridacchiano. Mi sta facendo sprofondare. Perché sta facendo così? Io non voglio andare.
《Jonson andiamo.》Mi incita.
《Forza, Jonson!》urla un nostro compagno. Si chiama Steven. È un amico di Carlos.
《Andiamo.》urla tutta la classe. Alcuni mormorano che non ce la farò e altri ridono per la mia insicurezza.
Mi alzo di scatto ed esco dalla classe. Finirò nei guai? Bene. Devo stare da sola, adesso. Voglio la mia lametta. In questo momento sarebbe utile. Prendo in considerazione l'idea di andarla a prendere dallo zaino ma la metto subito da parte.
Perché quel prof ha fatto così? Perché anche lui ha dovuto umiliarmi?
Perché non basto così come sono?
Sono così sbagliata, da non andar bene neanche a un prof?
Voglio una lametta.
Appoggio la testa al muro del bagno.
《Haley Jonson, fuori dal bagno. Adesso.》urla il prof.
Ma che...
Mi alzo di scatto ed esco. Mi trovo faccia a faccia con un uomo sulla trentina d'anni. Ha la barba e folti capelli marroni e occhi azzurri. È un bell'uomo, molto alto. E io tappo, quale sono, lo devo guardare con la testa piegata all'insù.
《Tu ora vai in classe e leggi a tutti cosa c'è scritto su quel foglio. Non accetto un no come risposta.》Mi ordina. 《Posso interrogarti tutti i giorni alla lavagna. Facendoti esporre davanti a tutta la classe. Perciò ora, se non vuoi questo, ti consiglio di andare in classe e leggere le parole che hai scritto sul foglio. Non mi interessa se sono poche o molte. Voglio che tu le legga. Adesso.》dice.
Annuisco. Mi lavo la faccio e poi entro in classe a testa bassa.
Prendo il foglio e vado alla lavagna. Il cuore batte forte. Sento le mani sudare. Perché devo essere agitata per una cosa così stupida?
《S-sono H-Haley Jonson. Ho 16 anni. Mi piacciono svariate cose, per esempio, organizzare balli. Adoro il mio gatto Paco. È una palla di pelo tutto bianco che lo si può confondere con la neve. Mi piace leggere e ultimamente ho scoperto che so anche scrivere. Mi piacciono i thriller e le storie d'amore. E adoro guardare American Horror Story con Kyle. Odio il chiasso. I romanzi storici. Il sushi e odio anche...》Mi fermo. Mi rendo conto che non è quello che ho scritto io. Alzo lo sguardo e vedo che Kyle sorride particolarmente strano.
Ha modificato quello che ho scritto!
《Vuoi continuare?》chiede il prof.
Scuoto la testa e torno a sedermi. Altri leggono le loro presentazioni e l'ora finisce. Mi alzo e Kyle segue con gli occhi, ogni mia mossa. Non gli ho ancora rivolto la parola.
Ha scritto che odio Carlos!
Non ho parole.
Vado alla biblioteca della scuola e guardo se qualcuno ha bisogno di un tutor.
Scorro verso il mio nome. Chi trovo...? Rullo di tamburi. Ooooh generale.
Carlos. Carlos ha bisogno di un tutor. Il tutor sarei io. No. No. No.
NO!
Cancello il mio nome e metto una altra ragazza. Mi ringrazierà. Carlos è cattivo solo con me. Con le altre persone è un pezzo di pane.
Mi giro velocemente e sbatto contro qualcuno. Un amico di Carlos. Din.
《Haley?》chiede. Non rispondo e provo ad andare via ma mi trattiene.
《Carlos mi ha detto di cercarti. Devi raggiungerlo a casa sua, oggi. Sei il suo tutor.》dice. 《N-no. N-non s-sono il suo t-tutor.》balbetto.
《So che hai cambiato i nomi. L'ho visto perciò ora vai. Ti sta cercando.》 Mi spinge via. Esco dalla biblioteca e inzio a respirare profondamente.
No! Non ci credo. Oggi muoio.
Chiamo Jake. 《Ciao. Sono Jake e questa è la mia segreteria. Mi scuso ma lasciate un messaggio, signore.》scatta la segreteria. Fanculo.
Vado in bagno. Mi chiudo dentro. Se andassi a casa sua morirei.
