Ti rendi conto di molte cose...

500 20 3
                                    

Mi sveglio con un cespuglio di capelli sul volto. Ridacchio togliendoli. Scuoto il corpo accanto al mio che dice qualcosa di incomprensibile e mi prende facendomi andare su di lui. Rido e il tizio sotto di me apre gli occhi sorridendo. <<Buongiorno.>>ridacchia. Mi tappo il naso. <<Oddio, che puzza!>>rido. <<Nemmeno il tuo sa di rose, biondina.>>dice facendomi sdraiare sul letto. 

Chiudo gli occhi mentre Mason mi dà un bacio sulla fronte. <<Hai dormito bene?>>chiede. Annuisco. <<Tu?>>chiedo. Annuisce.

<<Mason tu credi davvero che dovrei perdonarlo?>>chiedo chiudendo gli occhi. <<La scelta è la tua, ma almeno ascoltalo.>>

<<Ma se mi convincesse? Se mi abbindolasse sul serio e mi rifacesse del male?>>chiedo sempre più frustrata dalla situazione. <<Non lo sai e non o potrai sapere, ma Haley, Jake ti vuole bene e non possiamo condannare le persone perché sbagliano.>>mi fa notare una second volta.

Annuisco. <<Posso fare una domanda?>>chiede. Alzo le spalle. <<Hai detto di essere in una gabbia di vetro...perché ti vedi lì, Haley?>>chiede. Apro di scatto gli occhi. <<Non lo so neanch'io.>>mento. Alza u sopracciglio. <<E va bene, lo so ma è difficile da spiegare. La mia testa ha ragionato che se io fossi stata protetta da qualcosa che può ferire e ferirmi allora, nessuno mi avrebbe ferita e di conseguenza io non mi sarei ferita. Non so se mi spiego...>>

<<No. Non ha senso. Cosa vuol dire che ha ragionato?>>

<<<E' come se non ci fossi solo io nella mia testa, Mason, come se abitasse anche qualcun altro. Perché è più facile ammettere che  a fare del male sia il mio demone e non io stessa.>>

E' così. Non ho mai avuto fiducia in me, e nemmeno autostima e quando provo emozioni che potrebbero ferire gli altri è più facile incolpare qualcun altro piuttosto che me. Alissa, me lo aveva fatto notare. Mi aveva detto che se l'avessi voluto anch'io avrei potuto fare qualcosa per cambiare le cose, ma non le ho dato ascolto. La prima volta che mi sono resa conto di poter fare veramente de male a qualcuno è stato quando ho tirato quello schiaffo a Kyle, non l'ho ammesso a me stessa, mi sono detta che fosse stato il demone ma nel mio profondo sapevo di essere io. 

<<Non c'è nessun demone in me, ci sono solo io.>>sussurro rendendomene conto. Dirlo ad alta voce fa un gran effetto che mi ritrovo a sorridere come un'idiota. <<Cosa?>>chiede Mason. Scuoto la testa e guardo il soffitto.

<<Oh, biondina, mi farai diventare pazzo. Non si capisce mai cosa ti passa per la testa e devo mettere in pratica tutte le mie capacità di maestro cinese per comprenderti.>>ridacchia mentre io lo ascolto e non lo ascolto. Sono persa in e stessa in questo momento.

Tutte quelle volte passate a soffrire come un cane, e insultarmi per non essere abbastanza mi hanno portato a capire che forse io sono abbastanza per me stessa. Non l'ho capito da sola e mi ci sono voluti 17 anni di vita, e non ho ancora capito nulla, di come debba comportarmi nei miei riguardi ma forse inizio ad andarmi bene e forse una speranza per me c'è...magari no, e allora mi sarò illusa come una deficiente ma a questo punto, se non ci fosse, la creerò. Se io non avessi altra scelta che lottare anche solo un po' per andarmi bene, lo farei? Sarei disposta a fare quello che nessuno si aspetta da me? O rimarrei ferma ad aspettare un miracolo inesistente? Cosa dovrei fare?

<<Ti va un gelato?>>chiede. <<Ti verrà il diabete. E poi sono le nove di mattina!>>affermo ridendo. 

Oh, merda! Le nove di mattina! Melany! Non le ho detto nulla e sarà preoccupata!

<<Cazzo, Mason, Melany!>>mi rendo conto in preda al panico. Vado a recuperare velocemente i miei vestiti, che da maleducata, ho asciato in bagno ieri e mi vesto velocemente. Sento Mason ridere e lo mando mentalmente a quel paese.

AlzatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora