Bisogno di libertà.

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Premessa velocissima. Abbiate pietà di me, non so come funzioni un processo, e non diventerò mai un avvocato in tutta la mia vita, perciò mi baso su quel poco che si vede nei miei polizieschi preferiti. Se avete qualche suggerimento da darmi in base al processo scrivete nei commenti e proverò a modificare. Spero che il capitolo piaccia e che non vi deluda.

VI CHIEDO IMMENSAMENTE È PROFONDAMENTE SCUSA. HO AVUTODEI PROBLEMI DI MERDA E PER UN PERIODO LUNGHISSIMO NON SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE. SCUSATEMI. NON L'HO FATTO A POSTA.

Cercherò di farmi perdonare con questo capitolo. Piccolo spoiler. Momento taaaaantoooooo atteso. Che detto tra noi ho atteso anch'io con ansia.

Chiedo ancora scusa.

Grazie. Bebba❤

-Haley Jonson. Chiamata a testimoniare.-ordina il giudice. Mi alzo dalla sedia su cui ero seduta e guardo l'avvocato che mi rivolge un'occhiata di incoraggiamento. Scruto il tribunale scettica. A sinistra ci sono Jake, Amy e Joe che mi guardano cercando di capire cosa stia provando in questo momento; c'è un piccolo gruppo di persone delle quali non so nulla; vedo Kyle con le braccia incrociate e Aleisha con quella faccia contrariata. Non appena vede che lo sto guardando si riprende dallo stato di noia che gli si era dipinto in faccia e mi sorride, non ricambio lo fisso e basta. Poi dalla parte di Carlos posso vedere un ragazzo identico a Carlos che guarda me con odio. E' la copia sputata di Carlos, stessi capelli, stessi occhi, stessa corporatura, stesso sguardo colmo d'odio nei miei confronti. Di fianco a lui c'è una donna uguale ai due fratelli ma forse più grande, lei guarda in basso e solo ora noto che tiene la mano a gemello di Carlos. Guardo più in fondo e vedo Alissa che mi guarda seria. Si mette composta sulla sedia e abbassa leggermente la testa rivolgendomi uno sguardo duro che però mi fa andare a testimoniare convinta e decisa.

L'avvocato di Carlos si alza e viene davanti a me. E' un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati e occhi del medesimo colore, leggermente inquietanti, corporatura robusta. Mi rivolge un'occhiata soffermandosi sui miei capelli. -Prima domanda. Lei con quali prove accusa un minorenne di violenza, più precisamente bullismo, e tentato omicidio?-

-Con nessuna ma ci sarebbe la testimonianza di molte persone e compagni di scuola.-rispondo decisa e con i cuore a mille. Non so come stia facendo a parlare ho il cuore che è ormai praticamente uscito dal petto e ha già preso l'areo per l'isola delle valchiria. Sento che le mani sono cubi di ghiaccio a contatto con la mia coscia bollente. Continuo a guardare l'avvocato di Carlos in attesa della sua prossima domanda. -Lei ha mai parlato a qualcuno di queste percosse, se sì perché non ha agito, e cosa è cambiato a differenza di adesso?-chiede.

Non so cosa rispondere. Più o meno ne avevo parlato con Kyle e Jake ma ero stata io a dire di non fare nulla per paura e loro hanno rispettato la mia decisione. Dico la verità o non metto in mezzo nessuno dei due?

"No. Non ne avevo mai parlato con nessuno. E non è cambiato nulla da prima a ora, mi sono semplicemente accorta che questa storia doveva finire." Questo sarebbe quello che mi piacerebbe dire. Ma perché mentire ancora quando ho la possibilità di fare qualcosa di buono per me stessa? Perché tenersi un peso sulle spalle inutile? Perché non farla pagare a quel coglione come si deve?

-Sì.-rispondo decisa e Carlos alza la testa dal tavolo e mi guarda furioso. Se un momento prima non stava ascoltando adesso è tutto orecchie. -Ho rivelato a qualcuno quello che mi faceva Carlos ma sono stata io a dire loro di non parlare, avevo paura. E non è cambiato nulla da prima ad ora, ero semplicemente stanca.-Dico deglutendo. Mi impongo di stare calma un latro po'. "Andrà tutto bene."mi ripeto nella testa.

-Non ho altre domande.-Afferma l'avvocato di Carlos. Lo vedo che torna al suo posto e parla con Carlos che non lo ascolta, perché è troppo impegnato a uccidermi con lo sguardo.

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