Fa male.

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<<Purtroppo non ci siamo baciati.>>mi spiega Leila. Mi ha appena spiegato che un certo Lucas le ha chiesto di uscire e lei ha accettato. È tornata qualche minuto fa e adesso mi sta spiegando tutti i dettagli. <<Be', sono contenta però. La mia migliore amica Chiara, dice che è un tipo a posto. Non dire nulla a mamma e papà. Lui sicuramente lo inviterebbe a cena e lei lo riempirebbe di domande. Già i ruoli nella mia famiglia sono invertiti. È buffo sai. Ho sempre sognato di avere una sorella maggiore e adesso ce l'ho.>>sorride abbassando lo sguardo imbarazzata.

<<Non sono brava come sorella maggiore, non sono un esempio e non ti darò mai consigli. Non contare su di me, nemmeno io lo faccio.>>le dico fredda guardandola negli occhi appena rialza lo sguardo. La vedo delusa per un istante, uno solo, poi sorride di nuovo. <<Io invece, ti seguo. Sei forte. Emani forza da tutti i pori e si vede che stai cercando di combattere una guerra. Adoro quando entri a casa tardissimo e mia mamma non ti dice nulla e mio padre, be' lui dorme. Ammiro la semplicità dei tuoi gesti e mi piace quando sei in camera tua, perchè ti sento parte della mia famiglia. Oppure, adoro quando fai finta di mangiare, sotto lo sguardo indagatore di mio padre o quando all'inizio non parlavi mai. Mi piace vederti ascoltare la musica con il tuo ipod azzurro e quando muovi leggermente la testa seguendo il ritmo. Mi piacciono i tuoi capelli e odio i tuoi occhi dai quali non traspare nessuna emozione. Non so se hai amici, ma io voglio esserlo.>>ribatte convinta sorridendomi. Ho le lacrime agli occhi ma basta piangere. <<Cerca amiche più stabili di me. Sono inaffidabile.>>le sussurro mettendole una mano sul braccio. È sorpresa, non si aspettava quel contatto. Sorride però. Non mi sembra di averla ferita. <<Sono testarda e finchè, per un motivo molto brutto non mi farai cambiare idea continuerò a provare ad entrare nella tua vita, che tu lo voglia o no.>>sorride soddisfatta.

Già. Entrare nella tua vita.
Che bella frase, eh. Già. Le persone non chiedono se non siamo d'accordo, lo fanno e basta. Entrano ed escono. Fanno quello che gli pare con la nostra anima e con i nostri sentimenti, e mi diverto quasi a pensarlo perchè sono frasi fatte. La gente le usa spesso, troppo spesso senza però sapere veramente cosa si prova quando una persona fa puff dalla nostra vita. Dipende. A volte entrano a volte escono. Possono fare male o bene, dipende. Ma sapete...quando una persona entra vuol dire che ha uno scopo giusto? Be' allora io mi sono sempre chiesta, quando esce, qual è il suo scopo? Mi ritrovo a pensare ai miei genitori...se ne sono andati...non per scelta, però. Cosa pensavano in quel momento? Ricordo bene che si sono baciati e poi hanno guardato me, poi l'onda li ha travolti, come se si aspettassero di essere lì, si sono lasciati cullare, arrendendosi. Io. Non. So più cosa voglia dire la parola famiglia. Ma so per certo che non devono essere i legami di sangue a stabilirla e sua volta non la si stabilisce. La famiglia avviene, così ti ritrovi circondato, da tante o poche persone ma l'importante è che valgano, valgano qualcosa. Poi dopo questo pensiero, mi viene in mente Jake e la sua fottuta chiamata. Non lo so. Non so mai un cazzo in realtà. Ma non lo so davvero come mi sono sentita esattamente in quel momento. Non ripeterò la frase fatta che tutto si è spezzato, non c'è più nulla dentro ma dirò una cosa che non ho ammesso nemmeno a me stessa appena il fatto è accaduto. Mi sono sentita bene, sì cazzo perchè dopo tre mesi quel coglione ha pensato a me e ha pensato bene di chiamarmi e aspettarsi che io gli dicessi ciao e che lo salutassi e che parlassimo insieme ma i suoi piani sono falliti, così io per un momento soltanto, perchè la mia vita si svolge in attimi di felicità, mi sono detta di no. Un semplice no. Semplice e secco no. Adesso non ci casco. Non ci casco più. O almeno, non prima di avergliela fatta pagare. Ma tanto le mie convinzioni verranno abbattute, no? Sempre in qualche modo, quello che penso viene spazzato via. Ah ah. Sapete questo cosa ha provocato? Adesso io non so più chi sono...

<<E sì, insomma. Domani ti va di fare un giro insieme? Andiamo in un bar a fare colazione ti va? Ehm...dietro la nostra casa ce ne è uno che una crostata di frutta che è la fine del mondo. Ti andrebbe?>>chiede imbarazzata. Annuisco. <<Non mangerò. Non mangio a colazione.>>annuncio.

<<No, è scorretto. Tu non mangi mai. Ma il mai, non è mai per sempre, e be' il per sempre non è tale nemmeno lui, perciò preparati mentalmente, perchè domani mattina mangeremo due fette di quella ottima crostata alla frutta. A domani.>>mi dice dandomi un bacio sulla guancia sorridendo e uscendo saltellando dalla stanza. Ridacchio e scuoto la testa. Poi mi butto sul letto e sorrido ancora e ancora e ancora e il mio sorriso non si spegne nenache quando vedo Mason insieme a Julian nel vicolo e neanche quando iniziamo a ridere perchè ho un sorriso e ci prendiamo in giro a vicenda e io per un momento sorrido e sorrido veramente, come se non sapessi fare altro e vorrei solo urlare che sto sorridendo.

Aspetta...aspetta. Non dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco.

Sto finalmente capendo che forse bisogno solo pensare al presente, il passato è da accantonare e il futuro, be' quello è il vuoto.

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