È arrivata, Jake.

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Una settimana dopo.
Esco dalla classe e vado in bagno. Esco velocmente e torno in classe.
La lezione continua.
《Domani verifica. Studiate, sopratutto tu Jackson.》urla il prof per sovrastare il trambusto per colpa del suono della campanella.
Mi dirigo fuori dalla scuola ma vengo accerchiata. Delle ragazze mi accerchiamento.
Si mettono tutte intorno a me. Sono confusa. Provo ad andarmene ma mi bloccano la strada.
Indietreggio e vado a sbattere contro una. Alzo un sopracciglio confusa.
Cosa vogliono queste da me?
《Tu e Carlos state insieme?》chiede una ragazza. Questa domanda me l'avevano già fatta e anche se ora non sto per correre in bagno a vomitare mi dà lo stesso fastidio.
Omettendo per un millesimo di secondo che sia vero, mai, saranno affari miei?
Scuoto la testa disgustata. 《Scopamici?》chiede una seconda. Alzo un sopracciglio e poi sgrano gli occhi sempre più disgustata.
Scuoto velocemente la testa.
《Com'è possibile allora che appena esci tu esce lui e state fuori per mezz'ore? Cosa fate?》chiede un'altra ancora.
Provo a fare alcuni passi all'indietro.
Non riesco a parlare voglio scomparire. Come possono solo pensare che io possa fare una cosa del genere?
《È bravo a letto?》chiede una con voce stridula. Mi volto di scatto. Voglio andarmene ma mi bloccano ancora la strada. Ritento ma vengo fermata. Ancora e ancora.
《Tu stai sia con Jackson che con Lewis. Sei una puttana, una lurida puttana.》Mi insultata la prima che mi ha fatto la domanda.
Mi punta il dito contro e io mi scanso velocemente come se quel dito potesse distruggermi. Il problema non è il dito o il fatto di distruggermi, il problema è che io lo sono già da tempo.
Non mi sono mai ricostruita. Non ce l'ho mai fatta. Pensavo ma mi sbagliavo.
Una persona morta dentro non potrà mai diventare uno zombie.
Non è possibile.
Quando ti sei fatto alle troppe volte anche solo il pensiero di alzarti ti sembra così lontano e irraggiungibile.
Anche quando tutto intorno a te fiorisce se dentro hai solo fuori appassiti non puoi pretendere che questo risorgano per te. È scientificamente impossibile.
È come dire a un morto di stringere un pugno. Non ce la farà mai. Io non riuscirò mai ad alzarmi. Avevo un piano. Avevo stabilito un patto con me stessa in aula d'arte quando ho pitturato quel foglio ma anche quello è andato a puttane.
Ho provato ad alzarmi con le mie braccia. Con le gambe. Con i piedi, con le mani. Ma in qualche modo ogni singolo fottuto giorno mi convincevo che non ce l'avrei fatta e così è stato.
E ho paura, ho una fottuta paura. Paura che questa volta nessuno possa salvarmi apparte me ma non so da dove iniziare.
Non l'ho mai saputo e ora, ora che ho bisogno di sapere, ora che ho bisogno solo di un piccolo, minuscolo segno tutto il cosmo sembra diventato muto, cieco e sordo.
Quando capisci che è troppo tardi anche tu ti rassegni all'idea di annientarti. Ti annienti alzando le spalle e facendo un sorrisetto come per dire che ci hai provato magari non fino in fondo ma ci hai provato, forse senza mettervi tutta te stessa, ma ci hai provato. E HAI FALLITO.
HO FALLITO!
HO FALLITO!
Ho fallito anche in questo.
Non sono stata in grado di affrontare la morte dei miei genitori, le botte di Carlos, la relazione con Kyle, la morte di Paco, le facce della casa famiglia, l'ospedale e il freddo, il mio cambiamento che si è risultato un fallimento, nulla di tutto ciò.
Niente. Niente.
Ho fallito in tutto e quando te ne rendi conto fa più male di qualunque altra cosa. Perché è come se ti battessero in faccia l'ennesima prova che non ti rialzerai mai.
Io non mi alzerò mai.