Inizio a piangere. Tanto so fare solo quello. La campanella suona e vado in classe. Mi siedo al mio posto.
Ho il terrore negli occhi. 《Haley. Va tutto bene? Cosa è successo?》chiede.
《Nulla.》mento.
《Prof mi scusi devo accompagnare Haley, in infermeria perché non si sente bene. Possiamo uscire?》chiede Kyle al prof. Il prof di inglese annuisce.
Kyle mi prende per un polso e mi trascina fuori dalla classe sotto lo sguardo curioso di tutta la classe.
《Perché?》chiedo arrabbiata. Mi trascina ancora, fuori.
《Dimmi cos'hai. Adesso.》Mi ordina guardandomi negli occhi. Non riesco a sostenere il suo sguardo perciò abbasso la testa.
《Me lo chiedi anche?! Tu hai modificato quello che ho scritto! Stavi per farmi leggere il mio contratto di morte! Ma come ti è venuto in mente?! Tu non sei nessuno per...》Mi interrompo subito. Cosa diamine sto dicendo?! Kyle adesso è l'unica cosa che conta per me. Kyle è l'unica persona che cerca di capire la mi vita complicata. Kyle è la costante della mia vita. Io voglio bene a questo ragazzo, così bello e uguale a me. Sì, perché in fondo siamo uguali. Soli entrambi, famiglia scassata, un'adolescenza che non è delle migliori. Una vita piena di sofferenze. Stessa musica. Stessi film, o quasi.  Stessi gusti. Siamo più simili di quanto pensiamo. Cambiando semplicemente il fatto che lui ha coraggio e io no. Che lui è una persona decis, io no. Lui è una persona sana di mente, io no. Lui non farebbe mai cose per cui dopo si pentirebbe, io sì. Come adesso e come sempre.
Mi guarda triste e afflitto. Si alza. 《Kyle ti prego aspetta.》lo imploro tra le lacrime. Gli metto una mano sulla spalla ma lui si scansa. 《Mi dispiace. Ero arrabbiata e non ho riflettuto.》Gli spiego. Non mi ascolta. Continua a camminare. 《Scusami.》
《Haley, sta' zitta. Stai zitta, per favore. Vado a casa. Ritorna in classe.》dice senza guardarmi.
《Non voglio stare zitta. Ti prego, perdonami.》Gli dico ancora. Sto piangendo. Perché sono una stupida? Perché?!
《Haley. Tu sai solo piangere. Per ogni minima cosa che succede, tu piangi.
Tu sei solo un egoista. Credi che agli altri di te non posso fregare nulla ma ti sbagli. Guarda la tua casa famiglia. Ti vogliono un mondo di bene. Io! Ci sono anch'io! Ci sono anch'io, Haley. Ci sono sempre e tu continui a tirare su muri. Sempre più alti. Io non metto in discussione le tue sofferenze o che ci stai male, questo mai. Ma tu non ti fai toccare. Io non so nemmeno perché staimo insieme. Ho dovuto ingannarti per farti dire la verità! Anzi, neanche una piccola parte! Tu non capisci che siamo tutti qui con te e per te. Ma rifiuti tutti i nostri tentativi di avvicinarci a te. Ripeto: Non so nemmeno perché staimo insieme. Mi respingi e mi eviti anche. Cerco di aiutarti ma non ti lasci aiutare. Cerco di toccarti ma non ti lasci toccare. Sembra che solo tu soffra. Sembra che solo tu prova dolore. Sei solo un' egoista anche sa solo piangere. Dici che io non sono nessuno poi vieni a piangere da me.
Io non ho colpa ora. Non ce l'ho. Stavolta è colpa tua. Tu non mi consideri nulla? Va bene ma non venire più a cercarmi d'accordo?
Forse è meglio se ci lasciamo anche. Non cambia molto.》dice e se ne va.
Guardo la sua schiena. Lui non si gira. Ma, come una stupida, spero che si giri. Ha ragione. Ha completamente ragione.
《Per favore. Scusami. Sei tutto per me.》sussurro a testa bassa.
Ha ragione. So solo piangere.
Stavolta l'ho fatta grossa. Sono solo un'egoista. So solo piangere.
Faccio del alle a tutti.
Un brivido mi percorre la schiena.
Mi rannicchio su me stessa. Ho allontanato anche Kyle. Ho allontanato anche lui. L'ennesima persona che ho allontanato.

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