Jake.

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Premi ľinterruttore per accendere quelle iridi spente, come in una notte stellata senza nuvole.

Nella vita non ho mai imparato molto, solo piccole basi le quali ho sempre ignorato. Non mi hanno mai spiegato cosa voleva dire stare male o provare emozioni forti che vanno al di là del sentimento d'affetto che si prova per i propri genitori, tanto che mi sono trovata impreparata nella vita dentro alla società. Molti studi di psicologia, hanno notato, che la scuola dell'infanzia per un bambino è fondamentale perché è lì che il piccolo esserino dotato di occhioni, che riesce e impara a socializzare, a conoscere nuovi compagni e iniziare ad abitare in una piccola comunità. Ecco, giusto appunto. Io non sono mai andata all'asilo, tanto meno alla scuola materna. I miei genitori mi avevano subito "inquadrata",nel senso che avevano capito che ero una bambina molto diversa dalle altre. Mi piaceva stare solo con i miei genitori, mi piaceva vederli discutere sulle nuove ricetta da introdurre nel menù della loro pasticceria, mi piaceva quando facevamo lunghe passeggiate o escursioni impossibili, mi piaceva quando mamma mi leggeva i libri o quando papà mi faceva il solletico, erano queste le cose per cui vivevo, una semplice vita da bambina spensierata. E adesso che invece devo affrontare la vita vera mi trovo decisamente impreparata.

-Le farai del male! Non lo capisci?-urla Jake. Lui ed Amy stanno sbraitando da più di mezz'ora e io non riesco a concentrarmi sui compiti di scienze. Siamo a fine marzo e tra qualche giorno, il due aprile, sarà il mio compleanno. Jake è teso in questi giorni, non mi guarda nemmeno ed è sempre fuori. Non so cosa gli stia succedendo ma ho scoperto, origliando una conversazione di Amy e Joe, che vuole dare l'esame di maturità in anticipo e loro non sono d'accordo. Sono convinti che lui non sia pronto, ma so che ha studiato tutto l'anno. Si è impegnato molto, perché qualche volta mi ha accennato che l'ha promesso a una sua persona moto cara che non potrà mai deludere.

-Jake, sarai tu che le farai del male, io le sto solo offrendo una possibilità per rifarsi una vita, senza pensare a tutta quella merda che ha subito. Io le voglio bene quanto te ma nessuno dei due potrà fare qualcosa, è lei che deve agire da sola e mandandola in un'altra famiglia sarà la cosa migliore! Alissa, l'assistente sociale, è d'accordo con me, e farà di tutto per appoggiarmi.-urla lei di rimando.

Sono più che convinta che che stiano parlando di me. Scendo le scale e guardo Amy che sussurra qualcosa a Jake in modo rabbioso.

Non voglio andare in un'altra famiglia. Non voglio! Ho paura di qualsiasi cosa, ed io che volevo provare a reagire in qualche modo, sperando che forse sarei cambiata ma mi sbagliavo come al solito. Sono un'emerita stupida...

Avrei voluto andarmene per conto mio. Libera da tutto e da tutti ma senza essere obbligata ad andare in una famiglia della quale non so nulla.

Mi sento come se non esistessi, come se non avessi le capacità di scegliere con chi stare. Mi sento come se fossi una bambina che ha paura del buio, una bambina che ha paura che la mamma sgridi.

-Tu non capisci ma non puoi farle una cosa del genere.-urla Jake a un millimetro dalla sua faccia. -L'ho già fatto senza che tu te ne accorgessi, non sei in grado di fare quello che hai in mente, Jake.-

-Stiamo parlando di una ragazzina di 16\17 anni, non di una di quattro che non ha la capacità mentale di scegliere. Non capisci nulla. Non la conosci come la conosco io, quel poco che so, non è fatto per stare dentro una casa dove non conosce nessuno, Amy. Lei non si fida delle persone che non conosce, è fatta così. Di tutti noi in tre anni si è mai fidata? Si è mai confidata con te, eh? Ti ha mai detto i suoi oscuri segreti e i suoi pensieri sulla luce. L'hai mai ascoltata o hai ascoltato te stessa quando le hai tirato uno schiaffo? Hai fatto veramente qualcosa per lei, o l'hai fatto solo perché ne hai la responsabilità? Dobbiamo ammetterlo tutti, qui dentro a nessuno è mai fregato un cazzo dell'altro e nessuno in particolare di lei. La fragile della casa famiglia, eh, Amy? Lei, quella piccola ragazzina bionda in cui nessuno ha mai creduto e tu per prima. Amy, tu le ha fatto male come tutti noi, perciò adesso non fare la madre santa cercando di aiutarla sbagliando. Sbagliando nel modo peggiore, convincendoti che stai facendo la cosa giusta per lavartene le mani.-le dice Jake in faccia senza distogliere mai per un secondo lo sguardo dal suo. Tiene i pugni serrati tanto che le sue nocche sono bianche e sono più che certa che si stia facendo male. Jake prende le mie difese. Mi difende sempre in qualche modo. Sono felice che io abbia trovato un fratello come lui.

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