《Sei solo una lurida puttana. Una troia, una che non ha pudore e vergogna. Muori e farai un favore a tutti. Sei solo una santarellina che si crede Dio sceso in terra. Fottiti, puttana.》Mi urla contro una. Lacrime e lacrime bagnano il mio viso incondizionatamente. Lo bagnano, lo inumidiscono.
Blocchi e blocchi di lacrime scendono sul mio collo e sulla clavicola. Le ragazze dopo avermi rovinata se ne vanno ridendo. Mi butto a terra solo con le ginocchia. La campanella suona. Non credo che andrò in classe.
Ogni parola uscita da quelle bocche piene di rossetto e odio, mi hanno trafitta.
Nuove lame trafiggono il mio petto fino ad attraversare la carne, per poi arrivare al petto, per poi puntare alla mia anima oramai tutta rotta. Rattoppata. Infreddolita. Indifesa. Piccola. Fragile. Innocente ma rovinata. Rovinata da tutto. Tutte quelle persone e tutte quelle parole piena di odio nei media confronti senza che io abbia fatto nulla.
Hanno tagliato ancora e ancora, senza mai stancarsi quel piccolo velo, fragile e ormai troppo esile per stare in piedi.
Hanno tagliato l'unico strato ancora in tatto. L'hanno tagliato. L'hanno ridotto a pezzi. L'hanno stracciato con spade e con le loro luride mani che mi hanno toccato senza mai fregarsene di me. L'hanno pestato, fregandosene se sotto le loro scarpe c'erano altre lame taglienti.
Ci hanno sputato sopra come se fosse la cosa più ripugnante di questo mondo. L'hanno buttato a terra ripetutamente poi gettato via e abbandonato al vento.
Hanno fatto tutto ciò in 16 anni di vita. Perché? Perché?
Voglio una risposta! La pretendo. Perché?
Hanno fatto tutto ciò con semplici parole. Fottute parole. 
Le parole che mi hanno lanciato mi hanno confusa, ferita, lacerato, spezzato, intristito, trafitta, mi hanno uccisa.
Questa volta ce l'hanno fatta.
Se mi sforzo di chiudere gli occhi posso vedere il velo sottile della mia anima ridotto a pezzettini. Posso vedere il sangue sgorgare sempre più velocemente. Posso vedere come tutta l'oscurità sta travolgendo il mio cuore.
Arriva la tempesta. Ma sento che non è ancora finita. No, non è finita.
È arrivato il demone.
Quello che stava sempre in disparte. Quello che credevo non potesse arrivare o non potesse andare in superficie, è arrivato lui.
Questa volta travolgerà tutto, senza fare sconti  a nessuno. Farà male. Da non riuscire a sopportare nemmeno l'odore. 
E' sempre stato in disparte per ricaricarsi per poi attaccare e distruggere tutto. Questa volta non c'è fine. 
E' buffo come semplici lettere fatte uscire dalla bocca, possano annientarti e nutrire il demone che ti sta dentro pronto  uscire ad ogni tuo singolo errore. 
Non ho mai avuto l'onore di conoscere il mio demone, oggi lo conoscerò. Magari ci alleeremo, magari mi distruggerà definitivamente, magari no. 
Ho  paura? Sì. Voglio scappare? Sì, più lontano possibile. Cosa faccio? Piango. 
E' così odioso presentarsi al proprio demone piangendo ma io che ci posso fare. Nonostante tutto la mia fine è arrivata con l'acqua. E' iniziata con la morte dei miei genitori all'oceano e sta finendo con lacrime che sgorgano a fiumi. Sembrano ghiaccio. Blocchi e blocchi di ghiaccio che mi gelano. 
Ora rido. Ora piango. Inclino la testa e guardo le mani. 
Una fitta al petto mi fa chiudere gli occhi. Eccolo! Siamo arrivati al giorno del giudizio.
Un'altra campanella suona e tutti escono. Ormai mi credono tutti pazza. Sono contro al muro che mi guardo le mani mentre lacrime di ghiaccio scendono e bagnano sia me che il pavimento. 
《Haley, che stai facendo? Vieni via.》dice Kyle. E' arrabbiato. Per cosa? Non crederà alle voci che si dicono? No? 
Mi tira per un braccio mentre tutti ci guardano curiosi e pronti a giudicare ulteriormente.
Andiamo dietro la scuola. 《E' vero quello che si dice?》urla. E' decisamente arrabbiato. 
Ah.
Non mi crede. Non ha fiducia in me. Fa male più di qualsiasi altro insulto.
《E' questo che pensi di me? Pensi che io sia una puttana?》urlo disperatamente tra le lacrime. Sto pregando in tutte le lingue che io abbia sentito male. Come può una persona che fino ad ora mi ha permesso di galeggiare con sei parole farmi affondare senza farmi avere nemmeno il tempo d esalare l'ultimo respiro. Com'è possibile? Come? Come?!
《Non lo so...Hanno ragione però. Molti pezzi tornano.》
《Quindi tu stai dicendo che, io Haley Jonson, una ragazza che non riesce nemmeno a tenere la testa alta mentre ti parla, una che ha sofferto come un cane che viene bastonato, una che non sa nemmeno cosa voglia dire la parola felicità. Io, Kyle. Tu stai dicendo che io sia una puttana perché tutta la scuola lo pensa.   Tu lo sai meglio di chiunque altro cosa succede in quel fottuto bagno. Mezza scuola lo sa ma fa più comodo avere un nuovo giocattolo da insultare. Tu brutto stronzo mi stai accusando di essere una troia solo perché una voce sta circolando per la scuola. Grandissima testa di cazzo, come razza ti vengono in mente certe idee?  Mi conosci meglio di chiunque altro e sai benissimo che io non farei mai una cosa simile. Lo sai benissimo ma ti rifiuti di guardarmi meglio occhi e ammettere che ti sai sbagliando. Ora, Kyle Jackson, ti faccio io una domanda. Pensi veramente tutto quello che la scuola sostiene o è solo per comodità o per non ferire la tua reputazione? Rispondi veramente, Kyle. Vediamo se hai le palle di sbattermi anche tu a terra come tutti quanti. Forza! Rispondi!》urlo. Il demone mi sta aiutando. La tempesta che è dentro di me in questo momento si è risultata una buona cosa mi sa permettendo di controbattere e non di subire come sempre.
L'ennesimo problema è che adesso il dolore, ha fatto spazio alla rabbia e nulla fermerà questa nuova forma di oscurità finché non si sarà nutrita bene. 
《Non lo so cosa penso. So solo che ero in palestra e tutti anno iniziato a prendermi per il culo. Ho chiesto spiegazioni e loro mi hanno detto che la mia ragazza è una tria che sta sa con me che con Carlos.》dice pieno di astio.
Oggi ho un demone rimasto al chiuso per sedici anni con me e finché sia io che lui, avrebbe esaurito le nostre energie combatteremo per cercare di non farci mettere i piedi in testa nemmeno da Kyle. 
Abbiamo sopportato troppo...
《Quindi tu non sei arrabbiato perché mi hanno dato della puttana senza motivo ma perché la tua reputazione e il tuo orgoglio del cazzo sono stati feriti. Complimenti ti facevo una persona migliore.》dico in modo tagliente e di scherno. Non sto parlando io, sta parlando il demone e farà male alla fine. Ahia, se farà male. Non solo per me. Ci saranno più vittime dirette al macello. 
Quando dicevo che la tempesta sarebbe dovuta arrivare mi hanno detto semplicemente che tutto sarebbe andato per il meglio e che dovevo ritornare ad avere il sorriso e io da brava idiota quale sono ci ho creduto ma adesso so perché avevo così paura. 
《Non lo so più per cosa sono arrabbiato, Haley. 》urla esasperato.
《Pensaci, Kyle. Pensa bene a quello che dirai. Guardati dentro. Andiamo.》urlo. Sono troppo stanca per parlare civilmente. Deve sapere che anch'io un limite e che TUTTI hanno già superato molte volte.
Mi guarda sorpreso non si aspettava che io sapessi parlare così. 《Ti ascolto. 》
《Sono arrabbiato perché tutti mi hanno preso in mezzo senza un motivo e perché so che tu non saresti mi una puttana ma tutti i conti tornano. Magari mi hai raccontato solo bugie.》urla.
Cerco di non piangere mentre la persona che dovrebbe sostenermi mi sta attaccando. 
Batto le mani per prenderlo in giro. Vediamo dove può arrivare la sua rabbia. 
Io non sono così. Io non sono così. Io non sono così. Io non sono così.
Questa tempesta distruggerà tutto. No!
《Sono arrabbiato perché una parte di me pensa che tu sia una puttana. Non lo so il perché ma...》continua ma lo interrompo.
《Quindi tu consci veramente il significato della parola puttana? Tutti mi hanno spacciato per essa sena conoscere il significato preciso. Tu sai che vuol dire o sei così ottuso da non sapere nemmeno il termine che accompagna a vita di tutti i giorni, eh? Lo sai?  Sai cos'è una puttana, Kyle?  Una puttana è una prostituta, una che va a letto con tutti, una che si comporta come una gatta morta, una che non ha pudore, una donna infedele, una che tradisce e che non rispetta. Ecco cos'è una puttana, Kyle. Posso essere tante cose ma non sarò mai una puttana.》dico stavolta tra le lacrime. Mi fa male la gola. Pronunciare quelle parole è stato difficile. 
Rimane in silenzio, senza parole e con la testa bassa.
Faccio per andarmene ma mi ferma pronunciando l'unica cosa che non si doveva azzardare a pronunciare.
《A te Carlos interessa?》urla. 
Silenzio. Ascoltate, aspettate un po...eeeeee...ZAC!
Ora sono tutta rotta. Ecco cosa si aspettava la gente. E' belo rompermi, eh?
Ora sì che sono rotta. Non è rimasto più nulla.
Il demone mi ha avvolto ed ora siamo un cosa sola. Sono un cumulo di oscurità. Se un momento prima pensavo che la distruzione fosse arrivata mi sbagliavo. No  era una distruzione collettiva ma la mia. 
Ora sì che sono distrutta.
Per il resto ricordo poco. Mi muovo talmente velocemente che non so nemmeno dove io abbia trovato questa agilità ma si sente molto bene il rumore silenzioso di uno schiaffo in piena faccia. 
Ciaf! Quel sonoro ciaf.
Vedo Kyle con la testa voltata da un lato ma io non ho ancora finito. 
《Come può minimamente piacermi una persona che mi picchia? Come? Come? Sei solo una testa di cazzo, Kyle ed io l'idiota che ti credeva diverso da tutti. Vaffanculo. Restaci. Come ti permetti di domandarmi una cosa simile. Devi solo gioire che io non abbia il coraggio di prenderti  calci come tutti fate con me. Poteri essere stronza come tutti voi ma non lo faccio perché io non diventerò mai come voi. Fate tutti schifo, dal primo all'ultimo. Tu brutto coglione del cazzo pensi che a me piaccia un demonio. Pensi che lui, quel pezzo di merda sciolta, mi possa piacere anche solo un po'. Cosa ti mangi alla mattina per concepire certe idee?! Cosa?! Vaffanculo.
Non sai cosa si prova ad essere guardati con odio tutti i giorni, essere picchiati senza un motivo, essere divorati da se stessi e da quella paura che ti assale appena ti ripassi cinque minuti. Non lo sai e non lo saprai mai perché nonostante tutto anche se la gente non sta vicino a te tu non vieni picchiato. Fai la tua vita e basta.
Ma io no, Kyle. Io per qualche motivo a me completamente ignoto io vengo picchiata da una testa di cazzo che tu sostieni e mezza scuola sostenete che possa minimamente piacermi. Se voi vi faceste un esame di coscienza sareste in grado di capire che non solo avete sbagliato ma avete anche distrutto ľennesima persona. Ma adesso basta sul serio. Quando come tuo unico amico ti è rimasto il tuo demone, assassino, pericoloso, distruttore, al tuo fianco ti fai due domande e ti convinci che se non scappi ti bloccano e se ti bloccano non puoi più scappare. Perciò, addio. Mi dispiace, Kyle ma se tu la pensi come loro io non posso né essere la tua ragazza, né essere tua amica. Mi hai fatto provare emozioni bella ma ora come ora non ce la faccio ad amarti. Tu hai detto due volte di essere innamorato di me, spero che tu non soffra, Kyle. Lo spero tanto perché nonostante tutto non auguro a nessuno quello che ho passato e che sto passando io perché fa talmente male che nessuno riuscirebbe a sopportarlo. Infatti, anch'io non lo sopporto più. Penso che me ne andrò lontano dove anima viva mi conosce e ricomincerò da capo. Magari appena arrivo a casa mi suicido. Non lo sai e non lo saprai mai. Io avevo fiducia in te e credevo che potessi aiutarmi ma con al solito mi sbagliavo. Mi sbagliavo. Mi sono aperta e ti ho permesso di esplorare la mia anima nera e buia. L'hai fatto, l'hai fatto sì che io galeggiassi ancora un po' ma devi sapere, Kyle, che chi non sa nuotare non potrà mai stare nell'oceano senza che un pesce lo divori e senza affondare. È matematico, scientifico e psicologico. Tutto insieme. Non credo che qualcuno potrà mai capire cosa sto provando in questo momento ma posso provare a spiegartelo perché questa sarà l'ultima volta che mi vedrai. E mi vedrai in lacrime, con gli occhi rossi, e un esile corpo minuscolo che trema.
È come quando hai una scheggia nella mano. All'inizio pensi non sia nulla, poi, però, appena provi ad afferrare qualcosa la scheggia spinge contro la pelle e piccoli pezzi iniziano a sgretolarsi. Inizia a dare fastidio perciò provi a toglierla ma hai aspettato troppo ed essa è già andata in profondità a spingere contro altra carne che a sua volta spingerà contro altra e così via finché tutta la carne non sarà a pezzettini minuscoli e non sarà più nulla. Sarà come un panno al vento. Come delle briciole e una folata d'aria. Sarà come un aquilone abbandonato. Come un pezzo di carta strappato. Non sarà e non servirà più a nulla. Ecco, Kyle. Tutti voi, dal primo all'ultimo. Chi poco chi tanto mi avete ridotta così. Come un foglio di carta pesta. Bravi, siete stati bravi ma adesso sparite tutti. Anzi sai che c'è. C'è che sparisco io. Addio, Kyle.
Grazie per quello che hai fatto ma sei diventato come loro. Sei diventato esattamente come loro appena hai dubitato di me. Se volevi distruggermi ci sei riuscito, se volevi ricostruirmi ci sei riuscito, ma se volevi salvarmi hai fallito come me. Abbiamo fallito tutti.
Addio, Kyle. È stato bello conoscerti.》pronuncio tutto con calma. Non ho più fretta.
Faccio per andarmene ma mi ferma per un polso. Gli tiro un altro schiaffo e lui rimane lì. Mi giro e vado via da scuola anche se le lezioni non sono ancora finite.
Salgo sull'autobus.
Prendo un fazzoletto dallo zaino e mi asciugo le ultime lacrime prima di cadere nell'indifferenza.
Adesso andiamo via.
Dobbiamo finire di mettere a posto solo due cose.
Devono capire che ti sei stancata.
Mi fermo davanti alla caserma di polizia. Entro e vado alla reception.
《Devo fare una denuncia contro Carlos Lewis.》dico decisa guardando negli occhi il carabiniere che mi scruta sconvolto.
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《Allora vuole denunciare Carlos Lewis perché l'ha picchiata ed è stato lui ha tagliarle la pancia. Con quali prove sostiene ciò.》chiede il commissario.
Mi alzo le maniche della felpa. Faccio vedere i tagli. 《È così. Il taglio sulla pancia l'ha fatto lui. Me l'ha detto.》dico decisa.
《Sa dove abita e chi posso contattare? Non so i suoi genitori...》dice.
《Vivo in una casa famiglia. I miei genitori sono morti.》
《Mi dispiace. Dammi il numero dei tuoi tutori.》
Glieli do.
Poco dopo arrivano Amy, Joe e Jake.
I due adulti Mi guardano male ma non mi importa. Adesso voglio solo darla pagare a Carlos.
Jake mi abbraccia forte. 《Cosa è successo? Stai bene?》chiede.
Scuoto la testa e una sola lacrima riga il mio viso. 《No, non va tutto bene. È arrivata la tempesta. È arrivata, Jake.》

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